DALL'ANCIEN RÉGIME ALL'ILLUMINISMO

Nella storia della civiltà europea il Settecento rappresenta una tappa fondamentale, un’età di profondo e generale rinnovamento in tutti i campi: politico, sociale e culturale. Non può essere considerato nel suo insieme, ma va distinto in almeno due periodi, contraddistinti il primo da una serie di guerre, il secondo dalla nascita e diffusione dell’Illuminismo. La prima metà del secolo è segnata da tre guerre di successione: la guerra di successione spagnola (1704-12), la guerra di successione polacca (1733-35), la guerra di successione austriaca (1740-48). [...] La situazione politica italiana resta caratterizzata dalla dipendenza dalle potenze straniere e gli stati del nostro Paese diventano spesso oggetto di scambio fra le grandi potenze europee. [...] Nella seconda metà del Settecento in tutti i Paesi d’Europa si realizzano importanti cambiamenti [...in] campo tecnico e scientifico [...]; in campo economico e sociale [...]; in campo politico [...].

L'Assolutismo di Re Sole

Tra la seconda metà del XVII secolo e la prima metà del XVIII secolo in Francia si stabilizza e si rafforza lo stato nazionale attraverso il modello politico dell'assolutismo. A incarnare questo modello sarà Luigi XIV, detto Re Sole, che accentra tutto il potere nelle proprie mani, nel solco di una tradizione politica già iniziata dai cardinali Richelieu e Mazzarino. Il Re Sole elimina ogni opposizione e riduce la possibilità di intervento dei tradizionali organismi dello stato. Nella politica assolutista diventa sempre più importante la vita di corte, che deve esaltare lo splendore del sovrano e testimoniare anche simbolicamente la grandezza del suo potere. Questo sistema, al contempo, coglie l'obiettivo di ridurre i nobili al rango di semplici cortigiani. All'interno della politica di rafforzamento del potere statale, per garantire l'unità religiosa del paese, non vengono più tollerate, e tantomeno tutelate, le differenze di fede: Luigi XIV costringe dunque all'abiura o alla fuga gli ugonotti. Cerca inoltre di limitare l'ingerenza del papa nelle scelte della Chiesa francese. Vi è oin questo periodo un forte sviluppo dell'economia francese, favorita anche da una serie di misure indicate con il termine di colbertismo dal nome del ministro delle finanze che le varò, Jean-Baptiste Colbert. La sua politica basata su un rigido protezionismo mira a favorire le esportazioni e a frenare le importazioni [...] Il regno di Luigi XIV è caratterizzato da una forte volontà espansionistica, rivolta soprattutto verso Spagna e Olanda, che porta a una lunga serie di guerre [...che] minano l'equilibrio raggiunto a Westfalia. Il rivolgimento più importante riguarderà l'Italia che dalla dominazione spagnola passa sotto quella austriaca.

Download  (.pdf)  • Ancien Régime
Treccani  • Vita a Versailles
(Durata 6'32) Questo materiale è allegato anche alla voce SEICENTO - STATO ASSOLUTO

Nuovi equilibri in Europa: Austria, Prussia, Russia

Nel quadro dell'Europa centro-orientale tra Seicento e Settecento vengono compiuti importanti passi nel processo di formazione e consolidamento degli stati moderni. [...] A partire dal XVII secolo gli Asburgo intraprendono una politica espansionistica allo scopo di ingrandire l'Austria, che costituisce il loro dominio dinastico. Per dare coesione ai diversi popoli che progressivamente sono entrati a far parte dell'Austria, gli Asburgo rafforzano il potere centrale attraverso un efficiente sistema amministrativo. [Intanto nasce un nuovo stato: la Prussia, la quale] viene invece avviata sulla via dello sviluppo dalla casata degli Hohenzollern, che approntano invece una vigorosa opera di ristrutturazione interna in senso assolutistico e una politica espansionistica basata sulla forza dell'esercito grazie al quale lo stato prussiano acquisisce una crescente potenza militare. Anche la Russia entra sulla scena europea. A dare un decisivo impulso all'impero russo è la dinastia dei Romanov. Lo zar Pietro I, detto il Grande, avvia la modernizzazione e l'"occidentalizzazione" del paese. La ventata innovativa introdotta da Pietro non intacca comunque la drammatica diseguaglianza sociale che caratterizza il paese, ma nonostante ciò, la Russia si incammina verso un processo espansionistico destinato a farla diventare una potenza.

