ELEMENTI DI BASE

Sunt bona, sunt quaedam mediocria, sunt mala plura quae legis hic: aliter non fit liber. (Tra le cose che leggi qui alcune sono buone, certe mediocri, molte scadenti: un libro non si fa in un altro modo).

Alfabeto e fonetica

La lingua latina parlata nel I millennio a.C. in una zona circoscritta del Lazio , si diffuse in tutto il mondo antico con l'espandersi del dominio di Roma: l'idioma dei conquistatori divenne una lingua universale, utile per comunicare con tutti come accade oggi con l'inglese. La lenta e costante evoluzione nei secoli di questa lingua, il latino volgare, (parlato nella vita di tutti i giorni dal popolo, il vulgus, di ogni cultura e classe sociale), ebbe come risultato la nascita delle moderne lingue romanze (proprie dei territori dominati da Roma): il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno e, naturalmente, l'italiano.

Treccani Scuola/YouTube  • Storia della Lingua latina

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Treccani Scuola*  •  Fonetica di base

(Versione breve) - Regole di pronuncia e accento in Latino — Slide animate (durata 1'21)


Treccani Scuola*  •  Fonetica di base

(Versione lunga) - Regole di pronuncia e accento in Latino — Slide animate (durata 7'21)


Treccani Scuola*  • Introduzione alla traduzione

8 consigli pratici per affrontare una traduzione - Slide animate (durata 2'53)

DOWNLOAD (.pptx)  • Elementi base di latino

Contenuti: •Alfabeto   •Pronuncia   •Dittonghi e iato   •Quantità   •Divisione in sillabe   •Regole per l'accentazione

DOWNLOAD (.pptx)  • Radice, tema e desinenza

Radice, tema e desinenza

La radice, il tema e la desinenza sono le tre parti che compongono una parola. La radice è l’elemento comune che permette di ricondurre parole diverse a un’unica famiglia (acqua, acquedotto, acquario...). Per dare sfumature di significato diverse alla radice, vengono aggiunte delle parti invariabili che si chiamano affissi [...]: sono detti prefissi (se si trovano davanti alla radice), infissi (se si trovano in mezzo alla radice), suffissi (se si trovano dopo la radice). La desinenza è la parte che si trova alla fine di una parola e che è variabile (cioè non rimane sempre uguale, ma cambia). L’insieme di tutte le possibili varianti delle desinenze di una parola è conosciuto con il nome di flessione (un elenco, per capirci, delle diverse forme che una parola può assumere cambiando la desinenza). La flessione può essere nominale (se riguarda i nomi, gli aggettivi e i pronomi) o verbale (se riguarda i verbi).

Download  • Radice, tema e desinenza

Elementi basi

Casi e declinazioni

In latino esistono 5 declinazioni. I sostantivi della prima e della quinta declinazione sono quasi tutti femminili, mentre la maggioranza dei nomi della seconda e della quarta declinazione sono maschili e neutri, distinti fra loro per mezzo di casi retti differenti. La terza declinazione, che comprende in egual numero sostantivi di tutti i generi, è la più numerosa, mentre sono pochi i sostantivi della quinta declinazione, molti dei quali privi di plurale.
Le cinque declinazioni si differenziano fra loro per le diverse uscite del genitivo singolare:

  • –ăe per la prima
  • –ī per la seconda
  • –ĭs per la terza
  • –ūs per la quarta
  • –ei per la quinta.

Treccani Scuola*  • Introduzione alle declinazioni

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Download  • Casi e declinazioni

Introduzione ai casi e alla loro funzione logica principale

MORFOLOGIA DEL NOME

In latino la funzione logica dei nomi viene espressa attraverso le diverse desinenze di una parola, che quindi può occupare qualunque posizione nella frase. [...] L'insieme delle desinenze di una parola costituisce la declinazione (da declinatio "modifica"). Le desinenze esprimono tre informazioni:
  • la funzione logica della parola nella frase (soggetto, vari complementi diretti o indiretti) che in latino chiamiamo CASO;
  • il genere: in latino sono tre (maschile, femminile e neutro)
  • il numero (singolare e plurale).
In latino hanno la declinazione i NOMI, gli AGGETTIVI e i PRONOMI.

La prima declinazione

Rosa, -ae
I nomi della prima declinazione hanno:
  • la terminazione del genitivo singolare in -ae
  • il nominativo singolare in -ă
Come si può notare nella tabella sottostante alcuni casi hanno le terminazioni uguali:
  • ă per nominativo e vocativo singolari
  • is per dativo e ablativo plurali
  • ae per genitivo e dativo singolari e per nominativo e vocativo plurali
  • inoltre l'ablativo singolare (ā) si distingue dal vocativo singolare (ă) solo per la quantità

Sono per lo più femminili; pochi sono i maschili e nessuno è neutro. Un genitivo arcaico in -as è usato nelle espressioni: pater familias (il padre di famiglia) e mater familias (la madre di famiglia). Alcuni nomi esistono solo al plurale (pluralia tantum) e spesso corrispondono in italiano a singolari.
Altri nomi invece hanno significati diversi al singolare e al plurale: ad esempio littera, -ae f. = «lettera dell'alfabeto», mentre litterae, -arum f. = «lettera da spedire, letteratura».

Prima declinazione

caso singolare   plurale  

NOMINATIVO

rosă

la rosa (soggetto)

rosae

le rose (soggetto)

GENITIVO

rosae

della rosa (compl. spec.)

rosārum

delle rose (compl. spec.)

DATIVO

rosae

alla rosa (compl. term.)

rosis

alle rose (compl. term.)

ACCUSATIVO

rosam

la rosa (compl. ogg.)

rosas

le rose (compl. ogg.)

VOCATIVO

rosă

oh rosa (compl. di vocazione)

rosae

oh rose (compl. di vocazione)

ABLATIVO

rosā

con la rosa (compl. di mezzo, causa, etc)

rosis

con le rose (compl. di mezzo, causa, etc)

Particolarità

  • genitivo singolare in -as: pater familias
  • dativo e ablativo plurali in -abus: viene usata accanto alla terminazione -is per nomi come filia, dea, serva, liberta, asina quando è necessario distinguerli dalla corrispondente uscita della forma maschile appartenente alla II declinazione; ad esempio filis et filiabus (figli e figlie)
DOWNLOAD    Prima Declinazione e Apposizione

Contenuti: • Prima declinazione • Consigli per non sbagliare la traduzione • Apposizione

MyPearson Flashcard*    Come si traducono i nomi della I declinazione?

Un gioco a squadre o un allenamento individuale

   Giochi ed esercizi online
Treccani Scuola*    I nomi della Prima declinazione

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Treccani Scuola*    La Prima declinazione - particolarità dei casi

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Apposizione

L'apposizione è un nome riferito a un altro nome per caratterizzarlo meglio, indicandone una qualità, una carica, una condizione. In latino è sempre espressa nello stesso caso del nome a cui si riferisce e con i nomi mobili (quelli che modificano la desinenza passando dal maschile al femminile) anche nello stesso genere e numero.

DOWNLOAD    Prima Declinazione e Apposizione

Contenuti: • Prima declinazione • Consigli per non sbagliare la traduzione • Apposizione

La seconda declinazione

Lupus, -i

La seconda declinazione comprende nomi di genere maschile, femminile e neutro. Si caratterizza per il genitivo singolare in -i.

Al nominativo singolare:
  • i nomi maschili e femminili escono in -us
  • pochi nomi maschili escono in -er
  • solo un nome esce in -ir (vir, uomo)
  • i nomi neutri escono in -um
Al vocativo singolare:
  • solo i nomi in -us escono in -e
Download  • Seconda Declinazione

Declinazione dei nomi maschili (in -US, in -ER) e dei neutri (in -UM)

Download  • Particolarità della Seconda Declinazione

Contenuti: PARTICOLARITÀ DELLE TERMINAZIONI •Peculiarità della parola DEUS;    •i nomi neutri in -US (pelagus, virus, populus);    •Il vocativo singolare in -I (nomi in -IUS)    •Il genitivo plurale in -UM (per alcuni nomi commerciali) PARTICOLARITÀ DEL NUMERO    •Pluralia tantum    •Nomi con significati diversi tra singolare e plurale

AGGETTIVI 1° classe

Gli aggettivi latini si dividono in due classi:

  • prima classe: i femminili segiono la prima declinazione, i maschili e i neutri la seconda
  • seconda classe: tutti e tre i generi seguono la terza declinazione.

La declinazione degli aggettivi femminili della I classe è identica a quella dei nomi della I declinazione. Gli aggettivi latini concordano in genere, numero e caso con il nome a cui si riferiscono (concordanza).

DOWNLOAD    Aggettivi femminili di 1° classe
DOWNLOAD    Aggettivi

Contenuti: Come si cercano sul vocabolario?  • Aggettivi del primo gruppo (-US)  •Aggettivi del secondo gruppo in -ER  •Concordanza

DOWNLOAD    Aggettivi SOSTANTIVATI • le FUNZIONI attributiva e predicativa

Aggettivi possessivi e pronominali

Gli aggettivi e i pronomi possessivi latini seguono la declinazione degli aggettivi di prima classe. Sul modello di BONUS, BONA, BONUM si riflettono MEUS..., TUUS..., SUUS; invece seguono il modello PULCHER, PULCHRA, PULCHRUM, gli aggettivi/pronomi NOSTER..., VESTER... Da ricordare sono aggettivi quando accompagnano un nome, sono pronomi quando sono usati da soli e sostituiscono un nome presente nel contesto.

