PRIMO NOVECENTO

All'inizio del XX secolo, la politica imperialistica delle potenze mondiali fu spinta all'esasperazione. Suscitata dalle conquiste coloniali, dall'espansione industriale, dal crescente potere dei grandi gruppi capitalistici, iniziò una folle corsa agli armamenti in nome della potenza nazionale che interessò, con modalità differenti, tutti i paesi industrializzati. In essa ebbero ruoli da protagoniste da un lato la Germania conservatrice (che iniziava a nutrire ambizioni da potenza mondiale), dall'altro l'Inghilterra e la Francia. Tutti i contrasti che videro contrapporsi queste potenze finirono regolarmente con il successo politico di Parigi e Londra e lo scacco diplomatico di Berlino: il susseguirsi delle sconfitte non fece che alimentare i rancori della classe dirigente tedesca che si sentiva sempre più isolata in Europa. Trascorso il primo decennio del secolo, le tensioni raggiunsero il limite: approfittando della debolezza dell'lmpero Ottomano provocata dalla Guerra italo-turca per la Libia, nei Balcani scoppiarono due gravi conflitti. Poco dopo la Prima Guerra Mondiale avrebbe sconvolto l'umanità.

Imperialismo

Il rapido sviluppo economcio e industriale tra XIX e XX secolo - che assume orami dimensioni mondiali - finisce per determinare forti contrasti tra i diversi stati europei in concorrenza per la conquista e lo sfruttamento di mercati sempre più ampi e per l'accaparramento di materie prime a vantaggio dell'industria nazionale. [...] Anche il nazionalismo alimenta un aggressivo espansionismo verso i paesi extraeuropei, a danno dei quali ogni stato tende a crearsi un ampio "impero". Di qui il diffondersi dell'imperialismo inteso come tendenza a espandere il possesso e il controllo economico e politico sul maggior numero possibile di territori. La penetrazione è sostenuta anche dalla presunzione della superiorità culturale e biologica della razza bianca [...]. Con la fine della "lunga depressione" si riapre per l'Europa una lunga fase di sviluppo e di prosperità, destinata a durare fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Tale periodo è caratterizzato da enormi progressi tecnico-scientifici [...]. Tutto questo determina un profondo ottimismo e una rinnovata fiducia, piena di speranze, verso il nuovo secolo. Gli uomini sembrano avere una fede illimitata nel progresso e si sentono capaci di sottomettere la natura ai loro bisogni [...]. Questo periodo di ripresa economica e culturale che caratterizza il "vecchio continente" tra la fine del XIX e lo scoppio della Prima guerra mondiale prende il nome di Belle époque [...].

Giappone, Russia e Stati Uniti

[...] Più che in ogni altra epoca, a partire dai primi anni del XX secolo le storie delle nazioni e dei continenti appaiono definitivamente intrecciate in un'unica storia globale [...]. Il Giappone, forte di un governo autoritario che imita lo stato-nazione prussiano, approfitta della debolezza cinese per dare inizio a un'espansione imperialistica. Le sue volontà di conquista lo portano a una guerra contro la Russia che vede nel 1905 lo zar sconfitto: il clamore è immenso, perché gli europei hanno trovato una potenza capace di batterli. Inoltre il potere zarista inizia a vacillare: il diffuso malcontento interno esplode in tumulti che insanguinano Mosca e San Pietroburgo. Ancora per questa volta lo zar riesce a venirne a capo con una crudele repressione e minime concessioni [...]. Una scossa ancora più decisiva agli equilibri globali proviene dall'America. [...] Gli Stati Uniti consolidano anche sul piano politico l'enorme sviluppo economico successivo alla Guerra civile (1861-1865), e pongono le basi per diventare una pontenza su scala mondiale. Sconfiggono la Spagna nella prima guerra combattuta fuori dai loro confini, Washington con le Filippine ottiene il controllo di gran parte del Pacifico, mentre le sue ingerenze in America centrale sono sempre più pesanti. Se Cuba formalmente indipendente, è in pratica una colonia statunitense, anche nei paesi più autonomi l'influenza degli USA comincia a essere palpabile [...], caso eloquente è quello del Messico, dove la rivoluzione modernizzatrice degli anni Dieci finisce per avere una portata piuttosto modesta a causa dell'ingerenza statunitense.

Zanichelli  (.pptx)  • Logoramento degli antichi imperi
Sintesi su slide

Età giolittiana

Dopo la grave crisi politica di fine Ottocento, all'inizio del XX secolo l'Itlaia si aprea a una nuova fase, caratterizzata da una sostanziale stabilità di governo. Nel primo quindicennio del Novecento la scena politica è dominata da Giovanni Giolitti, più volte presidente del Consiglio a partire dal 1903. Negli anni del suo governo, lo statista piemontese compie scelte che determineranno sul lungo periodo il percorso dello sviluppo politico, economcio e sociale italiano, con effetti sia positivi che negativi. In questo periodo alcune regioni settentrionali del paese conoscono il definitivo consolidamento del loro sviluppo economico e produttivo. [...] Sulla crescita industriale, concentrata soprattutto nel "triangono" Milano-Torino-Genova, si fonda la nuova forza dell'Italia nelle relazioni internazionali [...]. Giolitti e il suo governo sono in grado di accompagnare il progresso nelle zone dove esso era già partito, ma non riescono a risolvere i gravi squilibri dell'Italia, che all'inizio del Novecento addirittura aumentano. Nel Mezzogiorno le diseguaglianze sociali permangono e si acuiscono quelle che appaiono come vere e proprie forme di oppressione sulle classi lavoratrici. Peraltro anche molte aree del Nord soffrono ancora di grave arretratezza. Molte centinaia di migliaia di persone, sia settentrionali che meridionali cercheranno perciò una soluzione alle loro condizioni di vita emigrando all'estero. La mediazione parlamentare di Giolitti rallenta inoltre lo sviluppo dei moderni partiti di massa, fondati su un forte contatto con la società civile. Molti settori della società e della cultura non si sentono rappresentati dal sistema di potere, e danno inizio a una forte opposizione. [...]

DOWNLOAD  (.pdf)  • Età giolittiana
Istituto LUCE  • Storia d'Italia - Dall'Unità d'Italia a Giolitti (1861-1913)
(Durata 1h 32'02)

Prima Guerra Mondiale

Conflitto di dimensioni intercontinentali, combattuto dal 1914 al 1918. Innescata dalle pressioni nazionalistiche e dalle tendenze imperialistiche coltivate dalle potenze europee a partire dalla seconda metà del XIX secolo, coinvolse 28 paesi e vide contrapposte le forze dell’Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia, Italia e loro alleati) e gli Imperi Centrali (Austria-Ungheria, Germania e loro alleati). Assunse una dimensione mondiale anche dal punto di vista dei teatri degli scontri: si combatté, oltre che in Europa, nell’Impero ottomano, nelle colonie tedesche in Asia e su tutti i mari. Le battaglie decisive si svolsero in Europa, su 5 fronti: quello occidentale, tra Francia e Germania, lungo la Marna e la Somme; l’orientale, o russo, esteso e privo di barriere naturali; il meridionale, o serbo; l’austro-italiano, sulle Alpi orientali e in Carnia; il greco, a N di Salonicco.