Treccani  • La figura dello zar
(Durata 3'08)
Treccani  • Il rafforzamento politico-militare della Prussia
(Durata 4'38)
Treccani  • La spartizione della Polonia
(Durata 5'08)

Rivoluzione agricola e industriale

In Inghilterra tra la fine del Seicento e l'inizio dell'Ottocento in concomitanza con un accrescimento della popolazione, si assiste a una profnda trasformazione della struttur fodniaria e della tecnica agricola, tale da assumere il nome di "Rivoluzione agraria". Due aspetti la caratterizzano: da un lato il fenomeno delle recinzioni, che trasformano in proprietà privata una grande quantità di terreni da sempre adibito all'uso comune; dall'altro l'applicazione di nuove pratiche di rotazione delle smeine, che rendono i terreni molto più produttivi.

Download  (.pptx)  • Rivoluzione agricola in Inghilterra
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ZANICHELLI  • Rivoluzione industriale
Sintesi su slide
Download  (.pptx)  • Rivoluzione industriale in Inghilterra
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Download  (.pptx)  • Conseguenze della rivoluzione industriale
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Treccani  • Macchina a vapore
(Durata 3'03)

Illuminismo

Quando si parla di Illuminismo ci si riferisce al vasto movimento culturale che ha caratterizzato il secolo XVIII. Il termine non indica semplicemente un sistema di idee, né tanto meno una scuola, ma un atteggiamento spirituale e culturale diffuso, non ristretto solamente ai filosofi o ai letterati in genere, che si manifesta in forme e in campi diversi. Inoltre, pur se è in Francia che ha la sua nascita e la sua maggiore diffusione, si tratta di un fenomeno che investe tutta l'Europa. L'Illuminismo ha come presupposti il primato accordato alla ragione in tutti i campi del sapere e una fede assoluta nella possibilità e nella validità universale dell'intelletto umano.

Zanichelli  (.pptx)  • Illuminismo
Sintesi su slide
Download  (.pdf)  • Vari aspetti dell'Illuminismo
Treccani  • Il progetto dell'Encyclopédie
(Durata 4'05)

Dispotismo illuminato

[...] Concetto introdotto dalla storiografia tedesca del 19° sec. per indicare il processo di modernizzazione degli apparati amministrativi e finanziari, degli ordini sociali e delle istituzioni ecclesiastiche, avviato dai principali Stati europei a partire dalla metà del 18° sec. La politica riformatrice cui diede origine fu il risultato dell’influsso esercitato dall’Illuminismo sull’assolutismo di sovrani (despoti) che improntarono il loro governo al rinnovato connubio tra potere e cultura, e a un ideale, quello del re-filosofo, di ascendenza classica. Mutò il modo di intendere l’esercizio della sovranità, ora finalizzato al benessere di tutti i sudditi, nell’ottica paternalista di un re che proteggeva e sosteneva, conservando però intatte le prerogative di un potere autocratico di origine divina. Gli ambiti in cui il d. illuminato si dimostrò più efficace, trasmettendo un’importante eredità alle classi di governo dell’età rivoluzionaria e napoleonica e dell’Ottocento liberale, furono la lotta ai privilegi fiscali, in specie ecclesiastici, in funzione di una più equa distribuzione delle imposte, e il rinnovamento delle fonti normative. [...]

Riformismo in Spagna

[...] Nel 1759 Carlo di Borbone lasciò Napoli per cingere la corona di Spagna, avviando anche qui una serie di riforme. Innanzitutto fu dato impulso ad una nuova sistemazione urbanistica della capitale. Il nuovo sovrano favorì il giansenismo e perseguitò i Gesuiti ritenuti responsabili di incitamento alla disobbedienza verso le autorità statali. Egli propose al papa la soppressione di tale ordine che deteneva il monopolio dell’educazione scolastica e che fu espulso dai domini spagnoli nel 1767. Il Tanucci disse che era “uno spurgo necessario alla quiete e alla sicurezza dei popoli e dei sovrani”. Lo scioglimento della Compagnia si ebbe con Clemente XIV. L’ordine dei Gesuiti fu reintegrato solo nel 1814 da Pio VII. [...]