ATTENZIONE - Il possessivo di 3° persona SUUS... ha valore solo riflessivo, cioè (a differenza dell'italiano) si riferisce soltanto al soggetto della proposizione di cui fa parte. Se il possessore è singolare si traduce SUO, se è plurale LORO.

DOWNLOAD    Aggettivi possessivi e pronominali
DOWNLOAD    Aggettivi SOSTANTIVATI • le FUNZIONI attributiva e predicativa

La terza declinazione

Cicero, Ciceronis

La terza declinazione comprende nomi di genere maschile, femminile e neutro. Si caratterizza per il genitivo singolare in -is.

La peculiarità è:
  • l'ablativo singolare in -e/-i
  • il genitivo plurale in -um/-ium
  • i casi diretti del neutro plurale in -a/-ia
Per comodità di studio si è soliti dividere i nomi della 3° declinazione in tre gruppi:
  • I GRUPPO: nomi maschili, femminili e neutri imparisillabi con una sola consonante prima dell'uscita -IS del genitivo singolare
  • II GRUPPO: nomi maschili, femminili e neutri parisillabi e imparisillabi con due consonanti prima dell'uscita -IS del genitivo singolare
  • III GRUPPO: nomi neutri parisillabi e imparisillabi in -E, -AL, -AR.
DOWNLOAD  • Terza Declinazione - I GRUPPO

Nomi del I gruppo: imparisillabi (maschili, femminili e neutri) con UNA SOLA CONSONANTE davanti alla desinenza -IS del genitivo singolare;   •Desinenze della III declinazione;   •Come distinguire parisillabi e imparisillabi?;   •Nove nomi "eccezionali"   •Come ricavare il nominativo dal genitivo?   •FOCUS LESSICALE: imperator, pietas, religio, caput, genus

DOWNLOAD  • Terza Declinazione- II GRUPPO

Nomi del II gruppo: parisillabi e imparisillabi (maschili, femminili e neutri) con DUE CONSONANTI davanti alla desinenza -IS del genitivo singolare;   •Desinenze della III declinazione: genitivo -IUM;   •Come distinguire parisillabi e imparisillabi?;   •Nomi "eccezionalmente" inclusi nella lista;   •Come ricavare il nominativo dal genitivo?   •FOCUS LESSICALE: ars, civis, gens, urbs

DOWNLOAD  • Terza Declinazione- III GRUPPO

Nomi del III gruppo: Neutri con tema in -E, -AL, -AR   •Caratteristiche: ablativo singolare in -I; Nominativo/accusativo/vocativo plurare in -IA; genitivo plurale in -IUM;   •FOCUS - IMPARIAMO A TRADURRE: desinenze formalmente identiche della III, II e I declinazione, ma esprimono funzioni logiche diverse. Come procedere?   •FOCUS LESSICALE: altare, conclave, cubile

DOWNLOAD  • Terza Declinazione- Particolarità

PARTICOLARITÀ DELLA FLESSIONE  –; Tema parzialmente irregolare: bos, femur, iecur, sus, vis & –; Tema del genitivo diverso: caro carnis; iter itineris; Iuppiter, Iovis   • Seguono declinazioni diverse: iugerum, vas.
PARTICOLARITÀ DELLE TERMINAZIONI: Accusativo -IM, Ablativo -I: puppis, sitis, tussis, vis, Neapolis, Tiberis, alcuni alternano -EM/IM e -E/I come navis, turris, invece la parola ignis usa l'ablativo -I solo nelle frasi idiomatiche.
PARTICOLARITÀ DEL NUMERO:   •Singularia tantum   •Pluralia tantum   •Nomi che hanno significati diversi al singolare e al plurale

FOCUS LESSICALE: Vis/roboris, Iter itineris

AGGETTIVI 2° classe

Gli aggettivi latini si dividono in due classi:

  • prima classe: i femminili segiono la prima declinazione, i maschili e i neutri la seconda
  • seconda classe: tutti e tre i generi seguono la terza declinazione.

La declinazione degli aggettivi femminili della I classe è identica a quella dei nomi della I declinazione. Gli aggettivi latini concordano in genere, numero e caso con il nome a cui si riferiscono (concordanza).

DOWNLOAD    Aggettivi di 2° classe

Contenuti: •Come si formano

DOWNLOAD    Participio presente e avverbi

Contenuti: •Participio, l'aggettivo verbale   Funzioni del participio  • Come si forma

Domus, domus

La quarta declinazione

Comprende nomi maschili, femminili e neutri; si caratterizza per:

  • NOMINATIVO in -US: per i nomi maschili e femminili
  • NOMINATIVO in -U: per i neutri.
  • GENITIVO singolare in -US

Tra le particolarità va ricordato il sostantivo femminile DOMUS, -US (casa/patria) poiché presenta una declinazione particolare: infatti accanto alle terminazioni della 4° declinazione, ne presenta anche alcune tipiche della seconda. Per questo termine bisogna fare attenzione alla formazione dei complementi di luogo: infatti presenta le stesse peculiarità dei nomi di città, paese e piccola isola della 2° declinazione. Ad esempio anche questo nome presenta l'antico caso LOCATIVO (domi = a casa / in patria); il moto a luogo in accusativo semplice (domum), il moto da luogo in ablativo semplice (domo)

Tra le particolarità vanno ricordati una manciata di nomi che hanno mantenuto un'antica terminazione -UBUS per il dativo e l'ablativo plurale: si tratta per lo più di bisillabi che terminano in -CUS (ad esempio, ARCUS, LACUS, QUERCUS...)

Infine alcuni nomi hanno solo l'ablativo singolare e sono: IUSSU (es.iussu consulis per ordine del console), HORTATU (es.hortatu consulis per esortazione del console), NATU (es.maior/minor natu maggiore/minore d'età).

DOWNLOAD    Quarta declinazione

Contenuti: •Schema  •Particolarità

Dies, diei

La quinta declinazione

comprende solo nomi femminili (fatta eccezione per DIES e MERIDIES che sono maschili). Si caratterizza per:

  • NOMINATIVO singolare in -ES
  • GENITIVO singolare in -EI
  • Soltanto i nomi DIES e RES possiedono una declinazione completa nel singolare e nel plurale (gli altri nomi vengono usati solo al singolare, anche se qalcuni hanno anche i casi diretti del plurale.

DOWNLOAD    Quinta declinazione

Contenuti: •Schema  •Particolarità

Res publica

Nomi indeclinabili e composti

Il latino include alcuni sostantivi e aggettivi indeclinabili

I nomi composti possono essere formati da NOME + AGGETTIVO (es. res publica) oppure da NOME + NOME (terrae motus).

DOWNLOAD    Nomi indeclinabili e composti
Vindica te tibi (Seneca)

PRONOMI personali

Il latino i pronomi personali di 1° e 2° persona singolare e plurale hanno una declinazione propria. Presentano la medesima forma sia che abbiano una funzione riflessiva che non riflessiva.

Il pronome personale di 3° persona si esprime con forme diverse a seconda che sia riflessivo (cioè riferito al soggetto della frae) o non riflessivo (cioè riferito a un altro elemento della frase, diverso dal soggetto). In questo caso si ricorre alla declinazione del pronome determinativo IS, EA, ID oppure, meno frequentemente, al dimostrativo ILLE, ILLA, ILLUD.

JC Slide    Pronomi personali di 1°, 2° e 3° persona
Contenuti: Pronomi personali di 1° e 2° persona  •Uso riflessivo e non riflessivo dei pronomi di 1° e 2° persona   •Pronome personale di 3° persona riflessivo   • Pronome di 3° persona non riflessivo: IS, EA, ID  •ILLE, ILLA, ILLUD

PRONOMI-AGGETTIVI determinativi

I pronomi-aggettivi determinativi in latino sono tre: •IS, EA, ID (egli/colui...), •IDEM, EADEM, IDEM (stesso/medesimo/identico...) • IPSE, IPSA, IPSUM (stesso/proprio lui/in persona...). I determinativi precisano un elemento della frase senza collocarlo nello spazio o nel tempo. Hanno una declinazione propria e, come tutti i pronomi latini presentano:

  • il genitivo singolare di tutti e tre i generi in -IUS;
  • il dativo singolare di tutti e tre i generi in -I.
Possono essere sia aggettivi che pronomi.

JC Slide    Pronomi-Aggettivi determinativi
Contenuti: Pronomi-Aggettivi determinativiIS, EA, ID  •IDEM, EADEM, IDEM  •IPSE, IPSA, IPSUM   •Esprimere il possesso (SUUS o EIUS?)   •Sfumature di significato: quando si ricorre a IDEM e quando a IPSE?

PRONOMI-AGGETTIVI dimostrativi

I pronomi-aggettivi dimostrativi in latino svolgono la stessa funzione che in italiano e sono:

  • HIC, HAEC, HOC (questo...) - indica una persona o cosa vicina a chi parla;
  • ISTE, ISTA, ISTUD (codesto...) - indica una persona o cosa vicina a chi ascolta;
  • ILLE, ILLA, ILLUD (quello...) - indica una persona o cosa lontana
Tutti e tre presentano:
  • il genitivo singolare di tutti e tre i generi in -IUS;
  • il dativo singolare di tutti e tre i generi in -I.
Possono essere sia aggettivi che pronomi.

JC Slide    Pronomi-Aggettivi dimostrativi
Contenuti: In latino ci sono tre Pronomi-Aggettivi dimostrativi: HIC, HAEC, HOC  •ISTE, ISTA, ISTUD  •ILLE, ILLA, ILLUD   •Funzione anaforica e cataforica   •Avverbi di luogo   •Sfumature di significato: HIC, ILLE o ISTE?