Treccani  • Triplice alleanza e Triplice intesa
(Durata 2'42)
Treccani  • Le cause socio-economiche della Prima guerra mondiale
(Durata 4'38)
Treccani  • Il Novecento: una nuova idea di guerra
(Durata 2'55)
Zanichelli   (.ppt)  • Prima guerra mondiale
Sintesi su slide
DOWNLOAD   (.pdf)  • Prima guerra mondiale

Rivoluzione russa

[... All'inizio del 1917] una serie di moti popolari, partiti da Pietrogrado, si diffondono in tutto l'Impero, coinvolge l'esercito e costringe lo zar ad abdicare (rivoluzione di febbraio). Sono le forze moderate a prendere la guida di un governo provvisorio, con un programma riformatore. Nel pieno della guerra mondiale l'Europa vede dunque la nascita di quella che sembra essere una nuova repubblica liberale e "borghese". In realtà, il nuovo governo è fragile, coloro che lo guidano non hanno séguito tra le masse e in più intendono proseguire la guerra. Ma il popolo russo sente il bisogno innanzitutto della pace e non vuole più combattere una guerra che, da suo inizio, ha causato già la morte di due milioni di soldati, in maggioranza contadini. A sette mesi dalla prima rivoluzione il governo provvisorio non sembra in grado di riempire il vuoto di potere che si è creato. La confusione che ne deriva è terreno fertile per un gruppo politico determinato, con un programma di azione preciso e con una guida sicura. Si tratta del partito bolscevico - tornato in grande attività soprattutto dopo il rientro dall'esilio del suo leader Lenin, - che con un colpo di mano prende il potere (rivoluzione d'ottobre).

Primo dopoguerra

La prima guerra mondiale, con oltre dieci milioni di morti tra i soldati e altri milioni tra i civili, e immensi danni materiali, rappresenta un'immane catastrofe per l'Europa. Dal punto di vista politico-territoriale la guerra porta alla scomparsa di tre grandi imperi (russo, austro-ungarico e ottomano) e rende necessario un nuovo assetto dell'Europa che viene deciso nella Conferenza di Parigi, poi ratificato con i trattati della pace di Versailles nel 1919. I nuovi confini fissati dalle potenze vincitrici in seguito a compromessi tra i loro interessi e il principio di autodeterminazione dei popoli, provocano un generale malcontento, non solo degli sconfitti ma anche di alcuni stati vincitori. Di fatto in Europa resta un solo grande stato a contenere diverse nazionalità, l'Unione sovietica.
L'Europa, trasfromata in campo di battaglia per quattro anni, non si pacifica di colpo. Dopo la fine di una guerra spaventosa, le popolazioni europee devono sopportarne anche le ulteriori terribili conseguenze: un'epidemia di influenza, investendo una popolazione già provata, provoca più vittime del conflitto stesso; le devastazioni di territorio prima e la modifica dei confini poi creano milioni di profughi [...]; in alcuni paesi la struttura demografica è sconvolta poiché la guerra ha eliminato un'intera generazione maschile; l'economia [...] deve riconvertirsi alla pace e la drastica diminuzione della produzione genera una diffusa disoccupazione. Operai, contadini ed ex soldati [...] rivendicano un ruolo più determinante sulla scena pubblica e nella vita politica.

Zanichelli   (.ppt)  • Prima guerra mondiale
Sintesi su slide
DOWNLOAD   (.pdf)  • Esiti della Prima Guerra Mondiale

ETÀ DEI TOTALITARISMI

[...] Il regime autoritario [...] primeggia largamente [...] fra i paesi divenuti indipendenti nel corso del Novecento. Nella definizione classica [...] il termine designa «sistemi politici, a pluralismo limitato e non responsabile, privi di un'elaborata ideologia-guida, [...] diretti da un leader, o talvolta da un piccolo gruppo, che esercita il potere entro limiti formalmente mal definiti, ma in realtà prevedibili [... In un regime] convivono attori con interessi comuni e, al contempo, distinti, come il partito unico, la grande proprietà fondiaria, il capitale industriale e finanziario, l'esercito, la monarchia, la Chiesa, ecc. [...] Sono legittimati culturalmente da parole d'ordine (Dio, Patria, Famiglia, Fedeltà, Onore) vaghe quanto basta per essere sottoscritte da tutte le componenti della coalizione [...]. [...] con l'ideologia, viene meno un decisivo strumento di mobilitazione delle masse, che resteranno per lo più quiescenti e apatiche [...].

URSS di Stalin

Dopo di duri anni della guerra civile (1919-1922), nei primi anni Venti la situazione della Russia ex zarista comincia a stabilizzarsi. Il paese si è dato ufficialmente una nuova organizzazione: il 30 dicembre 1922 è nata l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS). Sin dal 1921, Lenin ha inaugurato la nuova politica economica (Nep): dopo tre anni di rigido controllo centralle, il cosiddetto comunismo di guerra, si avvia una liberalizzazione della produzione e dello scambio, soprattutto dei prodotti agricoli, per far fronte a una situazione economica diventata tragica. Ma questa fase è destinata a durare poco. Nel 1924 Lenin, già da tempo gravemente malato, muore e dopo una dura lotta per il potere, è Stalin che riesce a prevalere e ad assumere la guida dello stato. Egli riesce a concentrare nelle mani del Partito comunista, di cui è segretario generale, il controllo di tutta la società. La sua azione conferisce al sistema sovietico un carattere e una organizzazione totalitari che rimarranno tali nei decenni a venire: l'economica è guidata verso la collettivizzazione delle terre e l'industrializzazione forzata, mentre ogni forma di opposizione, anche interna all'ideologia comunista è duramente repressa.

DOWNLOAD  (.pdf)  • Da Lenin a Stalin
Contenuti:  • La rivoluzione di febbraio  •  La rivoluzione di ottobre  •  La rivoluzione, i socialisti europei e la III Internazionale  • Da Lenin a Stalin  • Comunismo di guerra  •  NEP, Nuova politica economica (1921)  •  URSS: unione delle repubbliche socialiste sovietiche  •  Economia: da Lenin a Stalin  •  Regime staliniano
DOWNLOAD   (.pdf)  • Unione sovietica di Stalin
Contenuti:  •  Ascesa di Stalin  •  Il terrore staliniano e i Gulag  • Consolidatmento dello stato totalitario  •  Fronti popolari
Zanichelli   (.ppt)  • Totalitarismo: Stalinismo e Nazismo
Sintesi su slide