Treccani  • Le riforme in Spagna nel Settecento
(Durata 5'33)

RIVOLUZIONI ED ETÀ NAPOLEONICA

Dalla convocazione degli Stati Generali alla presa della Bastiglia, dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino al regime del Terrore, dalla diffusione degli ideali rivoluzionari fino alla straordinaria ascesa e caduta di Napoleone Bonaparte: l'Europa negli anni che vanno dal 1789 a 1815 è davvero ad una svolta epocale, che segna profondamente l'idea di modernità che tuttora condividiamo.
Le ragioni economiche e sociali in cui versa la Francia negli ultimi decenni del Settecento portano alla crisi del sistema di "antico regime", con la sua rigida divisione nelle tre classi sociali (aristocrazia, clero e Terzo stato). L'ascesa della borghesia non è tuttavia esente da contraddizioni drammatiche, che vedono da un lato l'affermazione dei valori di libertà ed uguaglianza e dall'altro il cupo periodo del Terrore e della ghigliottina. Tocca poi ad una figura presto assurta al rango del mito - Napoleone Bonaparte - cavalcare l'onda dei nuovi ideali: le grandi battaglie napoleoniche (in Italia, Egitto e per tutta Europa) non affermano solo il suo genio militare, ma ridisegnano in maniera definitiva la carta, politica e culturale, del Vecchio Continente.

Rivoluzione americana

Le idee illuministiche cominciano a circolare ben presto anche sull'altro lato dell'Atlantico, nelle terre inglesi dell'America del Nord. Qui si sono da tempo formate delle colonie, abitate prevalentemente da inglesi, scozzesi, irlandesi, francesi e tedeschi, molti dei quali fuggiti dai loro paesi per motivi religiosi, e altri successivamente attirati nel nuovo continente dalla possibilità di guadagnare e di avere terre da coltivare. [...] Le nuove colonie, che godono di autonomia amministrativa, sono però dipendenti politicamente ed economicamente dall'Inghilterra. La madrepatria oltre a non consentire una rappresentanza parlamentare, impedisce loro di avere rapporti commerciali con altri paesi, considerandole un territorio da sfruttare il più possibile. Vessati dall'amministrazione inglese e convinti che l'unico governo legittimo sua quello che governa con il consenso dei governati i coloni si ribellarono al dominio inglese. Nel 1776 le colonie sottoscrivono la Dichiarazione d'Indipendenza, scritta da Thomas Jefferson, che riprende le idee filosofiche e politiche dell'Illuminismo, ma risulta molto più rivoluzionaria per incidenza ed efficacia. [...] Gli Stati Uniti d'America si impongono sin dalla loro nascita come il modello di un paese in cui si applicano i principi illuministici di libertà, di uguaglianza tra i cittadini e della sovranità popolare [...]. Tuttavia il modello americano rappresenta anche gravi limiti e contraddizioni. Dai diritti estesi ai cittadini statunitensi restano infatti esclusi i neri e gli Indiani. La schiavitù dei neri non viene messa in discussione; le popolazioni indigene vengono sterminate. Infine le donne sono escluse dai diritti politici.

Treccani  • La schiavitù nella società americana
(Durata 5'10)
Zanichelli  (.pptx)  • Rivoluzione americana
Sintesi su slide
Download  (.pdf)  • Rivoluzione americana
Treccani  • Dalla Dichiarazione d'indipendenza americana alla Costituzione federale
(Durata 5'29)

Rivoluzione francese

Sul finire del Settecento, la Francia vive una grave contraddizione: è stata la patria dell'Illuminismo, è il paese in cui le nuove idee si sono diffuse in modo più capillare, ma non ha goduto di nessuna delle riforme invocate dagli Illuministi, nemmeno di quelle benignamente concesse dai sovrani illuminati del resto d'Europa. La società francese si trova così ancora intrappolata nel sistema dell'Ancien Régime, tra la monarchia che tende ad accentrare qualunque potere, le classi privilegiate, nobiltà e clero, che resistono strenuamente all'erosione dei propri privilegi [... mentre intanto] resta escluso dal potere politico il Terzo Stato, composto da una borghesia dinamica e produttiva e dalle classi popolari [...]. In nome degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità, in luglio il popolo parigino insorge: occupa la Bastiglia, prigione simbolo dell'Assolutismo. La Rivoluzione ben presto dimostra di contenere in sé diversi progetti politici. Ai moderati, favorevoli ad una monarchia costituzionale e a un programma di governo filoborghese, si contrappongono i radicali, come i giacobini di Robespierre, convinti repubblicani e fautori di un programma democratico a favore delle masse popolari. La proclamazione della repubblica il 21 settembre 1792 segna il prevalere della linea più radicale, che porterà alla condanna a morte del re.

