La geografia non si limita al momento della descrizione ma è la scienza "del dove e del perché lì", cioè spiega i fenomeni nello spazio e nel tempo.
La geografia lavora integrando i metodi e i risultati di molte diverse discipline, dalla geologia all'economia dall'antropologia alla demografia.
Il " campo di lavoro" della geografia è definito dall'incontro tra la dimensione naturale, la "natura" e quella umana cioè la "cultura.
I problemi causati da uno squilibrato rapporto fra uomo e ambiente ha accresciuto enormemente l'importanza dell'ecologia.
Il termine ECOLOGIA è un termine coniato (ted. Oekologie) dal biologo E. Haeckel nel 1866. Nasce come ramo della biologia, ma recentemente si è diffusa sia come scienza che come pratica. Si suddivide in numerose branche che toccano tutte problemi di importanza vitale (produttività e sfruttamento delle risorse naturali, conservazione e protezione della natura dal depauperamento ambientale, comprendendo la tutela del paesaggio, la lotta all’inquinamento delle acque, la razionalizzazione degli insediamenti umani, ecc.) nei paesi moderni densamente popolati e in via di massiccia industrializzazione.
La Terra è un complesso geosistema costituito da tanti elementi, una parte dei quali dotata di vita (componenete biotica), l'altra inanimata (componente abiotica). Le componenti biotica e abiotica presenti in un determinato ambiente si influenzano reciprocamente e insieme compongono un'inumerevole serie di sottoinsiemi del geosistema: gli ecosistemi.
Mirabilia (Mondadori)
Contenuti: 1. Impronta ecologica 2. Biocapacità e debito ecologico 3. Degrado del suolo 4. Perdita di biodiversità 5. Inquinamento di aria, acqua, suolo 6. Smaltimento dei rifiuti tossici 7. Sviluppo sostenibile 8. Eco-economia
• Impatto umano sull'ambiente
Le fonti energetiche, come il petrolio, il carbone, l'acqua e la luce solare, rappresentano la base del funzionamento della nostra società. Senza la produzione di energia, infatti, non sarebbe possibile viaggiare, accendere una lampadina, lavorare al computer o guardare la televisione. I combustibili fossili come il petrolio o il carbone rappresentano oggi la fonte energetica più utilizzata. L'energia può essere però prodotta anche da risorse rinnovabili come l'acqua o il Sole, o con l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, che tuttavia incontra molte resistenze. (...) La più importante fonte energetica della nostra civiltà è costituita ancora dai combustibili fossili, prima di tutto carbone e petrolio. Questi combustibili si sono originati dalla trasformazione di grandi quantità di materia organica, proveniente da organismi vegetali e animali.
Metropolis (Pearson)
Contenuti: •Energia e cioclo della materia •Le risorse (rinnovabili, parzialmente rinnovabili, non rinnovabili) •L'uso delle risorse (diffusione non omogenea e sfruttamento intensivo) •Le fonti energetiche primarie •Le fonti energetiche secondarie
Mirabilia (Mondadori)
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L'acqua è la risorsa vitale per eccellenza e priprio la sua presenza abbondante distingue la Terra dagli altri pianeti del sistema solare. L'idrosfera occupa circa i due terzi della superficie terrestre ed è costituita per il 98% circa dalle acque marine, il restante 3% circa è occupato dalle acque continentali (fiumi, laghi, ghiacciai, acque sotterranee). Di queste ultime solo una piccola porzione è disponibile per le attività umane: la maggior parte dell'acqua dolce infatti si trova allo stato solido nei ghiacciai.
FONTE: Periplus, Zanichelli
Insieme all'acqua, il suolo è la risorsa più preziosa che abbiamo: da esso, infatti, attraverso l'agricoltura, l'uomo ricava gran parte dei beni alimentari. Il problema è che il suolo non è una risorsa rinnovabile: infatti la sua formzione, dovuta a un processo di disgregazione delle rocce e alla decomposizione di resti di organismi viventi in ambiente umido, richiede tempi così lunghi che si misurano nell'ordine di secoli: ne occorrono mediamente due per formare uno strato di suolo fertile di un centimentro.
Contenuti: la terra è una risorsa non rinnovabile. L'uomo ha un impatto determnante sul suolo. Il degrado è diverso nel Nord e Sud del mondo. La deforestaziome comporta la perdità della biodiversità. Di qui si arriva alla desertificazione, cioè il collasso del terreno. Un esempio virtuoso è rappresentato dalla grande muraglia verde.
Metropolis (Pearson)
Contenuti: •L'importanza del suolo •L'impatto ambinetale delle società antiche •Un drastico cambiamento di scala •La deforestazione •Le cause della deforestazione •Il degrado del suolo •I confini del deserto •Il dissesto idrogeologico in Italia
Periplus(Zanichelli)
Mirabilia(Mondadori)
Mirabilia(Mondadori)
Mirabilia(Mondadori)
Desertificazione e deforestazione
Il pianeta vive se vive la biodiversità
Alberto Angela
Le parole del nuovo millennio
LEZIONE: 1.Struttura e funzione degli ecosistemi 2.VIDEO: La biosfera 3. Ecosistema 4.VIDEO:Flusso di energia e ciclo della materia 5.Sviluppo di un ecosistema 6.Come cambiano gli ecosistemi 7.VIDEO: Gli Ecosistemi 8.Biocenosi e Biotopo 9.Habitat e nicchia ecologica 10.VIDEO: Biotopo, biocenosi, habitat e nicchia ecologica 11.Biodiversità ESERCIZI
Quando si parla di clima ci si riferisce alle condizioni atmosferiche e ambientali in una determinata regione per periodi lunghi (almeno qualche decina di anni). Gli indicatori più significativi sono le temperature, le precipitazioni, la pressione atmosferica, detti elementi del clima, perché sono presenti a qualsiasi latitudine. Alla varietà dei climi terrestri contribuiscono anche condizioni locali chiamati fattori del clima, fra i quali sono importanti la latitudine, l'altitudine, la presenza e la disposizione di catene montuose, la vicinanza al mare o la continentalità. A ciascuna fascia climatica corrispondono su tutto il pianeta ambienti naturali simili detti biomi.