Avvento del fascismo

Tra tutti i paesi vincitori, l'Italia è quello che più risnete dei problemi economici e sociali del dopoguerra. [...] Per i nazionalisti che hanno caldeggiato l'intervento, le conquiste territoriali non sono all'altezza delle aspettative [...]. I socialisti neutralisti criticano a loro volta il governo per la crisi economica seguita a una guerra che i proletari non avevano voluto. La medio-piccola borghesia, soprattutto impiegatizia, è particolarmente colpita dalla crisi e teme un declassamento sociale. Gli industriali e ancor di più gli agrari non sono propensi a fare concessioni a operai e contadini, ma temono che il malcontento diffuso abbia uno sbocco rivoluzionario. Gli ex combattenti, infine, vogliono maggiore considerazione [...]. In questo difficile clima politico, economico e sociale sorgono i Fasci di combattimento, fondati dall'ex socialista Benito Mussolini nel 1919. Questo nuovo movimento si distingue per un programma che vuole essere trasversale, unendo linguaggi e aspirazioni di destra e di sinistra: fortemente nazionalista, si propone anche come repubblicano e vagamente anticapitalista, ma allo stesso tempo risolutamente antisocialista. Ciò che accomuna queste componenti eterogenee è il culto dell'azione violenta. I Fasci trovano ben presto l' appoggio della grande borghesia industriali e degli agrari, che ritengono di poter strumentalizzare le violenze dei fascisti per mettere fine ai fenomeni socialisti e comunisti (pronti a "fare come la Russia"). A dispetto delle previsioni [...] all'inizio degli anni Venti il movimento riesce ad imporre una soluzione autoritaria, favorito dall'atteggiamento della monarchia e dai grandi interessi economici che in questo modo si sentono tutelati. Impadronitosi del governo dopo la marcia su Roma (1922), Mussolini inizia a scardinare i fondamenti dello stato liberale. [...]

Zanichelli   (.ppt)  • Totalitarismo: il Fascismo
Sintesi su slide
DOWNLOAD   (.pdf)  • Avvento del Fascismo in Italia
Contenuti:  •  Difficoltà economiche e sociale del primo dopoguerra  •  Nuovi partiti  •  Nuovi movimenti politici  • Crisi del liberalismo  •  Biennio rosso  •  La questione di Fiume  •  Ascesa del Fascismo  •  Verso la dittatura

Crisi del '29 negli USA

[...] Nell'ottobre 1929 l'improvviso crollo della Borsa di Wall Street fa emergere in modo evidente la fragilità dell'economica americana: i risparmi degli investitori medi e piccoli vengono azzerati, molte banche falliscono e perciò viene meno anche il credito alle imprese, con ulteriori drammatiche conseguenze. I fallimenti e il blocco della produzione provocano un'ondata di disoccupazione che prostra ancora di più l'economia americana. Gli effetti della crisi cominciano a ripercuotersi su tutti i paesi che hanno rapporti commerciali e finanziari con l'America, e in particolare si fanno sentire in Europa, già provata dalle difficoltà economiche e sociali del dopoguerra; in alcuni paesi le conseguenze sono terribili anche sul piano politico: le difficoltà economiche di tutta la società aumentano l'attrattiva per soluzioni antiparlamentari e "antiborghesi" di stampo autoritario e dittatoriale, che appaiono più adeguate a risolvere i problemi della povertà e della disoccupazione. [...]

DOWNLOAD   (.pdf)  • La crisi del '29
Contenuti:  • Il nuovo ruolo degli USA  • Isolazionismo  • Proibizionismo (1919-1933)  • Gli anni Venti: tra boom economico e cambiamenti sociali  •  Crisi del '90  •  La crisi diventa mondiale  •  Roosevelt e il nuovo corso (New Deal)  •  La politica del New Deal

Avvento del Nazismo

Alla fine degli anni Venti la repubblica tedesca di Weimar [...] sembra aver superato le prove più difficili: l'enorme crisi finanziaria del primo dopoguerra è alle spalle; le insurrezioni degli estremisti di destra e di sinistra sono, almeno temporaneamente, domate; le relazioni con gli altri paesi si normalizzano [...]. Ma in realtà gli equilibri restano fragilissimi, legati [...] al piano di aiuti lanciato dagli Stati Uniti nel 1924. Con la crisi del '29 e con la conseguente sospensione degli aiuti economici americani, la situazione precipita di nuovo. I disoccupati tedeschi diventano milioni e anche tra i ceti medi si diffonde una profonda insicurezza. Gli operai che perdono il posto di lavro ingrossano le fila di un combattivo e intransigente Partito comunista, mentre all'estrema destra i nazionalsocialisti raccolgono, oltre ai voti di protesta i consensi degli strati sociali più spaventati da un possibili sbocco rivoluzionario di stampo sovietico. In una situazione così tesa accade che il leader nazista Adolf Hitler, senza fare nulla per nascondere il suo programma decisamente autoritario, antidemocratico, militarista e razzista, diventa capo del governo dopo il grande successo riscosso dal suo partito in una libera competizione elettorale. Dopo l'ascesa al potere di Hitler nel 1933, il sistema democratico di Weimar viene smantellato per far posto a un regime dittatoriale. In meno di un anno il Führer accentra su di sé tutto il potere ed ottiene che ogni aspetto della vita dei tedeschi - sia pubblica che privata - faccia capo al Partito nazista.

DOWNLOAD   (.pdf)  • Crisi della Germania e avvento del Nazismo
Contenuti:  • La nascita della repubblica di Weimar  • Crisi economica e affermazione del nazionalismo  •  Hitler e la nascita del Nazionalsocialismo  •  Dalla crisi del '29 alla conquista del potere  •  Nazismo al potere  •  Ideologia nazista e antisemitismo
Zanichelli   (.ppt)  • Totalitarismi: Stalinismo e Nazismo
Sintesi su slide  • (questo materiale è presente anche sotto la voce URSS di STALIN)

Regime fascista in Italia

Nel discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 e nel 1926 Mussolini dichiara l'intenzione di instaurare un regime dittatoriale. A partire dalla fine del 1925 e nel 1926, la dittatura assume una veste giuridica, con la promulgazione delle cosiddette Leggi fascistissime. Oltre a distruggere ogni forma di opposizione, queste leggi modificano l'impianto istituzionale dello Stato italiano in senso fortemente autoritario. Lo stesso duce - dal latino dux, "condottiero, capo" - del fascismo lo definisce "autoritario". Intanto molti altri movimenti politici in tutta Europa, compreso il nazismo, cominciano a trovare una fonte di ispirazione nel modello italiano. Ogni aspetto della vita sociale, fino alle attività ricreative e ai servizi per l'infanzia, viene inquadrato in organizzazioni che fanno capo al Partito fascista [...]. Nella società italiana, anche per la sostanziale assenza di opposizione costretta all'esilio o alla clandestinità da una durissima repressione, cresce il consenso nei confronti del regime fascista, esaltato come l'unico governo veramente adegiato ad affrontare i problemi del paese. La costruzione del regime totalitario, in Italia, segue una via diversa da quella intrapresa in Germania dal nazismo. Il regime fascista si realizza infatti attraverso il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo e di altre istituzioni dello Stato, che si pongono al di sopra degli organismi del Partito nazionale fascista. Quest'ultimo però riveste un ruolo fondamentale per la propaganda e il controllo sociale. D'altra parte il re e la Chiesa cattolica continuano a godere di un prestigio e di un'autorità autonomi, e Mussolini è spesso costretto a scendere a patti con la corte e con le [...] gerarchie ecclesiastiche. [...] È la politica estera a segnare la sorte del fascismo. I tentativi di Mussolini di rivedere gli equilibri di Versailles a vantaggio dell'Italia non sono accolti con favore da Francia e Inghilterra che si oppongono duramente all'aggressione dell'Etiopia, nel 1935. [... Così] l'Italia si avvicina definitivamente alla Germania [...] con conseguenze tragiche per il paese.