Treccani  • Le premesse della Rivoluzione francese: i Cahiers de doléance
(Durata 5'55)
Zanichelli  (.pptx)  • Rivoluzione francese
Sintesi su slide
Download  (.pptx)  • Linea del tempo
Gli eventi essenziali della Rivoluzione francese
Download  (.pdf)  • Rivoluzione francese
Treccani  • Maria Antonietta
(Durata 7'34)
Treccani  • Dalla fuga di Luigi XVI all'instaurazione della Repubblica
(Durata 5'12)
Treccani  • La rivoluzione francese: la ghigliottina
(Durata 7'52)
Treccani  • Robespierre e il Terrore
(Durata 4'39)

Età napoleonica

Attorno alla figura di Bonaparte è cresciuto subito un mito alimentato tanto dai suoi sostenitori, quanto dai suoi detrattori. Molti suoi contemporanei lo ritengono un uomo eccezionale, l'unico in grado di liberare il mondo dall'oppressione dei tiranni e di dare a tutti libertà e uguaglianza; altri considerano invece lui stesso un tiranno, la cui dittatura personale si basa più sugli interessi propri e della sua famiglia che sul bene comune. Quello che è certo è che Napoleone introduce molteplici riforme che trasformano radicalemente la pubblica amministrazione e la concezione stessa dello stato. Il Codice civile da lui promulgato nel 1804 e imposto a tutti i paesi occupati dalla Francia permette di applciare in vaste zone d'Europa molti princìpi e valori civili della Rivoluzione, se non altro quelli dis tampo liberale e borghese come l'eguaglianza tra tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di coscienza dell'individuo e la laicità dello stato.

Treccani  • Stato laico
(Durata 7'05)
Zanichelli  (.pptx)  • Età napoleonica
Sintesi su slide
Download  (.ppt)  • Il giovane Napoleone
Parte 1 - disponibile anche in .pdf
Download  (.pptx)  • Impero napoleonico
Da generale a Imperatore, sino alla caduta - disponibile anche in .pdf
Treccani  • L'affermazione di Napoleone
(Durata 3'43)

ETÀ DEL RISORGIMENTO

[...] Nonostante la Restaurazione imposta dal Congresso di Vienna, tra il 1820 e il 1848 in quasi tutta Europa esplosero moti di varia natura [...] in alcuni casi i rivoluzionari chiedevano ai monarchi il riconoscimento, attraverso una carta costituzionale, di maggiori libertà e diritti per i sudditi; in altri casi, nei Paesi ancora sottomessi a potenze straniere, come l’Italia, l’obiettivo era l’indipendenza nazionale. Infine, le richieste di maggiore libertà si univano a quelle di giustizia sociale e di maggiore rappresentanza politica anche per le classi più povere. Infatti, il proletariato voleva liberarsi dalla miseria e ottenere condizioni di vita migliori e uguaglianza di diritti. Per dare uno sbocco concreto a queste aspirazioni, verso la metà del secolo, nacquero i primi movimenti socialisti. [...]

Restaurazione

Posto di fronte al compito di affrontare un'epocale trasformazione della società europea, il Congresso di Vienna si preoccupa di curare il sintomo (l'insurrezione popolare) e non la malattia vera e propria (l'inadeguatezza delle strutture politiche e sociali dell'Ancien Régime di fronte ai mutamenti in corso). Al congresso si elaborararono dunque una serie di strategie volte a cancellare gli effetti della Rivoluzione e impedire che eventi simili possano nuovamente verificarsi, rinsaldando il potere delle dinastie legittime e fondandolo su alcuni princìpi che dovrebbero garantire la loro sopravvivenza e impedire nuovi contagi rivoluzionari: il principio di legittimità (l'unica autorità legittima è quella dei sovrani precedenti), il principio di sicurezza (creazione di stati-cuscinetto intorno alla Francia e politica di equilibrio), e infine il principio di intervento (le potenze si impegnano a intervenire in armi per la difesa reciproca in caso di insurrezione). Sul fronte interno questi princìpi si traducono in politiche reazionarie in favore dell'aristocrazia e del clero.