Contenuti: 1.I fattori che condizionano il clima 2.Fasce climatiche e biomi 3.La distanza dal Sole 4. Il moto di rotazione terrestre 5.Il moto di rivoluzione 6.Movimento della Terra 7.Latitudine e irragiamento 8. Fasce astronomiche e fasce climatiche 9.Clima e sviluppo economico 10.Come si combinano elementi e fattori nel clima 11.Indicatori del Clima 12.Effetto serra
Contenuti: 1.L'analsi dell'ambiente e del paesaggio 2.I biomi 3.Gli elementi del clima 4.Le regioni climatiche 5.Il cambiamento climatico
Mirabilia (Mondadori)
Contenuti: 1.Il consumo del pianeta (impronta ecologica) 2.Inquinamento 3.La riduzione della biodiversità 4.Il cambiamento climatico 5.Conseguenze del riscaldamento climatico 6.Che cosa fare? (Protocollo di Kyoto e Conferenza di Parigi)
Periplus (Zanichelli)
Le emissioni di gas serra (durata 2',47)
Il consumo a chilometri zero (durata 3',47)
Underworld (un mondo sommerso) - ENGLISH Language — durata 2',08
Cambiamento climatico — durata 3'06
Cambiamento climatico e Global warming — durata 7'42
Durata 2'30
Durata 2'70
Video didattico sul clima: elementi e fattori climatici - (scritte animate) — durata 5',01
Il concetto di clima non va confuso, come spesso avviene, con quello di tempo, di tempo meteorologico. Con la parola tempo si indicano in italiano, in meteorologia, le condizioni atmosferiche in un dato luogo in un dato momento o le loro variazioni in un breve periodo di tempo, nell'arco di qualche giorno. - TRECCANI CHANNEL — durata 5',06
Docu-film raccontato da Leonardo di Caprio sul cambiamento climatico (1h 35'37)
Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo economico capace di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri
Su questo argomento si veda anche la sezione dedicata propriamente alla AGENDA 2030
unric.org
La geografia antropica, chiamata anche geografia umana o antropogeografia, è la scienza dedicata all'analisi della distribuzione, della localizzazione e dell'organizzazione spaziale dei fatti umani. Tale scienza è composta da un aspetto sincronico, ovvero l'analisi degli assetti organizzativi umani presenti nel mondo in un determinato periodo, e da un aspetto diacronico, ovvero l'analisi dei processi che nel corso del tempo hanno condotto alla formazione di tali assetti.
Questa branca include gli aspetti culturali, economici, sociali e politici della geografia. Privilegiando la ricerca degli elementi soggettivi nel rapporto uomo-territorio, sovente si avvale di discipline quali le scienze sociali (in particolare sociologia, economia e psicologia), o di forme comunicative come la letteratura e le espressioni artistiche, specie in ambito regionale.
L'equilibro tra popolazione e risorse, l'adattamento all'ambiente, le migrazioni di esseri umani o di interi popoli, la fondazione di città sono i grandi temi delle civiltà umane fin dalle loro origini. E lo sono anche oggi. La demografia, cioè la scienza che studia le popolazioni, può aiutarci a capirlo e può consentirci di ampliare il nostro punto di vista oltre i ristretti confini della casa, del quartiere della città in cui viviamo.
Demografia e distribuzione
Barbero, LO SPAZIO UMANO
Edito da Dolce Vita Magazine, pubblicato il 16 mar 2017
Video in inglese con i sottotitoli in italiano (durata 5'39)
Molteplici fattori - storici, politici, socioeconomici, culturali - sono alla base dell'attrazione esercitata dai centri urbani. Dalla rivoluzione industriale, le città sono i centri propulsori dell'economia e di conseguenza sono i luoghi in cui si concentra la maggiore offerta di posti di lavoro, di opportunità formative (con centri di ricerca e innnovazione tecnologica), di occasione di incontro sociale e culturale. Quanto più intensa è la vitalità di un'area urbana, tanto più forte è la sua capacità di attrarre nuovi abitanti, un fenome detto urbanesimo.
Grazie agli studi della demografia possiamo descrivere [...] l'andamento della crescita della popolazione mondiale a partire dall'età neolitica, quando l'inizio della pratica dell'agricoltura consentì di soddisfare i bisogni alimentari di un numero crescente di persone. [...] Nel Novecento la crescita demografica è stata esponenziale: la popolazione mondiale è quadruplicata, sostenuta dall'aumetno della produzione di beni alimentari, dalla diffusione su larga scala di nuovi farmaci (fondamentali, per esempio, gli antibiotici) e dall'introduzione di campagne di vaccinazione. A metà del secolo gli studiosi ipotizzarono un'esplosione demografica di portata tale da mettere a rischio il futuro del pianeta.
Demografia
Barbero, LO SPAZIO UMANO
(...) L'essere umano è per sua natura migrante: per desiderio di conoscere realtà diverse, per necessità economiche o sotto la spinta di gravi fattori di turbamento (guerre, calamità naturali, carestie) una parte della popolazione si sposta. (...) Secondo un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2016, circa 244 milioni di persone vivono in un paese diverso dal loro. (...) Se l'emigrazione è in genere una scelta, vi è anche chi è costretto a lasciare il proprio paese a causa di eventi di tale gravità da mettere a rischio la sicurezza personale. Si tratta di oltre 65 milioni di profughi e rifugiati, di cui si occupa l'Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite insieme a diverse ONG. La loro è una migrazione forzata, spesso di massa, che tocca persone particolarmente fragili, per lo più donne, bambini e gruppi etnici minoritari.