DOWNLOAD   (.pdf)  • Regime fascista in Italia
Contenuti:  • Nascita del regime  •  Politica del consenso  • Antifascisti  •  Potere fascista tra propaganda e repressione  •  Politica interna  •  Politica economica  •  Economia fascista  •  I rapporti tra Chiesa e Fascismo  •  Politica estera: l'espansione in Africa  •  Leggi razziali
DOWNLOAD   (.pdf)  • Verso una nuova guerra
Contenuti:  • I fascismi in Europa: Austria, Balcani, Portogallo  •  L'impero militare del Giappone  •  La guerra in Cina  •  Il riarmo della Germania nazista  •  L'alleanza con l'Italia e con il Giappone  •  La guerra civile spagnola  •  Escalation nazista verso la guerra

Seconda guerra mondiale

All'inizio della Seconda guerra mondiale la Germania e il Giappone colgono di sopresa gli avversari e ottengono in pochi mesi risultati a prima vita decisivi: in meno di due anni Hitler diventa padrone dell'Europa continentale, mentre i nipponici controllano buona parte del Pacifico. Nel frattempo, nel 1940 anche l'Italia entra in un conflitto che in quel momento si pensa ancora essere breve. Ma dal 1941 le potenze dell'Asse si trovano a dover affrontare le tre strutture politiche più potenti del mondo: l'Urss, l'USA e l'impero britannico, la cui ricchezza di risorse le rende assai difficili da sconfiggere in un conflitto di lunga durata. Quando la guerra comincia a prolungarsi e produce un lento e progressivo logoramento di uomini e mezzi, le forze dell'Asse non tardano ad avvertire i sintomi di un'inevitabile fine.
Ancor più della prima, la Seconda guerra mondiale è una guerra totale, in cui viene meno ogni differenza tra soldati e civili. I bombardamenti aerei colpiscono tanto obiettivi militari che civili, allo scopo di destrutturare e paralizzare ogni attività del fronte interno. Gli eserciti colpiscono i civili con deportazioni, rappresaglie e massacri. A loro volta alcuni civili imbracciano le armi, nei movimenti di Resistenza che si organizzano in tutti i territori invasi da Germania e Giappone. Per tutte queste ragioni, la guerra del 1939-1945 occupa un posto particolare nella memoria collettiva del vecchio continente e dell'Asa orientale. [...] i sei lunghi anni del conflitto hanno provocato cinquantacinque milioni di vittime, e tra esse oltre cinque milioni di ebrei che vivevano in Europa nel 1939; i paesi teatro di combattimenti sono ridotti a cumuli di macerie. [...]

DOWNLOAD   (.pdf)  • Verso una nuova guerra
(Questo stesso materiale è presente anche sotto la voce FASCISMO IN ITALIA)
Contenuti:  • I fascismi in Europa: Austria, Balcani, Portogallo  •  L'impero militare del Giappone  •  La guerra in Cina  •  Il riarmo della Germania nazista  •  L'alleanza con l'Italia e con il Giappone  •  La guerra civile spagnola  •  Escalation nazista verso la guerra
Zanichelli   (.ppt)  • Seconda guerra mondiale
Sintesi su slide
DOWNLOAD   (.pdf)  • Il successo della guerra lampo (1939-1940)
Contenuti:  •  Inizia la seconda guerra mondiale (3 settembre 1939)  •  Tedeschi e sovietici si spartiscono la Polonia (1° e 17 settembre 1939) •  La guerra si sposta nel Nord Europa  •  L'apertura del fronte occidentale  •  Italia, dalla non belligeranza all'intervento in guerra  •  Occupazione della Francia  •  La battaglia d'Inghilterra (agosto-ottobre 1940)  •  L'offensiva italiana nel Mediterraneo e in Africa  •  Il patto tripartito e la creazione di un "nuovo ordine"
DOWNLOAD   (.pdf)  • La svolta del 1941: la guerra diventa mondiale
Contenuti:  • L'Est europeo "spazio vitale" per la Germania hitleriana  •  L'invasione in Grecia e in Jugoslavia  •  I fallimenti italiani nel Mediterraneo e in Africa  •  La Germania invade l'URSS (22 giugno 1941)  •  L'avanzata italo-tedesca e la resistenza sovietica  •  Gli Stati Uniti fra isolazionismo e aiuti all'Europa  •  La Carta atlantica: la necessità di sconfiggere il nazismo  •  Il progetto di una "Grande Asia" sotto l'egida giapponese  •  L'attacco giapponese a Pearl Harbour e l'ingresso in guerra degli Stati Uniti
DOWNLOAD   (.pdf)  • Inizio della controffensiva alleata (1942-1943)
Contenuti:  •  Ultimi successi dell'Asse  • L'importanza degli aiuti statunitensi  •  La battaglia di Stalingrado  •  La tragica ritirata degli italiani  •  L'avanzata alleata in Estremo Oriente e nel Mediterraneo
DOWNLOAD   (.pdf)  • Caduta del fascismo e guerra civile in Italia
Contenuti:  •  La conferenza di Casablanca (gennaio 1943)  •  Gli Anglo-americani in Sicilia e la caduta del regime fascista  •  Il governo Badoglio firma l'armistizio (settembre 1943)  •  Occupazione tedesca e la creazione della Repubblica sociale italiana (Salò)  •  Resistenza in Italia: guerra di liberazione e guerra civile  •  Il CNL e l'organizzazione della lotta partigiana in Italia  •  La dichiarazione di guerra alla Germania e il ristagno sulla "linea Gustav"  •  Il governo di unità nazionale (22 aprile-8 giugno 1944)  •  La ripresa dell'avanzata alleata e il nuovo arresto lungo la "linea gotica"
DOWNLOAD   (.pdf)  • La vittoria degli Alleati
Contenuti:  •  La conferenza di Teheran (1943)  •  Lo sbarco alleato in Normandia (6 giugno 1944)  •  L'avanzata dell'Armata rossa e la liberazione della penisola balcanica  •  La conferenza di Yalta (1945)  •  L'offensiva degli Alleati su tutti i fronti (primavera 1945)  •  La liberazione dell'Italia(25 aprile 1945)  •  La resa della Germania (7-8 maggio 1945)  •  La resistenza giapponese  •  La bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki (6-9 agosto 1945)
DOWNLOAD   (.pdf)  • FOCUS - La guerra dei civili
Contenuti:  •  Europa sotto il gioco nazista  •  Lo sfruttamento economico  •  Economia di guerra  •  I bombardamenti aerei  •  Collaborazionismo e resistenza  •  Le azioni della resistenza  •  I diversi volti della Resistenza europea  •  Il caso dell'URSS e della Jugoslavia  •  La guerra contro i civili  •  Stragi e violenze nell'Italia occupata dai nazisti  •  L'eccidio delle foibe  •  Il dramma dei profughi istriani
DOWNLOAD   (.pdf)  • FOCUS - Lo sterminio degli ebrei
Contenuti:  •  Il nuovo ordine razzista  •  La deportazione di massa  •  Campi di concentramento e campi di sterminio  •  Il ruolo dei governi collaborazionisti