Zanichelli  (.ppt)  • Congresso di Vienna
Sintesi su slide
Treccani  • Congresso di Vienna
(Durata 3'40)
Oilproject  • Introduzione alla Storia dell'Ottocento
Eric Hobsbawm ha scritto che la vita materiale di un inglese della fine del Settecento era più simile a quella dei legionari di Cesare che a quella che avrebbero vissuto i suoi discendenti tre o quattro generazioni dopo. Non è un’esagerazione o un paradosso. Praticamente tutti gli indicatori fondamentali che potremmo prendere in considerazione – ad esempio la durata media della vita, la produttività del lavoro, la quantità di reddito o di energia procapite disponibile, la velocità dei trasporti e così via – ce lo confermerebbero, mostrandoci come il mondo – meglio, l’Europa occidentale – ancora all’inizio dell’Ottocento fosse più simile a quella di due – o se per questo anche tre – millenni prima che a quella di un secolo dopo.https://library.weschool.com

Moti nazionali e liberali (1820-1830)

[Ben presto sarà la Restaurazione a dimostrarsi un'anomalia e non le precedenti rivoluzioni], in tutta Europa si apre una fase di ribellioni destinate a mettere in crisi i regimi reazionari riporati al potere. È la stagione del liberalismo, alimentata dall'esperienza rivoluzionaria francese e dalla nuova cultura del Romanticismo nata in Germania e rapidamente diffusa in tutta Europa. Uno dei punti fermi del programma liberale è il raggiungimento di una Costituzione (o Carta o Statuto), ossia una legge scritta che riconosca alcuni diritti fondamentali dei cittadini. [...] Nei paesi soggetti al dominio straniero, come Italia, Germania, Belgio e Polonia, il liberalismo fa proprio il principio di nazionalità e, oltre alla Costituzione, rivendica la piena indipendenza e sovranità delle nazioni oppresse. [...] In Italia, contro la Restaurazione operano numerose " società segrete", come la massoneria e la carboneria, la cui attività cospirativa punta inizialmente a ottenere ordinamenti liberali e l'indipendenza da sovrani stranieri. [...] Allo stesso tempo comincia a farsi strada e a rafforzarsi l'idea di un'Italia unita politicamente. [...]

Zanichelli  (.ppt)  • Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa
Sintesi su slide
Treccani  • L'indipendenza delle colonie dell'America latina
(Durata 5'21)

Industrializzazione e socialismo

[...] nel corso del XIX secolo la rivoluzione industriale trasforma radicalmente il volto dell'Europa. A favorire la sua diffusione sono l'ascesa economica della borghesia che investe i propri capitali nel processo di industrializzazione, e l'invenzione di macchine e tecnologie in grado di incrementare la produzione e velocizzare i trasporti. Il sistema di produzione meccanizzato (effettuato con le macchine) cambia le strutture economiche, ma anche le relazioni sociali, in quanto estende a tutto il continuente un fenomeno già verificatosi in Gran Bretagna agli albori della rivoluzione industriale: lo sfruttamento dei lavoratori salariati da parte dei capitalisti, proprietari di mezzi di produzione (le macchine e gli stabilimenti). Mal pagati, sottoposti a orari massacranti, ammassati in malsani quartieri dormitorio ed esclusi dalla politica, gli operai cominciano a prendere coscienza della propria condizione e della necessità di lottare uniti per migliorarla. [...] Gli operai danno vita ad azioni di lotta e si organizzano nei sindacati, associazioni di autodifesa che trovano un primo riconoscimento in Inghilterra, con le Trade Unions. La diffusione del pensiero Socialista che studia possibili soluzioni al malessere degli strati più poveri della popolazione e si pone lo scopo di creare una società più giusta favorisce la nascita e la diffusione delle organizzazioni operaie [...].