PRONOMI relativi

Diversamente dall'italiano, il latino ha un solo pronome relativo QUI, QUAE, QUOD. Come tutti i pronomi latini, anche i relativi presentano:

  • il genitivo singolare di tutti e tre i generi in -IUS (CUIUS);
  • il dativo singolare di tutti e tre i generi in -I (CUI).
I pronomi relativi, gli avverbi relativi e gli avverbi relativi-indefiniti introducono la PROPOSIZIONE RELATIVA, la quale può presentare il verbo all'indicativo (RELATIVA PROPRIA) o al congiuntivo (RELATIVA IMPROPRIA).

ESEMPIO
T. Caelius Terraciniensis, homo non obscurus, qui in conclavi cum filiis suis dormiebat, inventus est mane iugulatus - (Cicerone)
Tito Celio di Terracina, uomo di nobili origini, che (il quale) dormiva con i suoi figli nella stanza da letto, la mattina fu trovato strangolato.

JC Channel  • Pronomi relativi
Contenuti: •Pronome relativo   • Complemento di compagnia con i pronomi relativi    •Avverbi relativi •Proposizione relativa PROPRIA   •Antecedente nella relativa   •La concordanza   •Omissione dell'antecedente (dimostrativo/determinativo)   •Prolessi del relativo   •Nesso relativo
JC Channel  • Quod, pronome o congiunzione
Come distinguere QUOD pronome relativo dall'omonima congiunzione (subordinata causale)
JC Channel  • Subordinata relativa
Come distinguere la prolessi, dal nesso relativo dall'omissione dell'antecedente

AGGETTIVI-PRONOMI interrogativi

Così come avviene in italiano, anche in latino i pronomi, gli aggettivi e gli averbi interrogativi servono a introdurre una domanda.
Il pronome interrogativo più usato è QUIS? QUID? (chi? che cosa?) che presenta una fomra comune per il maschile-femminile e una per il neutro.
L'aggettivo interrogativo corrispondente è QUI? QUAE? QUOD? (Quale? Che?) che si declna esattamente come il pronome relativo.

ESEMPIO
Quis ignorat Catonis severitatem?
Chi non conosce la severità di Catone?
In quo anno C. Terentilius Harsa tribunus fuit?
In quale anno fu tribuno Caio Terentilio Arsa?

Slide  • Aggettivi e Pronomi interrogativi
Contenuti: •Aggettivi, pronomi e avverbi interrogativi   •L'interrogativa diretta   • L'interrogativa disgiuntiva
YouTube  • Pronomi interrogativi
Contenuti: Quid? Quid?
Durata: 3'27''

YouTube  • Pronomi interrogativi
Contenuti: Uter? Utra? Utrum?
Durata: 2'52''

MORFOLOGIA VERBO

Il verbo è una parola coniugabile, che presenta indicatori di genere, diatesi, persona, numero, modi e tempi. Il genere, come nella lingua italiana, è transitivo o intransitivo. È intransitivo il verbo che non ha oggetto diretto, o perché non può averlo, o perché esso è sottinteso, o perché il verbo è usato in forma "assoluta". La diatesi può essere attiva, passiva, media (forma uguale alla passiva, significato riflessivo o reciproco); uno sviluppo della diatesi media è la deponente, in cui rimane la forma passiva con un significato attivo. La persona e il numero sono in tutto corrispondenti all'italiano (prima, seconda, terza singolare e plurale). I modi si distinguono in finiti e non finiti (o infiniti).

Amo, amas, amat,
amamus, amatis, amant

INDICATIVO presente

Sia nel presente sia nell'imperfetto sono riconoscibili le desindenze personali che caratterizzano il presente e i tempi derivati dal tema del presente di tutti i verbi latini attivi.

In latino il verbo più frequente è esse («essere», infinito presente di sum). Sul vocabolario - come gli altri verbi - si trova alla 1° persona singolare del presente indicativo. Il verbo sum ha le seguenti caratteristiche:
  • è un verbo intransitivo: quindi non ha la forma passiva (come in italiano)
  • è un verbo difettivo, ossia mancante di alcuni modi o tempi: il gerundio, gerundivo, il supino e i participi presente e perfetto
  • è un verbo anomalo, cioè ha una coniugazione irregolare. Nei tempi derivati dal tema del presente, il tema -es a volte si riduce a -s, a volte si muta in er- (come avviene anche in italiano: io sono, lui è, io ero).
  • l'infinito presente usa il tema -es con l'aggiunta della desinenza originaria dell'infinito (-se.

Presente indicativo

Sum, es, fui, esse

1° singolare sum
2° singolare es
3° singolare est
1° plurale sumus
2° plurale estis
3° plurale sunt

amo, amas, amavi, amatum, AMARE

Attivo

1° singolare -o am-o
2° singolare -s ama-s
3° singolare -t ama-t
1° plurale -mus amā-mus
2° plurale -tis amā-tis
3° plurale -nt ama-nt

Passivo

1° singolare -or am-or
2° singolare -ris amā-ris
3° singolare -tur amā-tur
1° plurale -mur amā-mur
2° plurale -mini ama-mĭni
3° plurale -ntur ama-ntur

video, vides, vidi, visum, VIDĒRE

Attivo

1° singolare -o vide-o
2° singolare -s vide-s
3° singolare -t vide-t
1° plurale -mus vidē-mus
2° plurale -tis vidē-tis
3° plurale -nt vide-nt

Passivo

1° singolare -or vidĕ-or
2° singolare -ris vidē-ris
3° singolare -tur vidē-tur
1° plurale -mur vidē-mur
2° plurale -mini vide-mĭni
3° plurale -ntur vide-ntur

mitto, mittis, misi, missum, MITTĔRE

Attivo

1° singolare -o mitto-o
2° singolare -s mitti-s
3° singolare -t mitti-t
1° plurale -mus mittĭ-mus
2° plurale -tis mittĭ-tis
3° plurale -nt mittu-nt

Passivo

1° singolare -or mitt-or
2° singolare -ris mittĕ-ris
3° singolare -tur mittĭ-tur
1° plurale -mur mittĭ-mur
2° plurale -mini mitti-mĭni
3° plurale -ntur mittū-ntur

audio, audis, audii, auditum, AUDIRE

Attivo

(io ascolto...)
1° singolare -o audi-o    
2° singolare -s audi-s    
3° singolare -t audi-t    
1° plurale -mus audī-mus 
2° plurale -tis audī-tis 
3° plurale -nt audĭu-nt  

Passivo

(io sono ascoltato...)
1° sing -or audi-or
-ris audī-ris
-tur audī-tur
1° plur -mur audī-mur
-mini audi-mĭni
-ntur audiū-ntur
DOWNLOAD  • La flessione verbale

Contenuti: Schemi comparativi tra la flessione verbale italiana e latina

Treccani Scuola*  • Introduzione ai verbi I

Slide animate (durata 2'37)

Treccani Scuola*  • Introduzione ai verbi II

Slide animate (durata 4'32)

Treccani Scuola*  • Verbo e paradigma verbale

Slide animate (durata 1'15)

Treccani Scuola*  • Indicativo presente

Slide animate (durata 3'16)

Treccani Scuola*  • Coniugazione mista in -IO

(durata 0'42)

DOWNLOAD  • INDICATIVO presente del verbo SUM

Contenuti: Verbo SUM

DOWNLOAD  • INDICATIVO presente e INFINITO

Contenuti: Schema per la formazione dell'Indicativo presente nelle quattro coniugazioni

amabam, amabas, amabat
amabamus, amabatis, amabant

INDICATIVO imperfetto

Il tempo imperfetto (imperfectum, cioè non portato a compimento) del mondo INDICATIVO indica un'azione collocata nel passato; designa un'azione durativa ossia considerata nel periodo del suo svolgersi. L'imperfetto può essere usato anche al posto del passato remoto nelle narrazioni (imperfetto narrativo o storico) o anche per descrivere un'azione abituale nel passato (imperfetto abituale o di consuetudine).


In latino esprime un'azione continuativa, cioè considerata durante il suo svolgimento nel passato. Per tutte e quattro le coniugazioni regolari si forma dal:

  • TEMA del presente
  • + SUFFISSO temporale -ba-
  • + DESINENZE personali attive o passive (le stesse del presente)

DOWNLOAD  • Indicativo imperfetto

Contenuti:   • Formazione e coniugazione dell'Imperfetto indicativo delle quattro coniugazioni;   • Imperfetto del verbo SUM   • FOCUS LESSICALE:   • Duco   • Puto   • Quaero   • Peto

amabo, amabis, amabit
amabimus, amabitis, amabunt

INDICATIVO futuro

L'indicativo futuro semplice espirme un'azione che non si è ancora verificata quando se ne parla o scrive, cioè colloca l'azione in un tempo posteriore rispetto al momento in cui si parla o si scrive.
In latino l'indicativo futuro si forma dal tema del presente, al quale si aggiungono il suffisso modale-temporale -bi-, ma con un'alternanza nel corso della coniugazione di -bo, -bu all'attivo e -bo, -be, -bu al passivo) per i verbi della 1° e 2° coniugazione, oppure -e- per quelli della 3° e 4° coniugazione (ma -a- per la 1° persona singolare) e le desinenze personali attive o passive.