MONDO BIPOLARE

[...] Il nuovo ordine bipolare regola il mondo a partire dalla situazione militare esistente al momento della resa tedesca (maggio 1945) e giapponese (agosto 1945). È un ordine di fatto e non di diritto che vede contrapporsi per oltre quarant’anni, in un alternarsi di fasi più o meno acute di tensione e di distensione, il "mondo libero" e quello "socialista", secondo le rispettive auto-definizioni; l’imperialismo americano e il totalitarismo sovietico, secondo le definizioni che l’uno darà dell’altro; la Democrazia e il Comunismo, secondo la percezione dei contemporanei. Il nuovo ordine bipolare sposta il baricentro del potere mondiale dal cuore dell’Europa in direzione dei due grandi paesi vincitori e si accompagna ed è la causa (oltre che l’effetto) di uno stato permanente di contrapposizione e di ostilità reciproche fra i due blocchi denominato "guerra fredda", fortunatissima formula utilizzata dal 1947. [...]

Prima guerra fredda (1947-1963)

In una prima fase il confronto bipolare ebbe soprattutto il carattere di una guerra di posizione, alla ricerca della stabilità del quadro internazionale.[...] Il Piano Marshall del 1947 (di aiuti economici americani per la ricostruzione europea) e il Patto atlantico del 1949 (di cooperazione tra le potenze occidentali) contribuirono a stabilizzare la situazione in Europa. Ma la guerra fredda, a quel punto, entrò in una fase "calda" in altre aree, soprattutto in Asia con l'affermarsi della Rivoluzione cinese (ottobre 1949). Nel 1950 si giunse inoltre a un conflitto tra la Corea del Nord (comunista) e quella del Sud (filoamericana). L'esercito statunitense respinse le truppe nordcoreane, ma così provocò l'intervento cinese. Nel 1953 la guerra si concluse con la divisione della penisola in due Stati. [...] Le relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica si indirizzarono successivamente verso il disgelo (o anche, come poi si disse, la distensione), pur non mancando alcune gravi crisi, come quella di Berlino del 1959-61, culminata con l'erezione di un muro tra la parte occidentale e quella orientale della città (uno dei più significativi simboli della guerra fredda), e la crisi missilistica di Cuba del 1962 [...].

Zanichelli   (.ppt)  • Secondo dopoguerra
Sintesi su slide
DOWNLOAD   (.pdf)  • Guerra fredda
Contenuti:  • 

Decolonizzazione in Africa e in Asia

[...] Se l'indipendenza politica, conseguita da un gran numero di popoli (quasi tutti del Terzo Mondo) ha rappresentato per essi una meta faticosamente perseguita nel corso di anni, essa non escludeva tuttavia altre rivendicazioni, che oltrepassavano la sfera politica per incidere sul terreno economico. La prima e fondamentale di tali rivendicazioni non poteva esser più chiara. Una volta che per diverse vie pacifiche o violente - si erano costituiti in questi territori poteri pubblici titolari della sovranità corrispondente ai rispettivi popoli o nazioni, i loro membri si resero conto - ancor più chiaramente, se possibile, che nella fase coloniale - come tutto ciò che nei loro territori avesse un valore economico di una certa entità fosse in mano straniera. Non soltanto miniere, fabbriche, installazioni elettriche o portuali, ma anche gran parte delle proprietà urbane o agricole appartenevano ai colonizzatori, o comunque a stranieri. Da questa situazione deriva il fatto che, nei movimenti di liberazione, l'aspirazione all'indipendenza si associa sin dal primo momento alla proclamazione di programmi più o meno socialisti consistenti nel propugnare, con gradi diversi di radicalismo a seconda dei casi, una redistribuzione dei redditi; a questo fine, era indispensabile che le ricchezze di ogni territorio, sin allora in mani straniere, fossero trasferite nelle mani dei nuovi Stati o dei loro cittadini.[...]

Slideshare  • La decolonizzazione
Slide pubblicate dal Prof. Francesco Baldassarre

Questione mediorientale

La nascita del sionismo, avvenuta nell’Europa di fine Ottocento, è comprensibile solo all’interno di un particolare momento storico: le persecuzioni antiebraiche nella Russia zarista e il fallimento dell’emancipazione liberale nella Mitteleuropa. La creazione dello Stato d’Israele nel 1948 ha realizzato il progetto statuale sionista, ma ha sollevato in tutta la sua drammaticità il problema del popolo palestinese, privato della sua terra atavica. Lo Stato di Israele non va considerato solo come il garante politico dell’ebraismo mondiale, ma compendia anche tutte le problematiche indotte da una creazione occidentale nel Medio Oriente arabo-islamico. [...] Gli anni Cinquanta si caratterizzano per l’iterato fallimento, sostenuto dalle Nazioni Unite, dei tentativi di concludere un qualsiasi accordo di pace con i Paesi arabi (vedi il caso di re Abdallah di Giordania, assassinato a Gerusalemme nel 1951). Le tensioni di Israele con i Paesi confinanti, in special modo con l’Egitto, crescono a seguito di operazioni di sabotaggio (come nel caso dell’affare Lavon del 1952) e delle "infiltrazioni" dei fedayn (“combattenti”) palestinesi. La rivoluzione dei giovani ufficiali in Egitto (1952) porta alla ribalta della scena mediorientale la figura del colonnello Gamal Abdel Nasser (1918-1970) del partito socialista Baath, intento a rinsaldare il fronte antisraeliano nell’ottica di un nuovo Medio Oriente arabo e socialista. La crisi di Suez può essere compresa all’interno di una congiuntura ben precisa: l’ultimo colpo di coda dell’imperialismo europeo nella regione (francese e inglese), la riluttanza americana a sostenere il regime nasseriano (mancato finanziamento della diga di Assuan), la rilevanza strategica del canale (nazionalizzato da Nasser) e le prime serie ingerenze sovietiche. [...]

La Cina di Mao

Mao Zedong è una delle figure dominanti della storia del Novecento. Nel 1949 portò al potere i comunisti in Cina. Marxista, vide in Lenin un maestro di azione rivoluzionaria. Mao non fu, però, un passivo seguace delle teorie di Marx e Lenin. Reinterpretò la loro lezione rivoluzionaria adattandola alle condizioni economiche e sociali del suo Paese. Dopo l’ascesa al potere, fu il leader incontrastato della Cina. [...] Forte del consenso di grandi masse popolari, l’esercito comunista sconfisse quello nazionalista, e nell’ottobre 1949 Mao salì al potere. All’inizio si legò strettamente all’Unione Sovietica, ma, dopo la morte di Stalin nel 1953, respingendo la linea politica del nuovo leader sovietico Nikita S. Chruščcëv, considerato sostenitore di un’inaccettabile subordinazione della Cina all’URSS, egli procedette per la propria strada. Dapprima promosse una collettivizzazione generalizzata delle terre, per assicurare al paese un rigoroso egualitarismo, che a suo avviso i sovietici avevano abbandonato; quindi, nel 1958, impose ai contadini quanto mai riluttanti il loro raggruppamento in comuni popolari, organismi in grado di provvedere a tutti i rami essenziali della produzione, con lo scopo di dar vita a un «Grande balzo in avanti» dell’economia cinese. Ma il risultato fu disastroso. [...]