Le strade, i porti, i canali: senza queste infrastrutture fondamentali - che rendono possibile il flusso continuo di uomini, merci, idee ed esperienze - Roma non sarebbe diventata quell'enorme spazio politico ed economico che per secoli ha visto convivere e prosperare popoli diversi entro gli stessi confini. E ciò vale per ogni altra civiltà, antica o moderna. La comunicazione, infatti, sia essa fisica o virtuale, è la condizione decisiva perché le comunità umane possano crescere e svilupparsi, scambaindo fra loro non solo beni materiali, ma anche tecniche, idee e cultura.
La geografia culturale è una sottodisciplina della geografia che studia le manifestazioni geografiche della cultura, ovvero si occupa dello studio dei simboli che sono attribuiti a luoghi e a spazi. [...] Ad una vera teorizzazione sull'argomento arriviamo negli anni trenta del Novecento negli Stati Uniti. [...] Sauer definì la geografia culturale come «l'applicazione dell'idea di cultura ai problemi geografici». [...] Intorno agli anni ottanta, invece, alcuni fenomeni cambiano l'impostazione degli studiosi di geografia culturale. [...] Lo studioso postmodernista concentra la sua attenzione sui paesaggi culturali urbani individuandone i segni postmoderni, osserva le trasformazioni industriali nel tempo e si occupa del discorso della rappresentazione del territorio, preferendo quella secondo la quale il territorio è una fitta rete di segni, dove il compito del geografo è esplorarne e interpretarne i significati.
Le culture entrano nel campo della geografia perché è possibile delinearne la dimensione spaziale. Ogni società infatti si è sviluppata in un determinato territorio, l'ha modellato e ne è stata influenzata e lì e non altrove ha elaborato i suoi caratteri originali. [...] La lingua è la componente più vitale della cultura di un popolo, portatrice della sua coscienza e identità etnica. [...] La religione è un altro degli aspetti fondamentali della cultura di un popolo. Essa è l'elemento di identità e al tempo stesso un fattore di costruizone del paesaggio con i simboli che la contraddistinguono (le chiese, le moschee, i santuari, i templi, i monasteri).
Almanya – La mia famiglia va in Germania Campione d’incassi in patria, con oltre 11 milioni di euro al box office, è una travolgente commedia “on the road” a metà tra East Is East e un film di Fatih Akin, capace di divertire e commuovere raccontando una storia attualissima. Protagonista del film è la famiglia Yilmaz, emigrata in Germania dalla Turchia negli anni ’60 e giunta ormai alla terza generazione. Dopo una vita di sacrifici, il patriarca Hüseyin ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e ora vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Malgrado lo scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio e alle nuove avventure nella terra d’origine si intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania (Almanya in turco), quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente e tutta la famiglia si troverà ad affrontare la sfida più ardua: quella di restare unita. |
Una volta nella vita Siamo al Liceo Léon Blum, Créteil, banlieue parigina: una miscela esplosiva di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. Nella classe peggiore della scuola la professoressa di storia, Anne Gueguen, invece di capitolare come molti altri colleghi di fronte a questi adolescenti disperati e disperanti, propone loro un progetto comune: partecipare a un concorso del Ministero dell’Istruzione sul tema del genocidio ebraico. Una missione pressoché impossibile per una classe a maggioranza musulmana, dove la Shoah lascia indifferenti quando non viene palesemente negata. Dapprima reticenti, gli allievi accettano infine la sfida. Ben presto la professoressa riesce a catturare i suoi studenti nonostante lo scetticismo dei suoi colleghi con risultati incredibili... Ispirato ad una storia vera. (FRANCIA, 2016) - AGISCUOLA |
Nella storia dell'umanità la religione rappresenta un fenomeno importantissimo, in tutte le sue forme e manifestazioni. Le religioni, infatti, hanno svolto un ruolo fondamentale, non solo in ambito spirituale e morale, ma anche culturale, politico, sociale ed economico. Molti fenomeni del mondo antico, del Medioevo e dell'età moderna sono incompresibili senza considerare l'influsso che hanno avuto le confessioni religiose sia monoteiste (ebraismo, cristianesimo, islam) sia politeiste (induismo, buddhismo...). Anche oggi esiste uno stretto rapporto tra religione e società. Purtroppo, nonostante i progressi del dialogo interreligioso, la tolleranza religiosa non ha completamente avuto la meglio su diffidenze, dissidi, conflitti e in molti casi si è affermata una visione fondamentalista della religione.
Oggi in Occidente nei confronti dell'Islam si sta diffondendo un atteggiamento di paura e di rifiuto alimentato dalla escalation terroristica di matrice islamico-integralista che, a partire dal 2001, ha colpito il mondo da New York a Madrid, da Londra all'Egitto, dall'Indonesia al Pakistan. (...) Gli islamici nutrono diffidenze nei confronti del mondo cristiano occidentale e temono che la loro società, i loro costumi e le loro tradizioni, siano messi a repentaglio dalla supremazia economica e culturale degli Stati Uniti e dei paesi europei. Questi sentimenti sono molto antichi e hanno radici che affondano in secoli di contrapposizioni, dis contri, di pregiudizi reciproci.