La 1° e la 2° coniugazione formano il futuro secondo il seguente schema:

  • TEMA DEL PRESENTE (TP) + Suffisso temporale -bo-/-bi-/-bu- + desinenze personali (attive o passive)

DOWNLOAD  • Indicativo futuro

Contenuti:   •Introduzione   •Come si forma   •Futuro della 1° e 2° coniugazione   •Futuro della 3° e 4° coniugazione   •FOCUS: Sembrano uguali ma...   •Tabelle comparative del presente/futuro indicativo   •FOCUS LESSICALE: moveo e trado

Cristina Esposito  • Indicativo futuro attivo (durata 5'47)

Verbi in -IO

I verbi a coniugazione mista sono anche detti verbi in -IO a causa della terminazione della 1° persona del presente indicativo. Il tema del presente è I breve (non lunga come nei verbi della 4°) e le particolarità della lora coniugazione riguardano solo i tempi derivati dal tema del presente.

DOWNLOAD  •  Verbi in -IO

Contenuti:  • Coniugazione dei verbi in IO   • riflessione sul lessico: capio, pario, iacio   • Storia di parole: CAPTIVUS

amavi, amavisti, amavit
amavimus, amavistis, amaverunt

INDICATIVO Perfetto

L'indicativo perfetto latino può corrispondere, a seconda del contesto a tre tempi italiani: il passato remoto, il passato prossimo, il trapassato remoto. Si forma dal TEMA del PERFETTO + desinenze caratteristiche di questo tempo. Il tema del perfetto si ricava dal paradigma verbale (3° voce), togliendo la desinenza -I dalla prima persona singola redell'indicativo perfetto. Da questo tema, oltre al perfetto indicativo si formano:

  • piuccherperfetto e futuro anteriore indicativo
  • perfetto e piuccherperfetto congiuntivo
  • infinito perfetto attivo.
Le desinenze del perfetto indicativo sono identiche per tutte e quattro le coniugazioni.

DOWNLOAD  •  Indicativo PERFETTO attivo

Contenuti:  •  4 coniugazioni;  • verbo SUM.

DOWNLOAD  •  Indicativo PERFETTO passivo

Contenuti:  •  4 coniugazioni;  • Forma passiva impersonale

laudaveram
laudatus, -a, -um  eram

INDICATIVO Piuccheperfetto

Il piuccheperfetto latino esprime un rapporto di anteriorità nel passato e corrisponde al corrisponde al trapassato prossimo italiano. Come in italiano è usato generalmente come tempo relativo.
La forma attiva si costruisce:

tema del PERFETTO + suffisso modale temporale -ERA + desinenze personali attive

La forma passiva è perifrastica e si forma:
PARTICIPIO PERFETTO (concordato al nominativo con il soggetto)
+ IMPERFETTO del verbo SUM

DOWNLOAD  •  Indicativo Piuccheperfetto

Contenuti:  •  Tempi assoluti e tempi relativi  • Come si forma il piuccheperfetto attivo (4 coniugazioni)  • Piuccheperfetto verbo SUM  • piuccheperfetto passivo (4 coniugazioni)  • FOCUS LESSICALE:  • Cedo  • Cogito et intellego  • Verto

INDICATIVO Futuro anteriore

...

ama    amate
amato amato amatote amanto

IMPERATIVO presente e futuro

In latino il modo IMPERATIVO esprime un ordine, un invito, un'esortazione e ha due tempi, il presente e il futuro; quest'ultimo, assente in italiano, è usato quando l'ordine o l'esortazione sono destinati a restare validi nel tempo oppure non prevedono un'esecuzione immediata (lo troviamo soprattutto nelle leggi e nelle massime); si impiega anche in periodi che presentano altri verbi al futuro.

DOWNLOAD  •  Imperativo presente e futuro

Contenuti:  •  4 coniugazioni  • verbi in -IO  • verbo SUM

AMARE - AMARI

INFINITO

Il modo infinito è una forma del verbo determinata nel tempo – che può essere presente (andare) o passato (essere andato), e in alcune lingue, come il latino (iturum esse), anche futuro – ma indeterminata nella persona e nel numero, che esprime puramente il processo verbale astratto.
L'infinito può essere adoperato con funzione di sostantivo (per es., «riconoscere qualcuno dall’andare», cioè dal suo modo d’incedere), e talora divenuto vero e proprio sostantivo (il piacere, il dispiacere, il volere, il potere, il parere, ecc.), con possibilità di formare anche il plurale (i piaceri, ecc.).

INFINITO presente attivo presente passivo perfetto attivo perfetto passivo futuro attivo futuro passivo
AMARE AMARI AMAVISSE AMATUM, -AM, -UM ESSE AMATURUM, -AM, -UM ESSE AMATUM IRI
MONĒRE MONERI MONUISSE MONITUM, -AM, -UM ESSE MONITURUM, -AM, -UM ESSE MONITUM IRI
LEGĔRE LEGI; LEGISSE LECTUM, -AM, -UM ESSE LECTURUM, -AM, -UM ESSE LECTUM IRI
AUDIRE AUDIRI; AUDIVISSE AUDITUM, -AM, -UM ESSE AUDITURUM, AM, -UM ESSE AUDITUM IRI
DOWNLOAD  • INDICATIVO presente e INFINITO

Contenuti: Schema per la formazione dell'Indicativo presente nelle quattro coniugazioni


DOWNLOAD  • INFINITO e Subordinata infinitiva

Contenuti:  • INFINTO presente attivo e passivo  • INFINTO perfetto attivo e passivo  • INFINTO futuro attivo e passivo  • SUBORDINATA INFINTIVA: il costrutto ACCUSATIVO+INFINITO

PARTICIPIO Presente

In latino il participio possiede tre tempi: presente, perfetto, futuro.
Il participio presente si forma:
TEMA del presente + suffusso -NT + DESINENZE degli aggettivi di seconda classe.
Si declina sul modello degli aggettivi ad una sola uscita in -ANS, -ANTIS e -ENS, ENTIS.
Il nominativo è sigmatico per tutti e tre i generi con la caduta della dentale -t- davanti alla desinenza -s

Come gli aggettivi della seconda classe, anche i participi presenti hanno:

  • il genitivo plurale in -ĬUM
  • i casi diretti del neutro plurale in -ĬA
  • l'ablativo singolare esce in -I se il participio è usato come un attributo
  • l'ablativo singolare esce in -E se il participio è usato come un sostantivo o confunzione di verbo
DOWNLOAD  •  PARTICIPIO Presente

Contenuti:  • Come si forma il participio presente?  • Particolarità

PARTICIPIO Perfetto

In latino il participio possiede tre tempi: presente, perfetto, futuro.
Il participio perfetto si forma togliendo al tema del SUPINO (4° voce del paradigma verbale) la desinenza -UM e aggiungendo -US, -A, UM. Si declina come gli aggettivi della prima classe e concorda in caso, genere e numero con il nome a cui si riferisce. Ha valore esclusivamente passivo e lo possiedono solo i verbi transitivi.

Funzione nominale
In latino, come in italiano, il participio perfetto può essere usato come:

  • aggettivo;
  • nome;
  • complemento predicativo.

DOWNLOAD  •  PARTICIPIO perfetto

Contenuti:  • Funzione nominale del participio perfetto;  • Come si forma

PARTICIPIO Futuro e Perifrastica

In latino il participio futuro (mancante in italiano) si forma partendo dal tema del supino a cui si aggiungono i suffissi -URUS, -URA, -URUM.

Il participio futuro:

  • esprime un rapporto di posteriorità rispetto all'azione della reggente;
  • ha semprevalore attivo e l possiedono tutti i verbi, tranne quelli privi di supino;
  • conferisce al nome con cui è concordato la qualità peculiare di essere sul punto di fare, di avere intenzione di fare o di essere destinato a fare qualcosa.
Anche il participio futuro può avere:
  • funzione di aggettivo (funzione attributiva) e lo si traduce con una relativa
  • funzione di sostantivo (funzione sostantivata) e lo si traduce con una relativa preceduta da un pronome dimostrativo (es. colui/colei/coloro che...)
DOWNLOAD  •  PARTICIPIO futuro e Perifrastica attiva

Contenuti:  • Come si forma  • Funzione nominale del participio futuro;  • Perifrastica attiva

Verbi DEPONENTI e Semideponenti

I verbi deponenti si definiscono così perché "depongono" (cioè abbandonano) le desinenze attive e assumono quelle passive benché il loro significato sia attivo (a volte riflessivo). Possono essere transitivi ( hortor, abitror, imitor...) oppure intransitivi ( profiscor, nascor, morior...).

Come i verbi attivi, i deponenti sono classificati in quattro coniugazioni:

  • -ARI
  • -ERI
  • -I
  • -IRI
La flessione coincide con quella dei verbi passivi. Fanno eccezione pochi modi e tempi con froma attiva e significato attivo:
  • participio presente hortans, hortantis "che esorta"
  • participio futuro hortaturus, -a, -um "che esorterà"
  • infinito futuro hortaturum, -am, -um "essere per esortare"
  • supino attivo hortatum "a esortare"

Verbi Semideponenti

Nei tempi derivati dal tema del presente i verbi semideponenti hanno forma attiva, mentre nei tempi derivati dal tema del perfetto hanno forma passiva, ma significato attivo.

DOWNLOAD  •  Verbi Deponenti e Semideponenti

Contenuti:  • Come si declinano  • Imperativo dei verbi Deponenti  • Verbi deponenti in -IOR
SEMIDEPONENTI  •  Elenco  • Alcune osservazioni

CONGIUNTIVO Presente e Imperfetto

PRESENTE

Il congiuntivo presente attivo e passivo delle coniugazioni regolari si forma dal tema del presente (con o senza la mediazione della voclae tematica) secondo lo schema:
TEMA DEL PRESENTE + Suffisso modale temporale -a- (-e- per la 1° coniugazione) +Desinenze personali attive e passive.