La guerra del Vietnam

Ci troviamo intorno al 1945. Un certo Ho Chin Minh, capo del partito comunista vietnamita, decide di nominare un governo provvisorio. Tale mossa, intimorì non poco alcuni paesi occidentali (Francia e Usa in particolare), come segno di un’ulteriore espansione del comunismo in Asia. Sarebbe spontaneo domandarsi cosa importava alla Francia e agli Usa di tutto ciò. In quel periodo, i francesi tentavano di riconquistare la loro vecchia colonia indocinese ed il governo instaurato in Vietnam (regione appartenente all’Indocina) che avrebbe favorito l’inizio di un’indipendenza, non sarebbe stato di grosso aiuto. Nel 1946, iniziarono gli scontri tra la Francia, supportata finanziariamente e logisticamente dagli Stati Uniti e il Fronte nazionale di liberazione (Fnl) vietnamita, aiutato dai Viet-minh, esercito del nord del Vietnam.
Gli scontri terminarono nel 1954. Fondamentale fu la battaglia di Dien-Bien-Phu, dove le truppe vietnamite, guidate dal generale Giap, segnarono una pesantissima sconfitta alle truppe francesi.
Lo stesso anno ci fu la Conferenza di Ginevra, in cui vennero stabili diversi accordi. L’Indocina, fu divisa in tre stati indipendenti: Laos, Cambogia e Vietnam. Quest’ultima, venne separata in due: Vietnam del nord, con capitale Hanoi, in cui viene riconosciuta una repubblica democratica sotto la guida di Ho Chin Minh, ed il Vietnam del sud, con capitale Saigon, guidata da Ngo Dinh Diem, ma sotto il controllo statunitense. Negli stessi accordi venne stabilito che entro la metà del 1956, si tenessero delle libere elezioni per la completa riunificazione del paese. [...]

Treccani  • La guerra del Vietnam
(Durata 2'19)
Repubblica.it  • La guerra del Vietnam
(Durata 3'38)
Leonardo.it  • La guerra del Vietnam
Contenuti: • I precedenti • 1961: inizia l'errore di valutazione e ci si fortifica dietro l'errore •1962: eventi di guerra • 1963 •1964: l'incidente del golfo del Tonchino •1965-1969: eventi di guerra •1972-1975: eventi

Crisi dell'America Latina

Sui paesi dell'America Latina, in particolare su quelli del Centroamerica, gli Stati Uniti esercitano fin dagli inizi del Novecento la loro supremazia economica e insieme ad essa una forte influenza politica. Negli anni del secondo dopoguerra questo controllo proseguì, non solo per motivi economici ma anche per impedire la diffusione del comunismo nel continente. A questo scopo gli USA si schierarono a finaco di governi impopolari e corrotti e perfino di regimi dittatoriali (come la dittatura di Somoza in Nicaragua, che si resse col sostegno americano per più di cinquant'anni). Per la stessa ragione si opposero tenacemente alla rivoluzione cubana di Fidel Castro. [...] Sull'esempio cubano, focolai di guerriglia si accesero in altri paesi dell'America Latinas. Per ogranizzare una lotta armata Ernesto Guevara, detto Che, originario dell'Argentina e protagonista della rivoluzione cubana insieme a Castro, viaggiò a lungo nell'America meridionale e centrale finché attirato in una imboscata, fu ucciso in Bolivia nel 1967: la sua figura di ardente rivoluzionario entrò subito nella leggenda. Il tentativo di estendere ad altri paesi la rivoluzione cubana fallì e i movimenti guerriglieri furono repressi quasi dappertutto (ma in Colombia le Forze Armate Rivoluzionarie - o FARC - portano avanti acnora oggi una sanguinosa guerriglia. [...]

www.corriere.it  • America Latina, un continente in bilico tra crisi ed euforia
Dall’Argentina al Perù, mappa storica di un mondo ostaggio di guerre civili e rivoluzioni che al vocabolario politico internazionale ha regalato parole come «golpe» e «caudillo» — di Sergio Romano
www.novecento.org  • La Crisi del 1973
Contenuti: • 1973: una crisi di transizione • Fu una crisi? • Quali sono gli elementi importanti e significativi che precedono lo scoppio della crisi dell’autunno del ‘73? • Qual è il rapporto tra la guerra e la crisi petrolifera? • Quali sono gli effetti della crisi? • Quando finisce la crisi? • Note didattiche • Il contesto internazionale della crisi politico-economica del 1973 • Percezione della crisi: “Crisis? what crisis?” • Crisi economica • Crisi petrolifera • Crisi politica • Crisi sociale • Le crisi internazionali • "The me decade" • Conclusioni

La "Seconda Guerra Fredda" (1979-85)

[...] Con il termine "seconda guerra fredda" ci si riferisce all'intenso periodo che va dalla fine degli anni 1970 e gli inizi degli anni 1980 caratterizzato da un risveglio delle tensioni e dei conflitti tra le maggiori potenze, con entrambe le parti che divennero sempre più militariste. Lo storico John Patrick Diggins disse: «Reagan fece di tutto per combattere la seconda guerra fredda, sostenendo le contro-insurrezioni nel terzo mondo». Il suo collega Michael Cox ha invece osservata che: «L'intensità di questa seconda guerra fredda è stata grande quanto fu breve la sua durata breve.» [...] Nel gennaio del 1977, quattro anni prima di diventare presidente, Ronald Reagan dichiarò apertamente, in una conversazione con Richard Allen, le sue aspettative base in relazione alla Guerra Fredda con queste parole: «La mia idea della politica americana nei confronti dell'Unione Sovietica è semplice, e alcuni direbbero semplicistica», affermò, «È questa: vinceremo e loro perderanno. Cosa ne pensi?». Nel 1980, Ronald Reagan sconfisse Jimmy Carter nelle elezioni presidenziali del 1980, promettendo di aumentare le spese militari e di affrontare i sovietici ovunque. Sia Reagan, sia il nuovo primo ministro britannico Margaret Thatcher accusarono l'Unione Sovietica e la sua ideologia; Reagan la etichettò come un "impero del male"" e predisse che il comunismo sarebbe finito nel "mucchio di cenere della storia", mentre Thatcher descrisse i sovietici come "inclini al dominio del mondo". [...]