Zanichelli  (.ppt)  • Società borghese industriale
Sintesi su slide

Moti del 1848

Il successo delle idee socialiste infiamma il proletariato urbano e gli strati più poveri della borghesia, le cui durussime rivolte raggiungno il culmine nel 1848, anno in cui tutti i paesi europei (tranne Inghilterra e Russia) sono investiti da un'ondata rivoluzionaria. L'ampiezza e la simultaneità del moto stupisce tutti. I simpatizzanti per la rivoluzione definiranno il 1848 l'"l'anno dei portenti"; si parlerà di "primavera dei popoli" poiché le insurrezioni scoppiano tutte intorno al mese di marzo. Alle richieste delle classi popolari si intrecciano quelle ancora vive nel movimento liberale, che, come avvenuto nei decenni precedenti, torna a chiedere maggiori libertà, la concessione di carte costituzionali e l'indipendenza nei paesi soggetti al dominio straniero. A dare il via alle rivolte è ancora la Francia, dove per la prima volta viene issata la bandiera rossa, simbolo della classe operaia. Qui, più che altrove, gli esiti finali del Quarantotto mosterranno la spaccatura ormai insanabile tra due anime della rivolta, quella borghese e liberale e quella proletaria e socialista.

Treccani  • Le rivoluzioni del 1848 in Europa
(Durata 4'10)

Risorgimento

Se sono molti a volere l'unità di Italia non è però chiaro quale sia la strada per raggiungerla. Si possono rintracciare almeno tre possibili vie, a cui corrispondono tre diverse idee su chi debba guidare il processo di unificazione. Vi è chi, come Massimo d'Azeglio e Cesare Balbo, pensa che solo il re di Sardegna abbia un esercito abbastanza forte e una sufficiente motivazione per combattere l'Austria, il maggior ostacolo al cambiamento in Italia. Vi è chi, come Vincenzo Gioberti, ritiene che debba essere il papa a unificare gli stati italiani sotto la propria guida. Per Giuseppe Mazzini e Carlo Cattaneo, invece, deve essere il popolo a guidare il processo di liberazione dall'Austria e a creare una repubblica democratica (unitaria per Mazzini, federale per Cattaneo). [...] Nel 1848 le diverse anime del risorgimento si uniscono in uno sforzo collettivo: la prima guerra di indipendenza [...]. L'insuccesso della prima guerra di indipendenza e la rezione che ne segue fanno capire che né le insurrezioni né la collaborazione tra gli stati italiani possono averla vinta sull'Austria e appordare a un'Italia unita [...]. [...Questo] spinge Camillo Benso conte di Cavour, primo ministro del Regno di Sardegna [...] a ottenere il sostegno di una potenza straniera che miri a [...] togliere all'Austria il ruolo di prima potenza del continente, ponendo fine al suo dominio sull'Italia. Tale potente alleato viene individuato nella Francia di Napoleone III.

Zanichelli  (.ppt)  • Risorgimento italiano
Sintesi su slide
Treccani  • Giuseppe Mazzini
(Durata 5'42)
Treccani  • FOCUS - La principessa Sissi
(Durata 3'29)

SECONDO OTTOCENTO

Il secondo Ottocento è caratterizzato da profonde trasformazioni in tutti gli ambiti. [...] E se pure gli eventi successivi al 1848 vedranno il ritorno a governi più moderati, che soffocheranno gli slanci democratici dei moti, e l’orientamento politico sarà quello conservatore di Cavour in Italia o di Bismarck in Germania, lo stato delle coscienze è ormai profondamente mutato, così come quello della società. Il 1870 è un anno di grandi mutamenti nello scenario europeo. Primo fra tutti, l’esito della guerra tra la Francia dell’imperatore Napoleone III e il Regno di Prussia con a capo il re Guglielmo I: dalla vittoria prussiana nasce infatti l’Impero tedesco, che avrà un ruolo di grande autorevolezza nelle relazioni politiche internazionali dei decenni successivi. Per la Francia questi eventi significano anche la fine del periodo imperiale e l’inizio della Terza Repubblica. Inoltre a Parigi, nel marzo del 1871, la Guardia nazionale (la milizia di cittadini esistente in ogni città di Francia dalla Rivoluzione) si schiera dalla parte del popolo, e per due mesi il potere è nelle mani della Comune (dal francese commune, cioè il consiglio cittadino o distrettuale), con la proclamazione di un governo socialista, che sarà poi sopraffatto nella “Settimana di Sangue” dalle truppe governative guidate dal generale Mac-Mahon.