IMPERFETTO

Il congiuntivo presente attivo e passivo delle coniugazioni regolari si forma dal tema del presente secondo lo schema:
TEMA DEL PRESENTE + Suffisso modale-temporale -RE- +Desinenze personali attive e passive.

In pratica basta aggiungere le desinenze personali all'INFINITO PRESENTE ATTIVO

DOWNLOAD  •  Congiuntivo presente e imperfetto

Contenuti: CONGIUNTIVO PRESENTE  • Come si forma  • Coniugazione attiva e passiva
CONGIUNTIVO IMPERFETTO  • Come si forma  • Coniugazione attiva e passiva
 • Congiuntivo del verbo SUM  • CONGIUNTIVO ESORTATIVO

CONGIUNTIVO Perfetto e Piuccheperfetto

PERFETTO

Il congiuntivo perfetto corrisponde al congiuntivo passato italiano. Alla forma attiva si costruisce:
TEMA DEL PERFETTO + Suffisso modale temporale -ERI- + Desinenze personali attive.

Alla forma passiva è perifrastico e si costruisce:
PARTICIPIO PERFETTO (concordato al nominativo con il soggetto) + Congiuntivo presente di SUM

PIUCCHEPERFETTO

Il congiuntivo piuccheperfetto si forma secondo lo schema:
TEMA DEL PERFETTO + Suffisso modale temporale -ISSE- + Desinenze personali attive.

Alla forma passiva è perifrastico e si costruisce:
PARTICIPIO PERFETTO (concordato al nominativo con il soggetto) + Congiuntivo imperfetto di SUM

DOWNLOAD  •  Congiuntivo perfetto e piuccheperfetto

Contenuti: CONGIUNTIVO PERFETTO • Come si forma  • Coniugazione attiva e passiva
CONGIUNTIVO PIUCCHEPERFFETTO  • Come si forma  • Coniugazione attiva e passiva
 • Congiuntivo perfetto e piuccheperfetto del verbo SUM

SINTASSI

La sintassi è la parte della linguistica che descrive e studia il modo in cui i vari elementi del discorso si uniscono per formare degli enunciati. Diversi sono i metodi, alcuni di diffusione recente, usati dagli studiosi per rendere ragione di fenomeni che coinvolgono da un lato l'articolazione degli elementi morfologici e dall'altro la vera e propria espressione del pensiero. [...] Si considera frase semplice un enunciato costituito, secondo la terminologia tradizionale dell'analisi logica, da soggetto e predicato. A questi due elementi (talora uno dei due può essere sottinteso) se ne possono aggiungere altri, ovvero i vari tipi di complemento. In latino il sistema dei casi, che si applica a nomi, pronomi e aggettivi permette di identificare la funzione attribuita a tali parole nella frase. In italiano, invece, è determinante l'ordine delle parole per distinguere il soggetto dal complemento oggetto e l'uso delle preposizioni per formare i complementi indiretti.

Dativo di possesso

Per esprimere il possesso o l'appartenenza il latino ricorre spesso al costrutto formato dal verbo SUM + DATIVO* (*che indica il possessore). Tale costrutto si definisce DATIVO DI POSSESSO e si usa di preferenza per esprimere il possesso di cose astratte; per quello di cose concrete, invece, si incontra più spesso HABEO o POSSIDEO.
Quando si traduce in italiano un dativo di possesso occorre procedere in questo modo:

  • il dativo latino diventa il soggetto della proposizione italiana;
  • il verbo SUM si traduce con avere al tempo e al modo corrispondenti (la persona invece si regola su quella del nuovo soggetto italiano);
  • il nominativo latino diviene il complemento oggetto italiano.

DOWNLOAD  • Dativo di possesso
Pausanias

Doppio Dativo

Si definisce DOPPIO DATIVO l'uso combinato di due dativi, uno di FINE (o di effetto) e l'altro di VANTAGGIO (o di svantaggio).
Tale costruzione è richiesta da alcuni verbi specifici:

  • SUM = sono di / torno a
  • TRIBUO = attribuisco a
  • VERTO = imputo a
  • MITTO = mando in
  • RELINQUO = lascio in
  • VENIO = vengo in
    1. e da alcune espressioni fraseologiche:
  • DONO / MUNERI ALIQUID DO = do in dono qualcosa
  • AUXILIO VENIO / MITTO = vengo/mando in aiuto


Pausanias venit Atticis auxilio (Cornelio Nepote)
Pausania venne in aiuto (dativo di fine) agli Attici (dativo di vantaggio).

DOWNLOAD  • Doppio dativo

Subordinata causale

In latino esistono due tipi di proposizioni causali: le oggettive (o reali) e le soggettive (o oblique). È considerata una OGGETTIVA/REALE una causa che risulta oggettivamente vera o che è ritenuta tale da chi parla o da chi scrive. La causale oggettiva ha il vero al modo INDICATIVO ed è introdotta dalle seguenti congiunzioni:

  • QUOD (perché, perciò)
  • QUIA (poiché, perché)
  • QUONIAM (poiché, dal momento che)
  • QUANDOQUIDEM (poiché, dal momento che)
  • SIQUIDEM(poiché, dal momento che)
  • PROPTEREA QUOD (per questo che)

ESEMPIO
Nostrae cohortes, quod neque ordines servabant neque firmiter insistebant, magnopere pertubabantur - (Cesare)
Le nostre coorti poiché non si mantenenvano in fila né stavano salde, erano notevolmente scompigliate.

JC Slide  • Subordinata causale (oggettiva)
Contenuti: •Subordinata causale con l'Indicativo

Subordinata temporale

In latino la proposizione temporale può avere il verbo all'INDICATIVO o al CONGIUNTIVO. Le prime sono le più frequenti e sono introdotte dalle seguenti congiunzioni:

  • •CUM • UBI • UT (quando) - rispetto alla reggente esprime contemporaneità
  • •DUM (mentre) - rispetto alla reggente esprime contemporaneità
  • •CUM PRIMUM • UT PRIMUM • UBI PRIMUM • SIMUL AT/ATQUE STATIM UT (non appena, appena che) - rispetto alla reggente esprime contemporaneità o precedenza immediata
  • •ANTEQUAM/ANTE QUAM • PRIUSQUAM/ PRIUS QUAM (prima che) - rispetto alla reggente esprime posteriorità
  • •POSTQUAM (dopoche) - rispetto alla reggente esprime anteriorità
  • •QUAMDIU •DONEC •QUOAD •DUM (finché) - indica un'uguaglianza di durata tra l'azione della reggente e quella della temporale.

ESEMPIO
Iam nuptiae imminebant cum amici pervenerunt
Già le nozze erano imminenti quando arrivarono gli amici.

JC Slide  • Subordinata temporale
Contenuti: •Subordinata temporale con l'Indicativo   • Relazioni di anteriorità tra reggente e subordinata

Subordinata relativa

Diversamente dall'italiano, il latino ha un solo pronome relativo QUI, QUAE, QUOD. Come tutti i pronomi latini, anche i relativi presentano:

  • il genitivo singolare di tutti e tre i generi in -IUS (CUIUS);
  • il dativo singolare di tutti e tre i generi in -I (CUI).
I pronomi relativi, gli avverbi relativi e gli avverbi relativi-indefiniti introducono la PROPOSIZIONE RELATIVA, la quale può presentare il verbo all'indicativo (RELATIVA PROPRIA) o al congiuntivo (RELATIVA IMPROPRIA).

ESEMPIO
T. Caelius Terraciniensis, homo non obscurus, qui in conclavi cum filiis suis dormiebat, inventus est mane iugulatus - (Cicerone)
Tito Celio di Terracina, uomo di nobili origini, che (il quale) dormiva con i suoi figli nella stanza da letto, la mattina fu trovato strangolato.

JC Slide  • Pronomi relativi e Subordinata relativa
Contenuti: •Pronome relativo   • Complemento di compagnia con i pronomi relativi    •Avverbi relativi •Proposizione relativa PROPRIA   •Antecedente nella relativa   •La concordanza   •Omissione dell'antecedente (dimostrativo/determinativo)   •Prolessi del relativo   •Nesso relativo
JC Channel  • Quod, pronome o congiunzione
Come distinguere QUOD pronome relativo dall'omonima congiunzione (subordinata causale)
JC Channel  • Subordinata relativa
Come distinguere la prolessi, dal nesso relativo dall'omissione dell'antecedente

Proposizione interrogativa ed esclamativa

La proposizione interrogativa diretta è una proposizione indipendente che si riconosce facilmente perché ha il punto di interrogativo in fondo e rivolge una domanda all'interlocutore. Presenta in genere il verbo al modo indicativo.
L'interrogativa semplice può essere introdotta da pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi.

Le interrogative disgiuntive sono formate da due o più proposizioni che si escludono a vicenda. I membri della disgiuntiva possono essere introdotti da: utrum, -ne (enclitico), o da nessuna particella; il secondo membro è sempre introdotto da an.

L'interrogativa diretta, semplice o disgiuntiva può essere:

  • reale (ignora la risposta)
  • retorica: sono introdotte da nonne (se è implicita una risposta affermativa) o da num (se è implicita una risposta negativa)
  • enfatica: quando presenta l'infinito e sottintende un verbo di opinione.

Proposizione esclamativa

È una proposizione introdotta da pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi usati in funzione esclamativa. Nello scritto è riconoscibile per la presenza del punto esclamativo.