Il muro di Berlino

Alla fine della Seconda guerra mondiale, Berlino divenne il simbolo della divisione del mondo in due blocchi: i regimi comunisti a Est e i paesi democratici a Ovest. Nel 1961 le autorità della Germania dell’Est costruirono in mezzo alla città un Muro che, per ventotto anni, contrappose due modelli di vita diametralmente contrari: una città vivace, libera e consumista a ovest, una città tetra e oppressa a est.[...]Per tutto il periodo della guerra fredda, fino al 1989, quando il Muro fu abbattuto, più di 5.000 persone riuscirono a scavalcare il Muro, moltissime furono arrestate e oltre 150 furono uccise. I primi tempi i Tedeschi orientali ricorsero a ogni stratagemma per scappare: tunnel sotterranei, automobili con doppio fondo, teleferiche artigianali da un palazzo all’altro, mongolfiere. Ma i mezzi di controllo diventarono sempre più sofisticati e col passare del tempo divenne quasi impossibile oltrepassare il Muro perché le guardie avevano l’ordine di sparare a chiunque si avvicinasse alla terra di nessuno davanti al Muro. [...]

YouTube  • Il muro di Berlino
(durata 9'01)
RAI Video*  • Berlino, il muro della vergogna
(Durata 6'38) *(è necessario registrati al sito www.raiplay.it)
YouTube  • Muro di Berlino (capitolo 1)
(Durata 45'05)

Italia della Prima Repubblica

Con la liberazione italiana, il 25 aprile 1945, si ripristinò la vita democratica del nostro Paese, si ricostituirono cioè i vecchi partiti. Il Partito Comunista Italiano fu ricostituito da Palmiro Togliatti, mentre il Partito Socialista Italiano venne ricostituito da Pietro Nanni. Entrambi pensavano di ricostituire l’Italia basandosi sul modello dell’URSS. Alcide De Gasperi ricostituì la Democrazia Cristiana, che prima della dittatura fascista si chiamava Partito Popolare Italiano. Esso rappresentava un equilibrio nella politica italiana, un partito tra conservazione e progresso. [...] Il 10 dicembre 1945 Alcide De Gasperi ebbe il compito di formare il nuovo governo. Il 2 giugno 1945 gli italiani e per la prima volta le italiane, furono chiamati a un referendum per decidere se l’Italia doveva rimanere una monarchia, oppure se essa dovesse essere sostituita dalla repubblica. Vinse quest’ultima con il 52%. [...] Nel dicembre 1947 si terminò di scrivere la costituzione italiana, che entrò in vigore il primo gennaio 1948. Tuttavia la guerra aveva provocato enormi perdite allo Stato italiano, quindi De Gasperi decise di chiedere un grosso prestito agli Stati Uniti, il quale aiutò l’Italia con il Piano Marshall. Nel 1947, nel IV governo di De Gasperi, [...] l’Italia entrerà a far parte del Patto Atlantico e della Ceca. Dal 1953 al 1962 si susseguono alla presidenza del Consiglio Amintore Fanfani, Mario Scelba, Antonio Segni, Adone Zoli, Fernando Tambroni. Negli anni cinquanta gli italiani si guadagnavano ancora da vivere nei settori tradizionali: piccole aziende, piccolo commercio, agricoltura. Invece tra il 1958 e il 1963 prese il via il cosiddetto "miracolo italiano" nel corso del quale l’Italia si trasformerà in una grande potenza industriale. [...] A partire dal 1963 la Democrazia Cristiana e i partiti minori di centro non riescono più a governare da soli e cercheranno l’appoggio del Partito Socialista Italiano. [...] Dagli anni settanta però, si svilupperà il terrorismo. I primi movimenti rivoluzionari furono di impronta comunista. La strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969, fece precipitare il Paese nell’incubo del terrorismo. Inoltre il terrorismo rosso fu l’autore del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro. In seguito si svilupperanno pure il terrorismo nero, cioè di impronta fascista. [...] Negli anni novanta di svilupperanno partiti tendenti all’autonomia dell’Italia del Nord, in particolare la Lega Nord [...]. Nel 1992 Antonio Di Pietro, Pubblico Ministero che esercita presso il Tribunale di Milano, scopre [... un] sistema di corruzione [...] definito "tangentopoli", ed è prprio per gli sviluppi di questa indagine che si chiude il lungo periodo della Prima Repubblica.

Istituto Luce  • Storia d'Italia - I primi anni della Repubblica (1947-63)
(durata 1h 29'23)
Domenico Petrolino  • L'Italia repubblicana fino al 1968 - Parte I
(durata 11'03)

ETÀ CONTEMPORANEA

Per età contemporanea si intende il periodo storico che dalla fine dell’età moderna giunge ai nostri giorni. Essa è, insomma, la nostra epoca, intesa non soltanto come il momento in cui viviamo, bensì come l’intero arco temporale nel corso del quale hanno avuto origine e si sono sviluppate le principali strutture che la nostra coscienza identifica come elementi costitutivi del contesto spirituale e materiale in cui l’uomo si trova oggi a operare. [...] Nel corso dell’età contemporanea le comunicazioni materiali e culturali hanno subito una tale intensificazione [...] per cui l’intero globo ha visto infittirsi in maniera crescente la rete che lo avvolge consentendo lo scambio massiccio di merci, uomini, informazioni culturali tra gli individui e i gruppi sociali, i vari stati, i continenti. Il mondo tende perciò rapidamente a trasformarsi in un "villaggio globale" in cui i consumi e i gusti vanno omologandosi, si indeboliscono le differenze tra i popoli e le civiltà, i costumi vanno modificandosi radicalmente, stabilendo su scala gigantesca l’egemonia delle città nei confronti delle campagne del globo. E sono proprio queste prevalenti tendenze che provocano le resistenze e la reazione di tradizionalismi (ne è un tipico esempio quello islamico, ma non solo) che, sentendo minacciate le proprie radici, reagiscono contro l’"occidentalismo" in nome della salvaguardia della loro identità.[...]

La Russia dopo l'URSS

L’ascesa al potere di Gorbaciov — Quando, nella primavera del 1985, Michail Sergeevič Gorbačëv venne nominato segretario generale del PCUS dopo la lunga età di Brežnev (1964-1982) e le brevi dirigenze di J. Andropov (1982-1984) e di K. Černenko (1984-1985), era molto difficile prevedere che l'URSS, la potenza a capo di uno dei due schieramenti del mondo bipolare, sarebbe scomparsa nel giro di breve tempo. In Occidente l'immagine dominante dell'"impero del male", secondo la definizione del presidente americano R. Reagan, era quella di un regime solido, di una società civile indottrinata e sottomessa, di un partito comunista e di una burocrazia onnipotenti e onnipresenti. Il regime sovietico appariva, insomma, immutabile e l'ordine mondiale bipolare irreversibile. L'ascesa al potere di Gorbaciov, esponente di spicco dell'ala riformista del PCUS, si caratterizza invece fin da subito per la messa in atto di un vasto programma di rinnovamento dell'intero sistema sovietico, sintetizzabile in due parole chiave che anche tutto l'Occidente impara a conoscere fra curiosità, stupore, diffidenze e grandi aspettative: perestrojka e glasnost. Quello di Gorbaciov è un programma antistalinista e fortemente critico del periodo di stagnazione dell'età di Breznev ma non antisocialista; vuole riformare dall'interno il sistema nato dalla rivoluzione d'ottobre, eliminarne le degenerazioni, gli errori, le rigidità e il conservatorismo, ridimensionare il ruolo del partito e dello Stato nell'economia e nella società e coniugare socialismo e democrazia, pianificazione e mercato. [...]