Italia post-unitaria

L'italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani. Con questa frase D'Azeglio dimostra piena consapevolezza non solo delle reali difficoltà che l'unificazione ha determinato, ma anche del profondo distacco esistente tra le diverse parti del paese, specie tra Nord e Sud, dove l'esperienza dell'unità è stata vissuta in larga parte come una conquista piemontese. Il Regno d'Italia si trova ad affrontare queste difficili sfide privo del grande artefice politico dell'unità: Cavour infatti scompare pochi mesi dopo la proclamazione del nuovo stato. A guidare il paese in questa prima fase ci sono i suoi eredi politici diretti: lo schieramento liberale moderato noto come Destra storica. Sotto i primi governi della Destra si compiono importanti scelte istituzionali [...]. Infine è la Destra storica che espnade ulteriormente le frontiere del regno, risolvendo delicate qustioni del Veneto, annesso nel 1866, e soprattutto di Roma, annessa nel 1870 e diventata capitale del Regno [...]. A partire dal 1876 il governo passa alla cosidetta Sinistra storica. Si tratta di un gruppo formato da liberali progressisti, più aperti alle istanze popolari [...]. Sarà questo schieramento ad avviare con più decisione lo sviluppo industriale del paese e a rafforzare il ruolo dell'Italia sulla scena internazionale. D'altra parte, la Sinistra storica inaugura una pratica di governo detta "trasformismo" che porterà a degenerazioni della vita parlamentare, in particolare a una diffusa corruzione. Verso la fine del secolo il panorama politico italiano comincerà a mutare, anche sulla scia dello sviluppo industriale: cresce il movimento operaio e nasce un importante Partito socialista.
[...] Dopo la caduta del governo Crispi, nel 1892 divenne primo ministro Giovanni Giolitti, della Sinistra moderata, fautore di un riformismo democratico.

Zanichelli  (.ppt)  • Italia post-unitaria
Sintesi su slide
Zanichelli  (.ppt)  • Democrazia e nazionalismi
Sintesi su slide
Treccani  • I problemi dell'Italia unita
(Durata 5'30)

Seconda rivoluzione industriale

Intorno alla metà dell'Ottocento, lo sviluppo industriale iniziato in Inghilterra alla fine del secolo precedente si è esteso anche a una parte del continente europeo e agli Stati uniti. I settori fondamentali sono quello tessile (cotone), siderurgico (ferro) e dei trasporti, con la diffusione sempre pià capillare delle ferrovie; la risolrsa energetica principale è invece il vapore (a sua volta legato al carbone). Questo quadro si modifica verso la metà del secolo quando la produzione industriale conosce un'eccezionale accelerazione [... per questo] si parla di Seconda rivoluzione industriale. Il nuovo modello di sviluppo si affermerà definitivamente tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento e avrà nuovi protagonisti: gli Stati Uniti e la Germania, mentre la Gran Bretagna inizia a perdere il suo primato di potenza industriale. Il globale rinnovamento del sistema tecnologico coinvolge vari settori industriali. [...] si affermano nuovi materiali e in primo luogo il ferro viene soppiantato da una sua variante, l'acciaio, più resistente, robusto e allo stesso tempo flessibile. Si sviluppa [...] l'industria chimica [...]. Vengono introdotte nuove fonti di energia: in primo luogo l'elettricità, quindi, a poco a poco il petrolio.

Zanichelli  (.ppt)  • Seconda rivoluzione industriale
Sintesi su slide
Zanichelli  (.ppt)  • I progressi della scienza e della tecnica
Sintesi su slide
Treccani  • Il Capitale di Karl Marx
(Durata 4'31)

Questione sociale: socialisti e cattolici

Con la progressiva espansione dell'industrializzazione e del sistema economcio capitalista, diventano più acute anche le problematiche sociali ad essa legate e le conseguenti rivendicazioni delle classi popolari. Nella seconda metà dell'Ottocento si rafforzano le associazioni operaie le quali, con sempre più vigore, reclamano il riconoscimento e la tutela dei diritti dei lavoratori. Si radica in questo modo nel proletariato il movimento socialista, anche se diviso da diversi orientamenti. Nello stesso tempo anche la Chiesa cattolica si interessa alla questione sociale, proponendo una politica di solidarietà e comprensione tra le classi.