JC Slide  • Proposizioni interrogative ed esclamative
Contenuti: PROPOSIZIONE INTERROGATIVA •Come si forma   • Interrogative disgiuntive    •Interrogative reali, retoriche ed enfatiche   •PROPOSIZIONE ESCLAMATIVA

Subordinata infinitiva

Le infinitive sono subordinate completive implicite che nel periodo svolgono la funzione di soggetto o di complemento oggetto del predicato verbale della reggente e si chiamano perciò soggettive o oggettive.

Si caratterizzano per:

  • soggetto in accusativo
  • verbo all'infinito

CONSECUTIO TEMPORUM

Nelle completive si usa:

  • infinito presente quando l'azione della subordinata è contemporeanea a quella della reggente
    Vos video esse fideles (Vedo che siete leali)
  • infinito perfetto quando l'azione della subordinata è anteriore a quella della reggente
    Seditionem fuisse constabat (Era chiaro che c'era stata una rivolta)
  • infinito futuro quando l'azione della subordinata è posteriore a quella della reggente
    Rem publicam putabisti deletum iri (Hai ritenuto che lo stato sarebbe stato distrutto)

JC Slide  • Subordinate infinitive
Contenuti: Soggettive   • Oggettive    •Dichiarative

Subordinata finale

La subordinata finale espirme per quale fine o intenzione si verifica quanto affermato nella reggente e svolge la stessa funzione che nella frase semplice è svolta dal complemento di fine o scopo.

È introdotta da:

  • UT/UTI (affermativa) + CONGIUNTIVO
  • NE (negativa) + CONGIUNTIVO

CONSECUTIO TEMPORUM

La finale si regge su un rapporto di contemporaneità, quindi vuole l'uso del

  • congiuntivo presente quando l'azione della reggente è espressa al presente o futuro
  • congiuntivo imperfetto quando l'azione della reggente è espressa in un tempotempo storico

JC Slide  • Subordinata finale
Contenuti:  • Come si forma  • Come coordinare due finali  • La relativa con valore finale

Subordinata volitiva

La subordinata subordinata completiva volitiva, pur svolgendo una funzione indispensabile (di completamento) della reggente, ha una struttura nettamente distinta dalle infinitive oggettive e soggettive.

È introdotta da:

  • UT/UTI (affermativa) + CONGIUNTIVO
  • NE (negativa) + CONGIUNTIVO

CONSECUTIO TEMPORUM

Vuole l'uso del

  • congiuntivo presente quando l'azione della reggente è espressa al presente o futuro
  • congiuntivo imperfetto quando l'azione della reggente è espressa in un tempotempo storico

Dipende da verbi che esprimono volontà, intenzione, esortazione, comando:

  • domandare, chiedere, pregare...
  • persuadere, esortare, consigliare...
  • ordinare, volere, stabilire...
  • desiderare, sperare...
  • provvedere, darsi da fare, fare attenzione a...
  • permettere, concedere...

JC Slide  • Subordinata completiva VOLITIVA
Contenuti:  • Come si forma  • Consecutio temporum  • Verbi che reggono la volitiva  • Come disitinguere volitiva e finale

CUM narrativo

La proposizione narrativa (CUM + CONGIUNTIVO) è molto frequente nei testi latini in prosa, in particolare negli storici: viene chiamato anche CUM HISTORICUM o NARRATIVUM.

CONSECUTIO TEMPORUM

Il cum narrativo instaura con la reggente una rigorosa relazione temporale basata su un rapporto di anteriorità o di contemporaneità regolato dalla consecutio temporum:

  • CONTEMPORANEITÀ - congiuntivo presente quando l'azione della reggente è espressa al presente o futuro
  • CONTEMPORANEITÀ - congiuntivo imperfetto quando l'azione della reggente è espressa al tempo storico
  • ANTERIORITÀ - congiuntivo perfetto quando l'azione della reggente è espressa in un tempopresente o futuro
  • ANTERIORITÀ - congiuntivo piuccheperfetto quando l'azione della reggente è espressa in un tempotempo storico

Il cum arrativo è una costruzione polivalente, cioè può assumere diversi valori a seconda del contesto:

  • temporale
  • causale
  • concessivo
  • avversativo
Si può rendere in italiano in forma esplicita o implicita

JC Slide  • CUM narrativo
Contenuti:  • Consecutio temporum  • Valori del CUM narrativo  • Come renderlo in italiano

Subordinata consecutiva

In latino la consecutiva è introdotta dalla congiunzione U (che, da) e UT NON (che non, non). Ha il verbo al:

  • congiuntivo presente se la conseguenza espressa sussite nel presente
  • congiuntivo imperfetto o perfetto se la conseguenza è riferita al passato.

La proposizione consecutiva è spesso anticipata nella reggente da un elemento correlativo che può essere un:

  • avverbio (ita, sic, tam, adeo, eo)
  • pronome aggettivo correlativo: • is, ea, id (si traduce con "tale")   •talis, tale   • tantus, tanta, tantum   • tot )

IL VALORE DEI TEMPI VERBALI

I tempi verbali hanno valore assoluto:

  • PRESENTE - se la conseguenza espressa sussite nel presente
  • IMPERFETTO - se la conseguenza espressa è riferita al passto ed ha valore durativo
  • PERFETTO - se la conseguenza espressa è riferita al passto ed ha valore momentaneo o assoluto

RELATIVA CONSECUTIVA

La proposizine relativa può avere valore consecutio e in tal caso viene esoressa al congiuntivo (presente, imperfetto, perfetto) secondo le regole della consecutiva.

ESEMPIO
Nemo est tam senzex qui se annum non putet posse vivere – (Cicerone)
Nessuno è tanto vecchio da non ritenere di pote vivere (ancora) un anno.

JC Slide  • Consecutiva
Contenuti:  • Come si forma  • Elementi correlativi  • Valori dei tempi verbali  • Proposizione relativa con valore consecutivo

Subordinata dichiarativa

La completiva dichiarativa introdotta dalla congiunzione U (che, da) e UT NON (che non, non) completa il senso della reggente enunciando un avvenimento o dichiarando un fatto. Ha il verbo al congiuntivo ed è sottoposta alle regole della CONSECUTIO TEMPORUM. Solitamente il rapporto che lega la completiva dichiarativa alla reggente è la contemporaneità:

  • congiuntivo presente in dipendenza da un tempo principale
  • congiuntivo imperfetto in dipendenza da un tempo storico
  • congiuntivo perfetto (raro) segnala un rapporto di anteriorità rispetto a un tempo principale.

DIPENDENZA DA...

La completiva dichiarativa (o di fatto) dipende da verbi che indicano:

  • un fatto o un avvenimento: Fit ut, accidit ut, contingit ut, evenit ut (accadde che...)  •Fieri potest ut (è possibile che...)
  • conseguenza o risultato: Sequitur ut / accedit ut (da ciò deriva che...)  • Facio ut / efficio ut (faccio in modo che...)  • Facere non possum ut non (o quin) (non posso fare a meno di...)  •Restat ut / relinquitur ut / reliquum est ut (rimane che, rimane il fatto che...)
  • espressioni formate da NOME o AGGETTIVO NEUTRO o AVVERBIO + SUM mos est ut (è consuetudine che...)

JC Slide  • Dichiarativa
Contenuti:  • Come si forma  • Consecutio temporum  • Da quali verbi dipende

Subordinata interrogativa indiretta

La subordinata interrogativa indiretta sono subordinate completive e dipendono da verbi che significano:

  • chiedere, domandare, sapere, non sapere, informarsi
  • accorgersi, percepire...
Hanno sempre il verbo al congiuntivo ed è sottoposta alle regole della CONSECUTIO TEMPORUM.

INTERROGATIVE INDIRETTE SEMPLICI, REALI E RETORICHE

Le interrogative indirette semplici sono introdotte dagli stessi pronomi, aggettivi o avverbi intrrogativi che introducno le interrogative dirette.

In assenza di tali elementi si usano le particelle interrogative -NE (enclitico) o NUM (senza valore retorico) che in italiano vanno rese con se.

Le interrogative indirette retoriche sono introdotte da:

  • NONNE (se non): per formulare una domanda retorica la cui risposta è affermativa
  • NUM (forse) per formulare una domanda retorica la cui risposta è negativa

INTERROGATIVE INDIRETTE DISGIUTIVE

Usano le stesse particelle che introducono le interrogative dirette disgiuntive:

  • 1° MEMBRO: UTRUM, -NE "se>", oppure nessuna particella
  • 2° MEMBRO: AN "o"
L'espressione disgiuntiva "o no" viene espressa con NECNE

CONSECUTIO TEMPORUM

Le interrogative indirette hanno il verbo al congiuntivo e sono sottoposte alle regole della CONSECUTIO TEMPORUM.

REGGENTE
INTERROGATIVA INDIRETTA
     contemporaneità        anteriorità       posteriorità  
tempi principali congiuntivo presente congiuntivo perfetto participio futuro
  + congiuntivo presenteverbo SUM
tempi storici congiuntivo imperfetto congiuntivo piuccheperfetto participio futuro
  + congiuntivo imperfetto verbo SUM
JC Slide  • Interrogative indirette
Contenuti:  • Come si forma  • Interrogative indirette semplici, reali e retoriche  • Interrogative indirette disgiuntive  • Consecutio temporum

Subordinata relativa impropria

La subordinata relativa impropria presenta il verbo al congiuntivo.