PersepolisLa storia di una ragazza precoce e ribelle che, cresciuta portando scarpe da ginnastica e giocando alla lotta con i maschietti, affronta a dieci anni un cambiamento drastico delle proprie abitudini di vita imposto dal regime islamico e si trova costretta a vivere un periodo particolarmente difficile della storia dell'Iran. (Animazione-Drama, 2007)
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Le crociate - Kingdom of HeavenFilm colossal diretto nel 2005 da Ridley Scott.Baliano di Ibelin è un francese, la cui moglie si è suicidata dopo la morte del loro unico figlio. Baliano viene poi raggiunto nel suo villaggio dal padre Goffredo di Ibelin, che invita il figlio a Gerusalemme dove egli è proprietario di alcune terre. Goffredo però muore in Sicilia, mentre il figlio decide di partire per Gerusalemme dopo aver ucciso un prete. A Gerusalemme è convinto di poter espiare; qui si ritroverà a capo dei cavalieri del padre, a fianco del re lebbroso Baldovino IV in perenne contrasto con Guido di Lusignano e lo spietato Reginaldo di Châtillon, che al contrario del saggio re, bramano la guerra contro i saraceni. - (www.wikipedia.org) (USA, 2005)
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Sono in molti oggi a ritenere che la globalizzazione porti con sé il rischio di un rapido processo di omologazione culturale al modello occidentale, i cui stili di vita e di consumo, si sono diffusi in tutto il mondo iniseme ai prodotti del mercato. [...] È vero che l'avvento di Internet e dei social network consente a un numero sempre più ampio di persone di partecipare alla società globalizzata, di informarsi, di confrontarsi ma è altrettanto vero che sulla rete è difficile orientarsi edistinguere l'informazione corretta e basata su fatti da quella manipolata.
La geografia economica è una sottodisciplina della geografia, che analizza le connessioni economiche globali, occupandosi di fenomeni come la macroeconomia, la globalizzazione, o di entità sovranazionali come l'ASEAN, il MERCOSUR, l'Unione europea, il NAFTA, l'APEC, l'EFTA, l'ALCA, l'OPEC.
Rispetto alla geografia classica, quella economica approfondisce questioni che dalla prima vengono soltanto sfiorate: l'economia, la geopolitica, le dinamiche socio-economiche, l'andamento dei settori primario, secondario, terziario e quaternario, i flussi di persone, capitali, beni ed informazioni, la differenza tra Nord e Sud e le più moderne tendenze in atto vedendo le trasformazioni anche da un punto di vista storico
Termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo.
La globalizzazione dei mercati è il fenomeno di unificazione dei mercati a livello mondiale, consentito dalla diffusione delle innovazioni tecnologiche, specie nel campo della telematica, che hanno spinto verso modelli di consumo e di produzione più uniformi e convergenti. Da un lato, si assiste, infatti, a una progressiva e irreversibile omogeneità nei bisogni e a una conseguente scomparsa delle tradizionali differenze tra i gusti dei consumatori a livello nazionale o regionale; dall’altro, le imprese sono maggiormente in grado di sfruttare rilevanti economie di scala nella produzione, distribuzione e marketing dei prodotti, specie dei beni di consumo standardizzati, e di praticare politiche di bassi prezzi per penetrare in tutti i mercati. L’impresa che opera in un mercato globale, pertanto, vende lo stesso bene in tutto il mondo e adotta strategie uniformi, a differenza dell’impresa multinazionale, il cui obiettivo è invece quello di assecondare la varietà delle condizioni presenti nei paesi in cui opera.
Salvami di Jovanotti
Quali paesi sono alla guida dell'economia mondiale? Com'è possibile un equilibrio con i Paesi in via di sviluppo?
(Limes)
Materiale già allegato sotto GUERRA FREDDA - Il mondo bipolare
(AMBIENTE STORIA)
(LIMES)
Materiale già allegato sotto GEOGRAFIA POLITICA (ONU e UNIONE EUROPEA)
(AMBIENTE STORIA)
Grazie a un'efficace rete di comunicazioni terrestri e marittime nell'Impero romano circolavano una grande varietà di prodotti, da quelli essenziali al sostentamento della popolazione a quelli destinati a un consumo di lusso. Circolavano anche persone e idee e si crerò un sistema simile a quello che noi oggi chiamiamo "globalizzazione".
A partire dal secondo dopoguerra una parte sempre più rilevante dell'opinione pubblica mondiale ha iniziato a prendere coscienza delle profonde differenze sociali ed economiche che separano le diverse aree del pianeta. Si tratta di cosiddetti divari di sviluppo: a pochi paesi molto avanzati si affianca un gran numero di stati ancora arretrati, in cui parte della popolazione vive in condizione di deprivazione socio-economica.
(Fattore umano)
Nel mondo non si muore più di fame - almeno non direttamente - perché la produzione alimentare, nonostante la crescita demografica, è sufficiente per tutti. [...] La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) stima tuttavia che [...] ci siano 793 milioni di individui sottoalimentati. Negli ultimi deceni il problema alimentare si è dunque trasformato: dalla mancanza di cibo [...] si è passati alla sottoalimentazione e alla malnutrizione, due fenomeni più difficili da contrastare e che interessano, benché in misura e forme diverse, il Nord e il Sud del mondo [...].
La storia ci ha mostrato l'esistenza di diversi sistemi produttivi, cioè modi organizzare la produzione dei beni economici. Grandi sono, per esempio le differenze di articolazione e complessità tra il sistema produttivo imperiale romano, dove il commercio aveva un ruolo importantissimo, e il sistema curtense, fondato in gran parte su unità produttive locali autosufficienti. Tuttavia, un carattere fondamentale differenzia tutti i sistemi produttivi del mondo antico dal nostro attuale: la centralità dell'agricoltura. Fino a non molto tempo fa, circa due secoli, l'agricoltura era il fondamento della vita economica; nelle economie sviluppate di oggi, al contrario, questo ruolo è stato assunto dall'industria e dai servizi; questi ultimi costituiscono il settore terziario, principale indicatore del grado di sviluppo di un'economia.