Stati-nazione e nuovi equilibri

Alla formazione dello stato nazionale coincide spesso una fase di trasformazione economica, che comprende la modernizzazione delle strutture statali e lo sviluppo delle industrie a cui corrisponde la crescita della borghesia. In generale si assiste a un progressivo ampliamento delle strutture dello stato, gestite in modo sempre più razionale da un'efficiente burocrazia [...]. All'interno di questa tendenza, le vicende politiche nazionali sono diverse. La Francia continua a essere caratterizzata da forti conflitti politici interni. Dalla seconda repubblica emerge Luigi Napoleone, che ne giro di tre anni impone la nascita del Secondo Impero, incoronandosi Napoleone III "imperatore dei francesi", impero destinato a crollare dopo la sconfitta nella guerra franco-prussiana. Dopo la breve esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi, e altre difficoltà, si afferma la terza repubblica. Al termine della guerra franco-prussiana, nasce anche il nuovo Reich tedesco. L'unificazione dell'area germanica avviene sotto la guida della Prussia, che aveva conosciuto una forte crescita industriale, senza però l'affermazione di una borghesia liberale; a prevalere era stato invece l'indirizzo conservatore di Guglielmo I e del suo primo ministro Otto van Bismarck, il vero artefice dell'unità tedesca.
L'Inghilterra prosegue nel solco della sua ormai lunga tradizione liberale. La seconda metà dell'Ottocento è ricordata come "età vittoriana", per il lungo regno della regina Vittoria (1837-1901). Si tratta del periodo di massimo splendore per la Gran Bretagna, centro della politica, dell'economica e della finanza mondiali.

Zanichelli  (.ppt)  • Tra Democrazie e Nazionalismi
Sintesi su slide
Treccani  • Napoleone III
(Durata 1'37)
Treccani  • Otto von Bismarck (la politica interna)
(Durata 3'56)
Treccani  • GUerra franco-prussiana
(Durata 1'49)

Imperialismo e mondo extra-europeo

L'aumento di produzione e altre trasformazioni legate alla seconda rivoluzione industriale, unite a una prolungata crisi (la "lunga depressione" del 1873-1896), spingono le potenze europee a cercare fuori dal continente sia materie prime a basso costo per le prooprie industrie sia nuovi mercati per le proprie merci. Nasce la corsa agli accaparramenti dei territori d'oltremare: nel giro di trent'anni gli stati europei completano la spartizione dell'Asia e dell'Africa. Questo fenomeno viene indicato dai contemporanei con il nome di Imperialismo, in quanto i paesi europei mirano a costituire dei veri e propri imperi. Se il colonialismo, infatti, corrispose a una volontà di penetrazione economica, nell'imperialismo questo aspetto si accompagna a una dominazione politica. [...] La conquista delle colonie è sostenuta anche da un'ideologia razzista: si fa strada la convinzione che nel mondo esistano razze "superiori" che abbiano il diritto e il dovere di governare razze "inferiori" per portarle sulla strada di un (limitato) progresso. [...] La cosiddetta "età dell'imperialismo" vede anche il ridisegnarsi degli equilibri mondiali, poiché emergono e si affermano nuove potenze extraeuropee. Il Giappone negli ultimi decenni dell'Ottocento conosce una grande modernizzazione e si industrializza secondo un modello occidentale. Ma soprattutto gli Stati Uniti che nel corso di tutto l'Ottocento conoscono un'impetuosa crescita economica e una continua espansione demografica e territoriale che li porterà a raggiungere alla fine del secolo la costa del Pacifico [...]: le tribù indigene, i cosiddetti "pellerossa", sono vittime di un vero e proprio genocidio. Tra il 1861 e il 1865 gli Stati Uniti conoscono anche una sanguinosissima guerra civile, combattuta tra gli stati del Sud, caratterizzati da un'agricoltura latifondista che sfrutta il lavoro schiavile, e quello del Nord, in cui si è sviluppata l'industria e l'agricoltura intensiva. [...]

Zanichelli  (.ppt)  • Le grandi potenze si spartiscono il mondo
Sintesi su slide
Treccani  • La fine deipellerossa
(Durata 4'05)
ENCICLOPEDIA TRECCANI      DIZIONARIO DE MAURO