Equivale a proposizioni circostanziali con valore:

  • finale (affinché)  • qui = ut is,ea,id
  • consecutivo (tanto che)  • qui = ut is,ea,id,   tam... tale, talis
  • causale (poiché, dal momento che) qui = cum, quod is    quippe, ut, utpote
  • condizionale (se) qui = si quis
  • concessivo (sebbene) qui = quamvis is (sebbene egli...)
  • avversativo (mentre invece)
  • Il pronome relativo, a seconda del contesto, dovrà quindi essere tradotto con una congiunzione finale, causale etc.

    RELATIVE OBLIQUE

    Attenzione: le relative proprie talvolta possono presentare il congiuntivo quando esprimono il pensiero di una persona diversa da chi parla o scrive: in questi casi si rendono di solito con espressioni come "secondo lui/lei/loro...".

    JC Slide  • Relative improprie
    Contenuti:  • Come riconoscerle  • Come tradurle  • FOCUS: Relativa obliqua

Participio congiunto

In latino il participio (presente, perfetto, futuro) con funzione verbale equivale a una proposizione subordinata circostanziale* con valore:

  • causale (poiché, dal momento che...)
  • temporale (prima che, dopo che, mentre...)
  • condizionale (ipotetica) (se, qualora...)
  • concessivo (sebbene)
  • finale (perché)
Quando è concordato con un termine della reggente da cui dipende si definisce PARTICIPIO CONGIUNTO.

Se invece fa parte di un costrutto autonomo, in cui si trova espresso in ablativo in combinazione con un nome o un pronome, anch'esso in ablativo, costitutisce un PARTICIPIO ASSOLUTO (vedi ABLATIVO ASSOLUTO).

Participio congiunto al PRESENTE

Ha sempre significato attivo e stabilisce un rapporto di contemporaneità. Si può tradurre con:

  • Gerundio presente attivo
  • Proposizione subordinata circostanziale*
  • Participio congiunto al PERFETTO

    Ha significato passivo con i verbi transitivi attivi e attivo con i verbi deponenti; stabilisce un rapporto di anteriorità. Si può tradurre con:

    • Participio passato (solo per i verbi attivi)
    • Gerundio passato passivo (solo per i verbi attivi)
    • Gerundio passato attivo solo per i verbi deponenti transitivi. NB. È possibile solo se il participio perfetto è al NOMINATIVO
    • Proposizione subordinata circostanziale*, legata alla reggente da un rapporto di anteriorità
    • Participio congiunto al FUTURO

      Ha significato attivo e stabilisce un rapporto di posteriorità. Si può tradurre con:

      • Perifrasi con il gerundio (es. essendo sul punto di... avendo intenzione di...). NB. È possibile solo se il participio è al NOMINATIVO
      • Proposizione subordinata causale o temporale (es. quando sta/stava per...; poiché sta/stava per...).
      • Proposizione subordinata finale
      • JC Slide  • Participio congiunto
        Contenuti:  • Come riconoscerlo  • Come tradurlo

I complementi

Nell’analisi logica, i complementi sono quegli elementi che completano la frase, aggiungendosi al soggetto e al predicato (che ne costituiscono la parte essenziale) e agli eventuali attributi e apposizioni. Una distinzione fondamentale è quella tra complementi diretti - cioè che dipendono direttamente dal verbo (complementi oggetto, predicativo del soggetto e dell’oggetto) - e i complementi indiretti – ovvero tutti gli altri complementi – sono collegati indirettamente (cioè tramite preposizioni) all’elemento da cui dipendono.

DOWNLOAD  • I complementi diretti e indiretti in Latino

La lista completa dei complementi in latino corredata da esempi


Abbondanza e privazione

Il complemento di abbondanza e quello di privazione indicano rispettivamente ciò di cui qualcuno o qualcosa è fornito in abbondanza o ciò di cui qualcuno o qualcosa è privo (o mancante o bisognoso). Si esprimono con l'ABLATIVO semplice.

Si costruiscono l'ablativo di abbondanza o di privazione alcuni verbi (abundo, afflui, careo, compleo, impleo, faudo, privo, orbo, spolio, deficio...); e gli aggettivi (plenus, onustus, repletus, praeditus, nudus, orbus, vacuus...).

  • ATTENZIONE: l'aggettivo plenus e i verbi egeo e indigeo possono reggere sia l'ABLATIVO semplice che il GENITIVO semplice.
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Agente e Causa efficiente

Il complemento d’agente indica l’essere animato (persona o animale) che compie un’azione espressa da un verbo passivo. Si esprime con A/AB + ABLATIVO.


Il complemento di causa efficiente indica l’essere inanimato che compie un’azione espressa da un verbo passivo. Si esprime con ABLATIVO semplice.

DOWNLOAD  • Complemento Agente e Causa efficiente

Allontanamento o separazione

Il complemento di allontanamento (o separazione) indica la persona, la cosa o il luogo da cui ci si allontana o ci si separa. Si esprime con:
l'ABLATIVO semplice
A/AB + ablativo (separazione da una persona), E/EX, DE + ablativo.
La scelta dipende dai verbi, nomi o aggettivi che le reggono ed è chiarita dal dizionario.

Il complemento di allontanamento è retto per lo più da verbi che significano:

  • tener lontano, allontanare (arceo, pello, amoveo);
  • liberare, difendere, sciogliere ( libero, defendo, solvo);
  • separare, distinguere, dividere (separo, distinguo, divido, seiungo).

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Argomento

Il complemento di argomento indica l’argomento di cui si parla o si scrive. Si esprime DE + ABLATIVO; tuttavia nel caso in cui si tratti del titolo di un'opera e questa corrisponda al nome di una persona può essere espresso anche semplicemente al NOMINATIVO (ESEMPIO: Lelius liber).

DOWNLOAD  • Complemento di argomento
ob inopiam vini...

Causa

Il complemento di causa indica il motivo per cui si compie un’azione o avviene un fatto. Si esprime:

  • ABLATIVO semplice: quando la causa è interna al soggetto
  • OB/PROPTER + ACCUSATIVO: quando la causa è esterna al soggetto
  • PRAE + ABLATIVO: quando la causa impedisce il realizzarsi dell'azione espressa dal verbo (CAUSA IMPEDIENTE)
  • EX, DE, AB + ABLATIVO: quando la causa è vista come il punto da cui si origina qualcosa

DOWNLOAD  • Complemento di causa

Compagnia e unione

Il complemento di compagnia e di unione indica rispettivamente l’essere animato o la cosa insieme a cui si compie un’azione o avviene un fatto.
Si esprime con CUM + ABLATIVO

DOWNLOAD  • Complemento di compagnia e unione
Visitamus Melitam insulam

Denominazione

Il complemento di denominazione è un NOME PROPRIO che specifica un nome generico. In latino è di fatto un’APPOSIZIONE CONCORDA nel caso del nome che specifica.

DOWNLOAD  • Complemento di denominazione
• ad/in patriae custodiam;   • patriae custodiae causā

Fine

Il complemento di fine indica lo scopo/il fine per cui si fa o avviene qualche cosa. Si esprime:

  • DATIVO semplice
  • AD / IN + ACCUSATIVO
  • GENITIVO + CAUSĀ / GRATIĀ
  • ABLATIVO semplice: raramente e solo nelle locuzioni.

DOWNLOAD  • Complemento di fine

Limitazione

Indica l’ambito o entro quali limiti è valido ciò che viene affermato. Si esprime in ABLATIVO semplice, spesso sorretto da verbi come supero, excello, emineo, praecedo e/o aggettivi come notus, clarus, illustris, che indicano superiorità o eccellenza.

ESEMPIO - Valentinianus vir sententiā meā eruditus fuit
(A mio parere Valentiniano fu un uomo erudito)

DOWNLOAD  • Complemento di limitazione
Agricolae in campis sunt
(I contadini sono nei campi)

Luogo

I complementi di luogo sono quattro:

  • complemento di STATO IN LUOGO risponde alla domanda Dove? e vengono tradotti in latino da IN + ABLATIVO;
  • complemento di MOTO A LUOGO risponde alla domanda Verso dove? e vengono tradotti in latino da IN/AD + ACCUSATIVO;
  • complemento di MOTO DA LUOGO risponde alla domanda Da dove? e vengono tradotti in latino da A/AB, E/EX, DE + ABLATIVO;
  • complemento di MOTO PER LUOGO risponde alla domanda Attraverso quale luogo? e vengono tradotti in latino da PER + ACCUSATIVO;
I nomi di città e piccola isola presentano delle eccezioni.

DOWNLOAD  • Stato in Luogo e Moto a Luogo
DOWNLOAD  • Moto da Luogo e Moto per Luogo
DOWNLOAD  • I complementi di luogo
DOWNLOAD  • Particolarità circa i complementi di luogo
Contenuti: Sintesi delle modalità di formazione dei complementi di STATO IN LUOGO, MOTO A LUOGO, MOTO DA LUOGO, MOTO PER LUOGO e le rispettive particolarità con i nomi di città, paese e piccola isola sia con nomi della 1° e cella 2° declinazione

Materia

Il complemento di materia indica la sostanza o l’elemento di cui è composto/fatto qualcosa. Si esprime con:

  • E/ EX/ DE + ABLATIVO
  • oppure con l'aggettivo corrispondente.

ESEMPIO: Valeria armilla aurea (ex auro) est

DOWNLOAD  • Complemento di materia

Mezzo

Il complemento di mezzo indica la cosa o l’essere animato mediante cui si compie un’azione o avviene un fatto. Si esprime con l'ABLATIVO semplice.