Il termine geografia deriva dal greco (terra+scrittura): il suo significato è dunque quello di " descrizione della Terra". Ma la geografia in realtà è molto più di questo, pur muovendo sempre e necessariamente dallo studio del contesto fisico-ambientale. (...) Di fronte a un fenomeno, sia esso naturale o umano, la geografia cerca di rispondere ad alcune domande fondamentali- (...) La geografia fisica si occupa della morfologia (forme della superficie terrestre) e (della climatologia caratteristica e distribuzione dei climi della Terra)
La penisola italiana si estende per circa 302.073 kmq. Gran parte del territorio è caratterizzato da rilievi, con il 35% dell'intera superficie coperto da aree montuose e oltre il 41% da aree collinari. Questa tormentata conformazione dà origine a forti frammentazioni geografiche, che si sono riflesse e continuano a riflettersi sul profilo storico e culturale della penisola. (...) L'Italia confina con altri stati soltanto nella sua parte settentrionale (Francia, Svizzera, Austria, Slovenia). All'interno del territorio italiano sono presenti due piccoli stati indipendenti: la Repubblica di San Marino, tra Marche ed Emilia Romagna, e la città del Vaticano, nel cuore di Roma.
Scuola di Italiano (L2): Pillole d'Italia: l'integrazione attraverso la conoscenza. Conoscere l'Italia attraverso la Geografia
Scuola di Italiano (L2): Pillole d'Italia: l'integrazione attraverso la conoscenza. Conoscere l'Italia attraverso la Geografia
1. Montagne, 2. Colline e pianure, 3. I fiumi 4. I laghi e le zone carsiche 5. I mari e le coste 6. Il clima 7. La vegetazione spontanea — (durata 4' 18'')
La pianura padana
Le colline del Chianti — estratto dalla trasmissione "MarcoPolo club" (durata 1'49'')
Gran parte dell'Italia è posta su una micro placca tettonica che coincide a Ovest con gli Appennini, sale verso Nord sulle Alpi, gira verso Est e ridiscende a Sud lungo i Balcani. Questa sorta di "promontorio", facente parte della placca africana, spinge contro quella europea e l'attrito che ne deriva genera terremoti come quello che ha devastato il Reatino.
(Durata 4'46)
(Durata 3'31)
La Geopolitica si occupa di studiare il rapporto tra le realtà territoriali e le dinamiche poltiche. Essa analizza le connessioni tra le varie aree geografiche in cui si suddivide il mondo e mette in relazione le loro potenzialità fisiche e strategiche con gli aspetti umani e, quindi, politici: mutamenti demografici, caratteristiche etniche, culturali, religiose, dinamiche socio-economiche, l'assetto politico istituzionale. Tutto ciò in una prospettiva dinamica, cercando di analizzare per ogni area del mondo le trasformazioni che avvengono nel tempo, i problemi in atto e le prospettive future.
La guerra fredda fu un confronto mondiale tra Stati Uniti e Unione Sovietica iniziato nel secondo dopoguerra. L'espressione (in ingl. cold war) fu coniata dal giornalista americano W. Lippmann (1889-1974) per descrivere un'ostilità che non sembrava più risolvibile attraverso una guerra frontale tra le due superpotenze, dato il pericolo per la sopravvivenza dell'umanità rappresentato da un eventuale ricorso alle armi nucleari. Tale lotta per il controllo del mondo conobbe diverse fasi, caratterizzate anche da gravi tensioni (crisi missilistica di Cuba, 1962) e guerre 'calde', come quelle in Corea (1950-53) e in Vietnam (conclusa nel 1975); non mancarono, comunque, lunghi periodi di relativa stabilità del quadro internazionale che condussero nel corso degli anni Ottanta alla distensione nelle relazioni tra le due superpotenze. Il bipolarismo, ossia questo sistema fondato sulla contrapposizione dei due blocchi, paesi occidentali da un lato e paesi orientali dominati dai regimi comunisti dall'altro, si concluse simbolicamente con la caduta del muro di Berlino (1989) e lo scioglimento dell'URSS (1991)
Russian di Sting
Il confine politico tra Stati è ovunque rappresentato da una linea stabilita per convenzione fra governi. In partenza, mira ad adeguarsi al confine naturale di una regione e serve a separare, mediante una linea di c., due organismi politici. Si è soliti distinguere confini politici naturali (i quali più o meno si identificano con linee prestabilite della natura con valore di ostacolo), etnici e linguistici (tendenti a inglobare nello Stato tutte le sedi del popolo che lo forma o almeno tutte le sedi di coloro che parlano la sua lingua) e convenzionali per eccellenza, quali per es. i confini geometrici (questi generalmente delineati in aree disabitate o quasi). Tra questi ultimi forma un tipo speciale il confine geodetico (per es. negli USA), il quale si delinea su meridiani o paralleli prescindendo da ogni accidentalità naturale.
L'assetto geopolitico è il prodotto di un continuo adattamento alle nuove realtà emergenti. Spesso queste novità sono percepite come rischi che minacciano l'equilibrio mondiale consolidato: è dalla reazione a questi rischi che si sviluppano le crisi, dal cui superamento dipendono i nuovi equilibri. In ambito geopolitico va distinto il rischio globale, può mutare l'assetto generale del mondo, dai rischi locali. Tra questi il rischio-Paese è in grado di mutare l'equilibrio politico ed economico di uno Stato, ma con conseguenze limitate per l'assetto mondiale. Attualmente i fattori di rischio globale sono di vario tipo: si va dalla carenza alimentare all'incremento demografico, dall'esaurimento delle fonti energetiche tradizionali alle guerre non convenzionali. La minaccia più sentita dai governi occidentali è quella proveniente dai gruppi terroristici che s'ispirano all'integralismo religioso.
Il mio nome è mai più di Jovanotti, Ligabue, Pelù
Dopo la fine della Guerra Fredda (1991) in varie parti del mondo sono emerse tutte quelle aspirazioni al nazionalismo a lungo compresse sotto il peso dell'ordine mondiale imposto dalle superpotenze Usa e Urss. Ciò ha portato a una forte diffusione dei conflitti in molte aree del Pianeta, soprattutto in quelle più povere e periferiche. Questi popoli rivendicano a volte la sovranità politica, altre volte la ridefinizione di confini stabiliti in modo artificiale nel passato, oppure il controllo diretto delle risorse naturali esistenti sul proprio territorio. In altri casi rivendicano un riconoscimento basato sull'appartenenza ad una etnia comune. Oggi, più che in passato, i segnali di crisi in alcune aree possono avere pesanti e rapide ripercussioni sull'intero complesso dell'economia e delle relazioni politiche mondiali.