Rai • La storia siamo noi  • Il Crollo dell'URSS
URSS 1991: i 7 giorni che sconvolsero il mondo (durata 5'05)
Euronews  • C'era una volta l'Unione sovietica
25 anni fa il colpo di Stato a Mosca, TG news (durata 2'41)

Conflitto nei Balcani

L'espressione guerra etnica è diventata di tragica moda nel mondo in concomitanza con i conflitti che hanno segnato la fine della Iugoslavia. Prendere tale esempio è dunque particolarmente utile per misurare la pregnanza di questa definizione e per valutare lo iato fra vulgata mediatica e analisi di terreno. Si tratta in realtà di una vicenda controversa, tuttora appesantita dalla fitta coltre di menzogne delle rispettive propagande e dai tentativi spesso riusciti di disinformazione che hanno di frequente orientato i nostri media. Riprendendo il titolo di un libro di un giornalista francese, Jacques Merlino (v., 1993), in quella tragedia non tutte le verità sono da dire. Non lo sono soprattutto quelle che incrinano le versioni e le interpretazioni più o meno ufficializzate. Secondo la schematizzazione corrente nei media e nelle cancellerie occidentali, saremmo di fronte alla più classica delle guerre etniche e di religione. Una dinamica avviata con le secessioni di Croazia e Slovenia, nel 1991, e le rispettive guerre di indipendenza dalla Iugoslavia ormai in mano alla leadership serba di Slobodan Milošević (in effetti, quella tra Sloveni e Iugoslavi non fu una guerra, ma poco più di una scaramuccia, sapientemente presentata da Lubiana come un'aggressione serba e come tale riportata dai media nostrani), continuata poi con le guerre di Bosnia e terminata, almeno per ora, con la guerra del Kosovo (1999).[...]

Cronologia Leonardo  •  Guerra civile in Jugoslavia (1991-1995)
RAI • Dixit  • Guerra di Jugoslavia
Un genocidio alle nostre porte di casa, di Carlo Durante (durata 22'12)

Guerre del Golfo

Conflitti che hanno opposto coalizioni occid. guidate dagli USA all'Iraq di S. Husain. La prima guerra del G. (genn.-febbr. 1991) scaturì dall'occupazione irachena del Kuwait. Pesantemente bombardato dalle forze dell'ONU guidate dagli USA, l'Iraq fu costretto alla resa. La seconda guerra del G. (marzo-apr. 2003) scoppiò con l'attacco all'Iraq, non avallato dall'ONU, da parte di una coalizione anglo-americana, in seguito all'accusa (non provata) - rivolta al governo iracheno - di alimentare il terrorismo e di possedere armi di distruzione di massa. Conclusasi con l'abbattimento del regime di S. Husain, la guerra ha però innescato una fase di profonda instabilità nel paese.

Unione europea

L'Unione europea è un'organizzazione internazionale regionale di integrazione economica e politica, sorta dal processo avviato, negli anni 1950, con l’istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), della Comunità Economica Europea (CEE) e della Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA). Introdotta nell’ordinamento comunitario dal Trattato di Maastricht del 1992, l’UE si è configurata inizialmente quale organismo politico ed economico a carattere sovranazionale e intergovernativo, privo – a differenza delle tre Comunità – di una personalità giuridica propria, distinta da quella dagli Stati membri (Personalità internazionale).

Per saperne di più sulla Costituzione europea clicca qui

Tutto il materiale allegato è presente anche nella sezione GEOGRAFIA POLITICA - Unione Europea

MyPearsonPlace* • Unione Europea

Stati membri originari, le adesioni successive (2004, 2007, 2013), i nuovi candidati

(*necessita di registrazione) materiale aggiunto a "LIMES" link p.268
MyPearsonPlace* • Geografia multimediale: Unione europea

I primi accordi (Ceca, Cee, Euratom); il trattato di Maastricht (1992); l'Europa unita e l'Euro

(*necessita di registrazione) materiale aggiunto a "LIMES" link p.268
MyPearsonPlace* • Geografia multimediale: Le istituzioni dell'Unione Europea

Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione Europea, Commissione europea, altre istituzioni

(*necessita di registrazione) materiale aggiunto a "LIMES" link p.271
MyPearsonPlace* • La bandiera europea

Perché 12 stelle? Il progetto del 1955 — (durata 2'31'')

(*necessita di registrazione) materiale aggiunto a "LIMES" link p.272
MyPearsonPlace* • Ordinamento degli Stati europei (*necessita di registrazione) materiale aggiunto a "LIMES" link p.276
Wikipedia.org • Unione europea

Elenco dei vari trattati e dichiarazioni; all'elenco ordinato dell'adesione all'Unione e molto altro

ec.europa.eu • Semestre europeo

Il semestre europeo fornisce un quadro per il coordinamento delle politiche economiche tra i paesi dell’Unione europea. Consente ai paesi membri dell'UE di discutere i loro piani economici e di bilancio e di monitorare i progressi compiuti in momenti specifici dell’anno

Italia della Seconda Repubblica

La locuzione "seconda Repubblica", utilizzata in ambito giornalistico, indica un cambiamento avvenuto a livello politico ma non a livello istituzionale della forma di governo della Repubblica italiana. Nel sentire comune lo spartiacque tra prima e seconda Repubblica è costituito, per alcuni dalle inchieste Mani Pulite che spazzarono via un'intera classe politica fecendo emergere la cosiddetta tangentopoli italiana (1992-1995), per altri dalla prima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi nel 1994.
Con la vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 1994 sembrò all'opinione pubblica che il sistema politico italiano caratterizzato dalla forma di governo parlamentare si fosse nella sostanza trasformato in una sorta di premierato. Il premierato prevede una qualche forma di investitura popolare del capo del governo ed il rafforzamento del suo ruolo, sia nei confronti del Parlamento (e più precisamente nei confronti della maggioranza parlamentare che lo sostiene), sia nei confronti del Consiglio dei Ministri.
A livello istituzionale il cambiamento, invece, riguardò solamente il passaggio da un sistema elettorale proporzionale puro ad un sistema elettorale tendenzialmente maggioritario, ovvero ad un sistema misto. [...]
La premessa agli avvenimenti che portarono alla formazione della seconda Repubblica italiana è stato il crollo del muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre 1989 e che sancì la fine della guerra fredda, della contrapposizione tra le superpotenze USA e URSS e dello scontro tra le due ideologie politiche incarnate in Italia dalla Democrazia Cristiana (DC) e dal Partito Comunista Italiano (PCI).[...]

RAI STORIA • Seconda Repubblica

Da Tangentopoli alal crisi della politica

www.tuttostoria.it • Breve storia della Prima e della Seconda Repubblica
Focus Junior • Prima e della Seconda Repubblica
ENCICLOPEDIA TRECCANI      DIZIONARIO DE MAURO