Tuttavia se il tramite è una persona si esprime con PER + ACCUSATIVO.

DOWNLOAD  • Complemento di mezzo

Modo

Il complemento di modo indica il modo in cui si compie o avviene un’azione. Per non confonderlo con il complemento di mezzo, trasforma il complemento di mezzo in avverbio. Si esprime con (CUM) + ABLATIVO. Se il sostantivo che esprime il modo è accompagnato da un attributo, il CUM può essere omesso o interposto fra l’aggettivo e il sostantivo.

DOWNLOAD  • Complemento di modo

Origine

Il complemento di ORIGINE (o provenienza) indica il luogo di provenienza, la famiglia, la condizione sociale di qualcuno. Si esprime con:
ABLATIVO semplice: quando è indicata la famiglia o la condizione sociale di provenienza,
Catilina nobili genere natus erat - Catilina era nato da nobile famiglia;
A/AB, E/EX, DE + ABLATIVO in presenza di un pronome, di un nome comune che indica l'identità del genitore, quando ha senso figurato, indica un'origine remota o segnala l'origine di un fiume.
Padus flumen ex Alpibus descendit - Il fiume Po scende dalle Alpi

DOWNLOAD  • Complemento di origine (o provenienza)

Predicativi (soggetto e oggetto)

Si tratta di un nome o aggettivo che completa il significato del verbo «predicando» (cioè dicendo) qualcosa del complemento soggetto (complemento predicativo del soggetto) o dell'oggetto (c.p. dell'oggetto). Si esprimono rispettivamente al NOMINATIVO e all'ACCUSATIVO. Sono spesso introdotti da verbi copulativi.

  • Esempio 1) Cicero Antonium inimicum ducit (Cicerone ritiene Antonio un nemico)
  • Esempio 2) Cato provinciam obtinet Sardiniam (Catone ottiene come provicia la Sardegna

DOWNLOAD  • Complemento predicativo del soggetto e dell'oggetto

Qualità

Il complemento di qualità Indica le caratteristiche morali o materiali di qualcuno o qualcosa. Si esprime con:

  • l'ABLATIVO semplice per qualità fisiche e talvolta per qualità morali;
  • il  GENITIVO semplice per qualità morali e per indicare peso, numero e misura.
NB: In latino il complemento di qualità deve essere sempre accompagnato da un aggettivo.
ESEMPIO: Alcibiades vir magnae audaciae fuit

DOWNLOAD  • Complemento di qualità

Tempo

Il complemento di tempo determinato indica il periodo o il momento in cui si verifica un'azione e risponde alle domande "quando? Tra quanto tempo? Entro/per quando?". Si esprime con l'ABLATIVO semplice se accompagnato da un attributo, oppure da IN + ABLATIVO se usato da solo. Può essere però anche introdotto da ANTE (prima) ANTE + ACCUSATIVO e POST (dopo) POST + ACCUSATIVO

Il complemento di tempo continuato indica la durata di un'azione o di una circostanza e risponde alle domande "Per quanto tempo? Da quanto tempo/ da quando? Fino a quando? In quanto tempo? Quanto a lungo?". Si esprime con (PER +) ACCUSATIVO (può infatti essere più o meno preceduto dalla preposizione PER).

DOWNLOAD  • Complemento di Tempo determinato e continuato

Vantaggio/Svantaggio

I complementi di vantaggio e svantaggio indicano rispettivamente a favore o a danno di chi avviene l’azione espressa dal verbo. Si esprimono entrambi con DATIVO semplice.
L'idea specifica di vantaggio nel senso «in difesa di, a favore di» si può rendere anche con PRO + ABLATIVO.

Invece lo svantaggio nel senso di «(andare) contro qualcuno/qualcosa» si può rendere con CONTRA/ADVERSUS + ACCUSATIVO.

DOWNLOAD  • Complemento di Vantaggio e svantaggio

SOS TRADUZIONE

Non è sufficiente conoscere la morfologia del nome e del verbo, ma nel corso degli studi bisogna conseguire una competenza traduttiva. Ciò è possibile se si acquisisce un metodo di traduzione consapevole ed efficace a partire dalle strutture linguistiche che si incontrano con maggiore frequenza nei testi latini e attraverso esempi concreti per affrontare la prova di traduzione in autonomia.

La posizione del Genitivo

In latino il genitivo precede il nome a cui si riferisce.

Catina, Graeciae colonia, multas statuas dearum iactat.

Si tratta di una sequenza molto comune nella lingua latina. Ovviamente nella traduzione dovrai attenerti all'ordine che le parole hanno nella lingua italiana e tradurre il genitivo immediatamente dopo il nome a cui si riferisce.

JC Channel  • Posizione del genitivo e Come risalire dal predicato al soggetto

Video lezione (3'13)

Dal predicato al soggetto

Analizzando il predicato (persona e numero), sarai in grado di risalire al soggetto, che in latino è sempre espresso al caso NOMINATIVO.

Nel caso in cui più parole soddisfino tale requisito, ricordati che il genitivo spesso anticipa il nominativo; fai inoltre affidamento al senso logico della frase.

JC Channel  • Posizione del genitivo e Come risalire dal predicato al soggetto

Video lezione (3'13)

La struttura della frase latina

L'ordine delle parole nella frase latina si discosta visibilmente da quello della frase italiana.

Nonostante la grande libertà delle parole nellaf rase latina, possiamo ricorrere a uno schema di massima per aiutarci nell'analisi e nella traduzione:

  • il verbo si trova di solito alla fine
  • il soggetto (NOMINATIVO) può trovarsi frequentemente all'inizio della frase
  • il complemento oggetto (ACCUSATIVO) si trova prima del verbo
  • il complemento di specificazione (GENITIVO)si trova prima del nome a cui si riferisce
  • il complemento di termine (DATIVO) si trova prima del gruppo OGGETTO+VERBO

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Video lezione (3'49)

Analizzare una frase semplice

L'ordine delle parole in latino è più libero di quello della frase italiana, perciò, prima di iniziare a tradurre, devi individuare gli elementi chiave della frase: cioèpredicato, soggetto, complemento oggetto, complementi indiretti e le loro espansioni.

Nell'analisi della frase i gruppi vanno individuati sempre così:

  • gruppo del predicato
  • gruppo del soggetto (NOMINATIVO) + attributi/apposizioni + complementi indiretti legati direttamenti al soggetto (es. specificazione, qualità, compagnia...)
  • il gruppo del complemento oggetto (ACCUSATIVO) + attributi/apposizioni + complementi indiretti legati direttamenti al soggetto (es. specificazione, qualità, compagnia...)
  • il gruppo del complemento indiretto, cioè tutti quei complementi non legati ai primi tre gruppi (ad esempio, complemento di termine, di luogo, d'agente...)

JC Channel  • Analizzare la frase semplice

Video lezione (4'25)

Analizzare una frase complessa costruita per coordinazione

Nelle precedenti schede si è già illustrato quali siano le operazioni che bisogna compiere per tradurre una frase semplice. In questa scheda vedremo in che modo conviene procedere quanto ci si trova davanti a una frase complessa (o PERIODO) e, più in generale a un testo intero.

JC Channel  • Analizzare una frase complessa costruita per coordinazione

Video lezione (2'59)

Riconoscere e tradurre le preposizioni

Per poter tradurre correttamente una frase semplice è necessario saper riconoscere le preposizioni e memorizzare quale caso reggano. Di norma le preposizioni si costruiscono o con il caso ACCUSATIVO o con l'ABLATIVO. Solo in alcuni casi (IN, SUB, SUPER) possono reggere entrambi.

JC Channel  • Come riconoscere e tradurre le preposizioni

Video lezione (3'28)

La corrispondenza degli elementi

Il latino usa con grande frequenza un tipo di struttura in cui gli elementi linguistici sono disposti in posizione simmetrica secondo uno schema di corrispondenze, cioè di parallelismi. Il riconoscimento di tale struttura può essere utile per l'analisi sintattica e facilitare la comprensione del testo.

JC Channel  • La corrispondenza degli elementi della frase (Parallelismi)

Video lezione (2 minuti)

La valenza

All'interno di una frase il verbo ha la capaictà di stringere legami con le parole o gruppi di parole che gli conferiscono senso compiuto o ne completano il significato. Tale capacità viene denominata valenza.

JC Channel  • La valenza

Video lezione (5 minuti)

Riconoscere sul vocabolario la reggenza dei verbi

Per consultare con successo il vocabolario è indispensabile conoscere la declinazione del pronome-aggettivo aliquis (qualcuno), aliquis (qualcosa), poiché il vocavolario usa tale pronome per indicare la costruzione di molti verbi e aggettivi.

DOWNLOAD  • Come riconoscere la reggenza dei verbi tramite il pronome/aggettivo ALIQUIS/ALIQUID

Contenuti: Attraverso l'analisi dei veri significati del verbo PETO, -IS, PETIVI, PETITUM, PETĔRE (3 coniugazione) riconosciamo le diverse reggenze.

UT: come riconoscerne le funzioni

La congiunzione UT può introdurre varie subordinate. Come fare per orientarsi?
Innanzitutto controllare quale verbo è espresso nella subordinata, infatti:

UT + INDICATIVO:

  • Temporale - quando / allorquando / non appena / allorché...
  • Modale - come

UT + CONGIUNTIVO:

  • Finale - perché / affinché
  • Consecutiva - così tanto...che
  • completiva Volitiva - che
  • completiva Dichiarativa - che

Jes C Channel (YouTube)  • Come riconoscere le funzioni di UT

Durata: 3'11
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