Il mio nome è mai più di Jovanotti, Ligabue, Pelù
Slide con scritte e vignette (durata 12')
ONU Sigla diOrganizzazione delle Nazioni Unite, organizzazione internazionale costituita da Stati sovrani, a competenza generale e a vocazione universale, fondata nel 1945. Suoi obiettivi dichiarati, elencati all’art. 1 della Carta (o Statuto), sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale; sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli; promuovere la cooperazione internazionale in materia economica, sociale e culturale, nonché il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Dell’organizzazione, operativa dal 1946 e con sede a New York, fanno parte 193 Stati. Nel 2001 è stato conferito all’ONU e al suo segretario in carica K. Annan il premio Nobel per la pace.
I Was Here di Beyoncé (testimonial del World Humanitarian Day dell'ONU)
L'ONU ha sede ha Ginevra e a New York; vi aderiscono 193 nazioni. È stata configurata nella forma attuale dopo la Seconda guerra mondiale allo scopo di garantire la pace e la sicurezza mondiali. L'ONU ha tra i suoi obiettivi fondamentali quello di facilitare lo sviluppo e la conservazione di relazioni amichevoli fra i diversi Stati, di garantire il diritto di ogni popolo all'autodeterminazione, di promuovere la cooperazione internazionale in campo economico, sociale e culturale.
Immagine di un fallimento: quali erano gli obiettivi del Millennio?
L'Unione europea è un'organizzazione internazionale regionale di integrazione economica e politica, sorta dal processo avviato, negli anni 1950, con l’istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), della Comunità Economica Europea (CEE) e della Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA). Introdotta nell’ordinamento comunitario dal Trattato di Maastricht del 1992, l’UE si è configurata inizialmente quale organismo politico ed economico a carattere sovranazionale e intergovernativo, privo – a differenza delle tre Comunità – di una personalità giuridica propria, distinta da quella dagli Stati membri (Personalità internazionale).
Per saperne di più sulla Costituzione europea clicca quiStati membri originari, le adesioni successive (2004, 2007, 2013), i nuovi candidati
I primi accordi (Ceca, Cee, Euratom); il trattato di Maastricht (1992); l'Europa unita e l'Euro
Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione Europea, Commissione europea, altre istituzioni
Elenco dei vari trattati e dichiarazioni; all'elenco ordinato dell'adesione all'Unione e molto altro
Il semestre europeo fornisce un quadro per il coordinamento delle politiche economiche tra i paesi dell’Unione europea. Consente ai paesi membri dell'UE di discutere i loro piani economici e di bilancio e di monitorare i progressi compiuti in momenti specifici dell’anno
L'adattamento dell'ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven è stato adottato dal Consiglio d'Europa nel 1972 e viene utilizzato dall'Unione europea dal 1986. (testo)
Canzoni sull'EuropaSuede, Europe is our playground • (Testo)
suggerimenti per canzoni sui paesi e città europee
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Secondo la definizione proposta nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri». Il concetto di sostenibilità, in questa accezione, viene collegato alla compatibilità tra sviluppo delle attività economiche e salvaguardia dell’ambiente. La possibilità di assicurare la soddisfazione dei bisogni essenziali comporta, dunque, la realizzazione di uno sviluppo economico che abbia come finalità principale il rispetto dell’ambiente, ma che allo stesso tempo veda anche i paesi più ricchi adottare processi produttivi e stili di vita compatibili con la capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane e i paesi in via di sviluppo crescere in termini demografici ed economici a ritmi compatibili con l’ecosistema.
Su questo argomento si veda anche GEOGRAFIA AMBIENTALE - Sviluppo sostenibile
Gli indici di povertà estrema si sono ridotti di più della metà dal 1990. Nonostante si tratti di un risultato notevole, nelle zone in via di sviluppo una persona su cinque vive ancora con meno di 1,25 dollari al giorno e ci sono molti milioni di persone che ogni giorno guadagnano poco più di tale somma. A ciò si aggiunge che molte persone sono a rischio di ricadere nella povertà. La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni c’è la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza.
È giunto il momento di ri-considerare come coltiviamo, condividiamo e consumiamo il cibo. Se gestite bene, l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca possono offrire cibo nutriente per tutti e generare redditi adeguati, sostenendo uno sviluppo rurale centrato sulle persone e proteggendo l’ambiente allo stesso tempo. Tuttavia, al giorno d’oggi, i nostri suoli, fiumi, oceani, foreste e la nostra biodiversità si stanno degradando rapidamente. Il cambio climatico sta esercitando pressioni crescenti sulle risorse dalle quali dipendiamo, aumentando i rischi associati a disastri ambientali come siccità e alluvioni. Molte donne delle zone rurali non sono più in grado di sostenersi con i proventi ricavati dalle loro terre, e sono quindi obbligate a trasferirsi in città alla ricerca di opportunità. È necessario un cambiamento profondo nel sistema mondiale agricolo e alimentare se vogliamo nutrire 795 milioni di persone che oggi soffrono la fame e gli altri 2 miliardi di persone che abiteranno il nostro pianeta nel 2050. Il settore alimentare e quello agricolo offrono soluzioni chiave per lo sviluppo, e sono vitali per l’eliminazione della fame e della povertà.
Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.
Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Si sono ottenuti risultati importanti per quanto riguarda l’incremento dell’accesso all’istruzione a tutti i livelli e l’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, soprattutto per donne e ragazze. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale. Per esempio, a livello mondiale è stata raggiunta l’uguaglianza tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato a tutti i livelli educativi.
Mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.
Acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere. Il nostro pianeta possiede sufficiente acqua potabile per raggiungere questo obiettivo. Ma a causa di infrastrutture scadenti o cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone, di cui la gran parte bambini, muoiono per malattie dovute ad approvvigionamento d’acqua, servizi sanitari e livelli d’igiene inadeguati. La carenza e la scarsa qualità dell’acqua, assieme a sistemi sanitari inadeguati, hanno un impatto negativo sulla sicurezza alimentare, sulle scelta dei mezzi di sostentamento e sulle opportunità di istruzione per le famiglie povere di tutto il mondo. La siccità colpisce alcuni dei paesi più poveri del mondo, aggravando fame e malnutrizione. Entro il 2050 è probabile che almeno una persona su quattro sia colpita da carenza duratura o ricorrente di acqua potabile.
L’energia è un elemento centrale per quasi tutte le sfide e le opportunità più importanti che il mondo si trova oggi ad affrontare. Che sia per lavoro, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l’accesso all’energia è essenziale.
L’energia sostenibile è un’opportunità – trasforma la vita, l’economia e il pianeta.
Il Segretario Generale ONU Ban Ki-moon è stato iniziatore dell’iniziativa Energia Rinnovabile per Tutti (Sustainable Energy for All) per assicurare l’accesso universale ai servizi energetici moderni, migliorare l’efficienza energetica e accrescere l’uso di risorse rinnovabili.
Più o meno la metà della popolazione mondiale vive ancora con l’equivalente di circa due dollari al giorno. In molti luoghi, avere un lavoro non garantisce la possibilità di sottrarsi alla povertà. Questo progresso lento e disuguale richiede di riconsiderare e riorganizzare le nostre politiche economiche e sociali tese all’eliminazione della povertà. Una prolungata mancanza di opportunità di lavoro dignitose, investimenti insufficienti e sottoconsumo portano a un’erosione del contratto sociale di base a fondamento delle società democratiche, secondo cui tutti dobbiamo contribuire al progresso. La creazione di posti di lavoro di qualità resta una delle maggiori sfide per quasi tutte le economie, ben oltre il 2015. Una crescita economica e sostenibile richiederà alle società di creare condizioni che permettano alle persone di avere posti di lavoro di qualità, che stimolino le economie e al tempo stesso non danneggino l’ambiente. Inoltre, sono necessarie opportunità di lavoro e condizioni di lavoro dignitose per l’intera popolazione in età lavorativa.
Gli investimenti in infrastrutture – trasporti, irrigazione, energia e tecnologie dell’informazione e della comunicazione – sono cruciali per realizzare lo sviluppo sostenibile e per rafforzare le capacità delle comunità in molti paesi. Si riconosce ormai da tempo che la crescita della produttività e dei redditi, così come migliori risultati nella sanità e nell’istruzione, richiedono investimenti nelle infrastrutture. Lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile è la prima fonte di generazione di reddito; esso permette un aumento rapido e sostenuto del tenore di vita delle persone e fornisce soluzioni tecnologiche per un’industrializzazione che rispetti l’ambiente. Il progresso tecnologico è alla base degli sforzi per raggiungere obiettivi legati all’ambiente, come l’aumento delle risorse e l’efficienza energetica. Senza tecnologia e innovazione, non vi sarà industrializzazione, e senza industrializzazione non vi sarà sviluppo.
La comunità internazionale ha fatto progressi significativi per sottrarre le persone alla povertà. Le nazioni più vulnerabili – i paesi meno sviluppati, i Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e i piccoli stati insulari in via di sviluppo – continuano a farsi strada per ridurre la povertà. Tuttavia, l’ineguaglianza persiste e rimangono grandi disparità di accesso alla sanità, all’educazione e ad altri servizi. Inoltre, mentre la disparità di reddito tra i diversi paesi sembrerebbe essersi ridotta, la disparità all’interno di un medesimo paese è aumentata. Cresce il consenso sul fatto che la crescita economica non è sufficiente per ridurre la povertà se non si tratta di una crescita inclusiva e se non coinvolge le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale e ambientale. Per ridurre la disparità, le politiche dovrebbero essere universali e prestare attenzione ai bisogni delle popolazioni svantaggiate e emarginate.
Le città sono centri per nuove idee, per il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro. Nel migliore dei casi le città hanno permesso alle persone di migliorare la loro condizione sociale ed economica. Tuttavia, persistono molte sfide per mantenere i centri urbani come luoghi di lavoro e prosperità, e che allo stesso tempo non danneggino il territorio e le risorse. Le sfide poste dall’ambiente urbano includono il traffico, la mancanza di fondi per fornire i servizi di base, la scarsità di alloggi adeguati, il degrado delle infrastrutture. Le sfide che le città affrontano possono essere vinte in modo da permettere loro di continuare a prosperare e crescere, migliorando l’utilizzo delle risorse e riducendo l’inquinamento e la povertà. Il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro.
Per consumo e produzione sostenibili si intende la promozione dell’efficienza delle risorse e dell’energia, di infrastrutture sostenibili, così come la garanzia dell’accesso ai servizi di base, a lavori dignitosi e rispettosi dell’ambiente e a una migliore qualità di vita per tutti. La sua attuazione contribuisce alla realizzazione dei piani di sviluppo complessivi, alla riduzione dei futuri costi economici, ambientali e sociali, al miglioramenti della competitività economica e alla riduzione della povertà. Il consumo e la produzione sostenibile puntano a "fare di più e meglio con meno", aumentando i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita. Ciò coinvolge stakeholder differenti, tra cui imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori, scienziati, rivenditori, mezzi di comunicazione e agenzie di cooperazione allo sviluppo. È necessario per questo un approccio sistematico e cooperativo tra soggetti attivi nelle filiere, dal produttore fino al consumatore. Ciò richiede inoltre di coinvolgere i consumatori in iniziative di sensibilizzazione al consumo e a stili di vita sostenibili, offrendo loro adeguate informazioni su standard ed etichette, e coinvolgendoli, tra le altre cose, nell’approvvigionamento pubblico sostenibile.
Il cambiamento climatico interessa i paesi di tutti i continenti. Esso sta sconvolgendo le economie nazionali, con costi alti per persone, comunità e paesi oggi, e che saranno ancora più gravi un domani. Le persone stanno sperimentando gli impatti significativi del cambiamento climatico, quali ad esempio il mutamento delle condizioni meteorologiche, l’innalzamento del livello del mare e altri fenomeni meteorologici ancora più estremi. Le emissioni di gas a effetto serra, derivanti dalle attività umane, sono la forza trainante del cambiamento climatico e continuano ad aumentare. Attualmente sono al loro livello più alto nella storia. Se non si prendono provvedimenti, si prevede che la temperatura media della superficie terrestre aumenterà nel corso del XXI secolo e probabilmente aumenterà di 3°C in questo secolo – alcune aree del pianeta sono destinate a un riscaldamento climatico ancora maggiore. Le persone più povere e vulnerabili sono le più esposte. Attualmente ci sono soluzioni accessibili e flessibili per permettere ai paesi di diventare economie più pulite e resistenti. Il ritmo del cambiamento sta accelerando dato che sempre più persone utilizzano energie rinnovabili e mettono in pratica tutta una serie di misure che riducono le emissioni e aumentano gli sforzi di adattamento. Tuttavia il cambiamento climatico è una sfida globale che non rispetta i confini nazionali. Le emissioni sono ovunque e riguardano tutti. È una questione che richiede soluzioni coordinate a livello internazionale e cooperazione al fine di aiutare i Paesi in via di sviluppo a muoversi verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Per far fronte ai cambiamenti climatici, i paesi hanno firmato nel mese di aprile un accordo mondiale sul cambiamento climatico (Accordo di Parigi sul Clima).
Gli oceani del mondo – la loro temperatura, la loro composizione chimica, le loro correnti e la loro vita – influenzano i sistemi globali che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano. L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo, il clima, le nostre coste, molto del nostro cibo e persino l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo sono elementi in definitiva forniti e regolati dal mare. Nel corso della storia, gli oceani e i mari sono stati e continuano ad essere canali vitali per il commercio ed il trasporto. Un’attenta gestione di questa fondamentale risorsa globale è alla base di un futuro sostenibile.
Le foreste coprono il 30% della superficie terrestre e, oltre a offrire cibo sicuro e riparo, esse sono essenziali per il contrasto al cambiamento climatico, e la protezione della biodiversità e delle dimore delle popolazioni indigene. Tredici milioni di ettari di foreste vanno perse ogni anno, mentre il persistente deterioramento dei terreni ha portato alla desertificazione di 3,6 miliardi di ettari. La deforestazione e la desertificazione – causate dalle attività dell’uomo e dal cambiamento climatico – pongono sfide considerevoli in termini di sviluppo sostenibile, e hanno condizionato le vite e i mezzi di sostentamento di milioni di persone che lottano contro la povertà. Si stanno compiendo molti sforzi per gestire le foreste e combattere la desertificazione.
L’obiettivo numero 16 degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli.
Per avere successo, l’agenda per lo sviluppo sostenibile richiede partenariati tra governi, settore privato e società civile. Queste collaborazioni inclusive, costruite su principi e valori, su una visione comune e su obiettivi condivisi, che mettano al centro le persone e il pianeta, sono necessarie a livello globale, regionale, nazionale e locale. È necessaria un’azione urgente per mobilitare, reindirizzare e liberare il potere trasformativo di migliaia di miliardi di dollari di risorse private per realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Investimenti a lungo termine, ivi compresi gli investimenti diretti esteri, sono necessari nei settori chiave, soprattutto nei Paesi di sviluppo. Tali settori comprendono l’energia sostenibile, le infrastrutture e i trasporti, così come le tecnologie di informazione e comunicazione. Il settore pubblico avrà bisogno di stabilire una direzione chiara. I sistemi di revisione e di monitoraggio, i regolamenti e le strutture di incentivi che permettono tali investimenti devono essere riorganizzati al fine di attrarre gli investimenti e rafforzare lo sviluppo sostenibile. I meccanismi nazionali di controllo come le istituzioni supreme di revisione e le funzioni di supervisione delle legislature dovrebbero essere rafforzate.
Il testo della Costituzione della Repubblica italiana è stato approvato dall’Assemblea costituente alla fine del 1947, promulgato dal Capo provvisorio dello Stato, De Nicola, ed è entrato in vigore nel 1948. Esso si componeva originariamente di centotrentanove articoli e di XVIII disposizioni transitorie e finali, ed è stato oggetto sinora di molteplici revisioni costituzionali, con cui si è provveduto ad integrare ed aggiornare il testo originario (Revisione costituzionale). Tra queste si segnala, in particolare, la revisione integrale del titolo V della parte II della Costituzione, relativa alle autonomie territoriali, operata con la l. cost. n. 3/2001; mentre, per altro verso, nessuna delle proposte formulate sin dagli anni ottanta del Novecento per modificare la forma di governo (Forme di Stato e forme di governo) ha trovato il consenso del Parlamento e/o del corpo elettorale, come dimostrato, da ultimo, dalla reiezione del referendum costituzionale del 2016 (Revisione costituzionale). Nel 2020, però, il referendum ha confermato la riforma in materia di riduzione del numero dei parlamentari.
Nell'ultimo ventennio internet e il digitale hanno acquisito sempre maggior valore e presenza nella vita quotidiana e hanno modoficato comportamenti e abitudini: diverse azioni che prima venivano condotte offline - informarsi, comunicare o confrontarsi con altre persone, ma anche pagare serizi pubblici o privati, iscriversi a scuola, richiedere informazioni e certificati alla Pubblica Amministrazione, etc - adesso si svolgono prevalentemente attraverso la rete.